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Coppa Spengler

Pazza semifinale, il Team Canada approda all’atto conclusivo

TEAM CANADA – DAVOS

6-5

(1-3, 3-1, 2-1)

Reti: 6’16 Sciaroni 0-1, 6’39 Ryser 0-2, 9’25 Pyatt (Sheppard, Bergeron) 1-2, 18’52 Picard (Moss, Setoguchi) 1-3, 26’43 Du Bois (Walser, Koistinen) 1-4, 27’05 DiDomenico (Pyatt, Sheppard) 2-4, 29’33 Ellison (Conacher, Ellerby) 3-4, 38’37 Ellison (Conacher, Ellerby) 4-4, 47’33 Lindgren (Marc Wieser) 4-5, 55’26 Giroux (D’Agostini, Lombardi) 5-5, 56’31 Conacher (Ellison, Roy) 6-5

Note: Vaillant Arena, 6’300 spettatori (tutto esaurito). Arbitri Kimmerly, Stricker; Kovacs, Küng
Penalità: Team Canada 3×2′, Davos 7×2′

DAVOS – Due obiettivi in uno per la squadra di Del Curto contro il Team Canada: prendersi la rivincita dopo la sconfitta nel girone preliminare e, più importante, arrivare in finale.

Del Curto che proferiva parole arrendevoli dopo la vittoria in extremis contro lo Jokerit, ma le parole del druido grigionese vanno sempre interpretate e prese con le pinze, dato il maestro tattico e motivatore qual è. Lasciati fuori stavolta Sieber, Schläpfer, Dino Wieser e Portmann, i gialloblù hanno ritrovato Genoni tra i pali, schierando una formazione più competitiva rispetto alla precedente comunque vittoriosa. Dal canto suo Boucher ha schierato il portiere Jeff Glass al posto dell’infortunato MacIntyre, ma ha confermato la formazione dell’ultima uscita.

In tornei come la Spengler – soprattutto, ma non solo – a far spesso la differenza, più del tasso tecnico, è l’atteggiamento con cui le squadre scendono in pista. I grigionesi, spinti dalla grinta, hanno messo in mostra tutti i difetti della difesa canadese, segnando tre reti già nel primo tempo, spesso con la complicità e la sufficienza di Carrick, Aulie e banda.

Perso lo sfortunatissimo Sciaroni nel primo periodo – sospetta frattura del braccio destro – i grigionesi sono riusciti a portare lo score fin sul 4-1 in loro favore, sfruttando, di nuovo, la sufficienza ospite. La rete di Du Bois deve però aver scosso nell’orgoglio gli uomini di Guy Boucher, che hanno cominciato a mettere più pepe e muscoli nella contesa.

Con il Davos sempre più lontano dalla porta di Climie – sostituto di Glass dal 26’43” – e un Canada perlomeno più convinto e pattinatore, è cominciata la rimonta. I grigionesi, a cui forse cominciavano a mancare le energie, non hanno potuto far nulla per arginare il gioco più muscolare dei propri avversari, e le tre reti di Ellison (doppietta) e Pyatt sono cadute se non in maniera naturale almeno più logica, con Genoni costretto anche ad alcuni big save.

Le squadre si sono poi logicamente impostate su binari tattici più prudenti, il gioco è diventato più duro e le difese si sono fatte molto dure davanti ai rispettivi portieri. La rete di Lindgren dopo che il Davos aveva superato 1’25” di doppio box play sembrava il finale perfetto per la squadra di casa, con la pista in tripudio, dopo una partita così pazza.

Ma le pazzie non erano ancora finite e non si erano fatti i conti con Alexandre Giroux – invisibile per 55’ e poi capace di piazzare un gol dal peso enorme – e Conacher, braccia armate dell’orgoglio canadese.

Il Davos esce con l’onore delle armi, dopo due prime partite da incubo e con la sfortuna di aver perso altri due giocatori. Il Team Canada passa in finale dopo aver “giochicchiato” per un po’ troppi minuti in questa semifinale, ma alla fine ha fatto valere il maggior tasso tecnico unito al fisico, e sarà avversario durissimo per chiunque in finale.

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