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Ambrì Piotta

Orgoglioso di quanto fatto, ora l’Ambrì può giocare per vincere

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Comunque andrà a finire, sarà un successo! È una tipica frase fatta, che però si adatta perfettamente all’attuale situazione dell’Ambrì Piotta, capace di conquistare con alcune partite di anticipo la qualificazione ai playoff dopo un’assenza che pareva non voler finire mai. Questa è però una vittoria di tutti, e che parte su su da Filippo Lombardi e tutta la dirigenza, capace di perseverare e risollevarsi dalle tante sconfitte e critiche incassate in passato.

Che si condividano o meno le scelte fatte in passato, e che si ami o meno l’attuale presidente del club, bisogna ammettere che sarebbero probabilmente stati in molti a gettare la spugna diverse stagioni fa, quando i propri tentativi di risollevare la situazione finanziaria e sportiva dell’Ambrì sembravano ritornare al mittente come boomerang, per lo più in piena faccia. Onore dunque a chi ci ha creduto.

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La scintilla che ha permesso di trasformare i leventinesi da squadra materasso – o poco ci mancava! – ad un’avversaria temuta a tutte le uscite è stata quella accesa da Serge Pelletier, del cui impatto si aveva già avuto uno scorcio nel passato campionato. Il canadese è riuscito ad ingaggiare i giusti elementi mancanti, combinandoli poi con quelli già a disposizione per andare a creare un’incredibile alchimia. L’Ambrì ha avuto per diversi mesi un equilibrio tra le linee impressionante, con tutti i 4 blocchi capaci di rendersi protagonisti e di avere un impatto decisivo sugli incontri, ed ha trovato in BianchiGrassiSchlagenhauf una delle terze linee migliori della NLA.

Sono però stati due i fattori che hanno reso vincente l’Ambrì: una rinnovata mentalità e la capacità di reagire ai cambiamenti. Sin dal mese di agosto – quando i risultati delle amichevoli ci avevano fatto borbottare – il gameplan è stato quello di provare ad imporre il proprio gioco, indipendentemente da quale fosse l’avversario. I biancoblù ci sono riusciti soprattutto nei primi mesi di campionato, i migliori dal 1998 a questa parte, mettendo il proverbiale fieno in cascina in vista di un calo che prima o poi sarebbe dovuto arrivare.

Nonostante gli strepitosi risultati, i primi mesi di campionato sono stati tutt’altro facili per coach Pelletier, confrontato con una serie di sfide ed incidenti di percorso. Si può partire dalla gestione di due portieri potenzialmente titolari, alternati ed impiegati talmente bene dall’aver concluso la regular season al primo e secondo posto a livello statistico, caso più unico che raro!

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L’Ambrì si è inoltre ritrovato in “potenziale crisi” già a settembre, quando i problemi al polso di Williams e l’infortunio alla seconda giornata di Noreau – i due pilastri della stagione precedente – potevano lasciare presagire il peggio. Anche qui l’abilità di Pelletier è venuta presto a galla, con l’ingaggio di un Markus Nordlund rivelatosi uno dei difensori più forti del campionato e che, se come pare partirà, lo si vedrà andar via a malincuore. Saggia infine la scelta di non cedere alle pressioni di tifosi e media al termine della regular season, quando si è rinunciato all’ingaggio di un sesto straniero scommettendo sul recupero di Park, recupero che ad oggi pare essere avvenuto con successo.

Proprio il numero 27 è stato uno dei cardini fondamentali di questa squadra, evidenziando tecnica, visione di gioco, leadership e forma fisica invidiabile. Un suo eventuale rinnovo per un altro anno sarebbe per l’Ambrì un gran colpo, e pare si stia lavorando in questo senso.

Ciò che l’Ambrì deve ancora fare in questo 2014 è però convincere sul serio, come aveva fatto i mesi addietro. Parere personale, sono da togliere dall’equazione le ultime due partite disputate, giocate con il freno a mano tirato e con un occhio rivolto alla classifica e ai possibili avversari che si sarebbero poi incontrati nei playoff. Non che l’Ambrì abbia “perso apposta” – a questo estremo sono convinto non si arrivi mai – ma è a me evidente che la squadra non abbia giocato alla morte contro Losanna e Bienne.

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Per la serie dei quarti di finale contro il Friborgo ci si aspetta però un Ambrì con il coltello tra i denti, spinto alla Valascia da un pubblico che si preannuncia caldissimo già a partire da giovedì. I tifosi biancoblù meritano indubbiamente una menzione in questa analisi, capaci di sostenere la squadra (e la società) con un’invidiabile media di oltre 5’600 spettatori a partita.

Per riuscire ad avere una possibilità di eliminare il Friborgo, però, l’Ambrì dovrà alzare immediatamente l’asticella della sua intensità di gioco e, nel contempo, ritrovare una maggiore incisività nel powerplay, riuscendo a sfruttare l’uomo in più perlomeno per generare con costanza un momentum a proprio favore. Le statistiche indicano ora che i biancoblù riescono a mettere il disco alle spalle del portiere avversario ogni 9’50” passati in superiorità, dato che dovrà essere “smussato” per essere davvero determinanti. L’altra faccia della medaglia è rappresentata da un boxplay molto vicino a quello del Gotteron, con l’84% di efficacia e con l’Ambrì che vanta alcuni giocatori particolarmente a loro agio con questa situazione di gioco.

Senza entrare nei dettagli di una serie che ha le “potenzialità” per essere molto equilibrata, i biancoblù per la prima volta da diversi anni a questa parte hanno la possibilità di giocare davvero senza pressione e senza il timore della sconfitta. In questa serie di potrà e si dovrà dare tutto anche a livello fisico, senza l’assillo di dove giocare una nuova serie in caso di sconfitta, come succedeva nei playout.

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Nella seconda parte di stagione è probabilmente subentrato un certo senso di appagamento – forse anche inconsapevolmente – che però non dovrebbe rappresentare un freno in questi playoff, specialmente per giocatori come Pestoni, Noreau, Giroux, Williams, Chavaillaz, Trunz oppure Grassi, che in carriera i playoff non li hanno mai giocati e la cui motivazione sarà a mille. C’è poi chi per l’Ambrì darebbe tutto, elementi come Duca, Kobach o Schlagenhauf, che garantiranno emozioni, sudore e tanto tanto cuore.

Indubbiamente dopo questa regular season si deve essere contenti ed orgogliosi di quanto fatto. Questo non significa però essere appagati, perchè i playoff sono fatti per essere vinti, e alla fine la squadra veramente “appagata” è una sola.

L’Ambrì forse non avrà i mezzi per andare fino in fondo, ma da martedì torna in pista per vincere, e questa è una gran bella sensazione!

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