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Ambrì Piotta

Per lo Zugo questo Ambrì Piotta è una semplice formalità

I biancoblù non portano in pista gli elementi necessari per contrastare la superiorità dello Zugo. Acciaccati, non hanno finito la partita Incir e Berthon

Per lo Zugo questo Ambrì Piotta è una semplice formalità

ZUGO – AMBRÌ

7-3

(2-1, 3-0, 2-2)

Reti: 5’18 Lammer (Diem, Schlumpf) 1-0, 5’45 Lauper (Lhotak, Collenberg) 1-1, 8’01 Diem (Lammer, Senteler) 2-1, 31’28 Diaz (Suri) 3-1, 32’37 Diaz (McIntyre, Martschini) 4-1, 36’48 Klingberg (McIntyre, Stalberg) 5-1, 41’16 Müller (Kubalik) 5-2, 44’07 Stalberg (Holden) 6-2, 50’21 Holden (Diaz) 7-2, 59’57 Guggisberg 7-3

Note: Bossard Arena, 6’898 spettatori. Arbitri Eichmann, Mollard; Borga, Gurtner
Penalità: Zugo 1×2′, Ambrì 4×2′

ZUGO – Non ci voleva certo la sfida di venerdì sera per ricordare a tutti quanto Zugo e Ambrì Piotta vivano su due pianeti completamente diversi a livello tecnico, ma la partita della Bossard Arena è risultata essere l’esempio perfetto di ciò che succede quando non si portano sul ghiaccio gli elementi necessari per contrastare un avversario di questa caratura.

Intensità di pattinaggio, forecheck asfissiante ed una marcata volontà di vincere fisicamente le battaglie dovevano essere gli ingredienti principali utilizzati dalla squadra di Cereda, ma purtroppo i leventinesi non hanno saputo attingere a nessuno di questi elementi. Ne è così scaturita una sfida “leggera” in cui Stalberg e compagni hanno potuto giocare secondo i loro punti di forza, relegando al ruolo di semplice “sparring partner” un Ambrì Piotta timido e completamente fuori sincrono in zona difensiva.

La tendenza si era già evidenziata nel corso del primo tempo, quando la squadra di Kreis aveva saputo trovare due reti con estrema facilità, approfittando di uno slot sistematicamente lasciato incustodito dai giocatori ospiti. L’impatto iniziale è stato attutito dal gol di Lauper – su cui Stephan ha fatto una magra figura – e alla prima sirena i biancoblù potevano considerarsi soddisfatti di essere sotto solamente per 2-1, al netto di troppe circostanze in cui la difesa si è aperta concedendo limpide traiettorie di tiro ad elementi letali come Martschini o il vecchio volpone Holden.

La squadra di Cereda non è però riuscita ad invertire la tendenza dopo aver limitato i danni nella prima frazione, ed anzi quanto emerso nei 20 minuti iniziali si è confermato per tutto il resto della partita, con l’Ambrì che ha però finito per pagare le conseguenze delle proprie leggerezze.

Capitan Diaz nel giro di 69 secondi ha messo a segno una doppietta che ha di fatto chiuso la sfida, mentre sull’altro fronte solamente il quarto blocco di Incir, Kostner e Trisconi ha saputo macinare gioco e creare qualcosa, pur senza ottenere alcun risultato e vedendo anzi la partita del primo terminare dopo soli 40 minuti per un acciacco. Durante il match l’Ambrì ha perso anche Berthon, colpito ad una mano da una discata.

Hanno fatto seguito lunghe fasi di pure accademia, con lo Zugo – privo del top scorer Garrett Roe – lasciato libero di giocare sul velluto da un Ambrì che ha provato in maniera confusa a reagire, senza però mai evidenziare la convinzione necessaria per applicare il sistema voluto da Cereda. Il 5-1 di Klingberg è così arrivato puntuale al termine di una nuova fase – stavolta in boxplay – in cui i biancoblù si sono fatti trovare completamente fuori posizione, ad immagine di un Collenberg per tutto l’arco del match in evidente difficoltà.

È però poco corretto puntare il dito su qualche singolo, visto che le difficoltà che hanno impedito all’Ambrì Piotta di dire la sua in questa sfida sono chiaramente di carattere collettivo, sia a livello di atteggiamento che di organizzazione di squadra, aspetti che per finire vanno ad influenzarsi l’uno con l’altro. Conz è così stato sostanzialmente abbandonato al suo destino e, nonostante le sette reti al passivo, praticamente nessuna è da imputare sul suo conto.

Trascurabile quanto successo nel terzo tempo, contraddistinto dal gol di Müller – servito in maniera illuminante da Kubalik, nel suo unico acuto di una partita anonima – e Guggisberg (autorete di Thiry), mentre lo Zugo ha replicato con Stalberg e Holden grazie ad uno slot biancoblù nuovamente lasciato a gentile disposizione dei padroni di casa.

Sabato sera ci sarà dunque da cambiare registro, ma non bisognerà essere sorpresi se alla Valascia contro il Langnau vedremo all’opera un Ambrì Piotta completamente diverso. La squadra di Cereda ci ha infatti abituato a totali metamorfosi da un giorno all’altro, ed in ottica playout questa mancanza di costanza potrà indubbiamente confermarsi un problema, dopo che lo staff tecnico da tempo sta cercando la via per garantire un livello standard di competitività più alto. La soluzione, per ora, non sembra ancora essere in vista.


IL PROTAGONISTA

Viktor Stalbergin una partita “molle” come quella di venerdì sera, l’ex giocatore NHL ha mostrato tutta la sua facilità nel dominare il gioco quando ha messo a segno il 6-2, sbarazzandosi della ferma retroguardia biancoblù con un paio di movimenti prima di andare ad insaccare.

Lo svedese può essere fermato solamente da avversari disposti a lavorare sufficientemente duro per arginare la sua classe e la sua importante presenza fisica… Cosa che non è successa venerdì.


HIGHLIGHTS

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