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Lugano

Niente rivalsa, in Gara 2 lo Zugo travolge il Lugano

I bianconeri partono bene ma con il passare dei minuti mostrano nervosismo ed errori inspiegabili. Serie dei quarti ora sul 2-0 per lo Zugo

Niente rivalsa, in Gara 2 lo Zugo travolge il Lugano

LUGANO – ZUGO

1-5

(0-1, 1-3, 0-1)

Reti: 19’14 Simion 0-1, 25’09 Roe 0-2, 26’01 Lammer (Leuenberger) 0-3, 30’46 Martschini (Everberg, Roe) 0-4, 34’07 Hofmann (Lapierre) 1-4, 40’36 Martschini (Everberg) 1-5

Note: Corner Arena, 6’874 spettatori. Arbitri Wiegand, Tscherrig; Wüst, Progin
Penalità: Lugano 7×2′ + 1×10′, Zugo 6×2′ + 1×10′ + 1×20′

LUGANO – “I nostri playoff sono iniziati da tempo”. Questa frase, pronunciata da più o meno ogni componente della squadra bianconera, ha probabilmente subito un abuso. Sentita la prima volta attorno a dicembre, il mantra è stato ripetuto settimana per settimana, come segno bene augurante o come opera di (auto)convincimento.

A vedere come si è presentato il Lugano in Gara 2 a casa propria, la prima partita di playoff veri davanti al proprio pubblico, vien da pensare che questa squadra i playoff si sia dimenticata cosa siano. Perché passi Gara 1, non si può affrontare la sfida clou (fin qui) senza uno straccio di idea tattica, slegati non solo tra reparti ma anche di compagno e compagno, con nessuno pronto o in grado di rimediare agli errori dei compagni.

Lo Zugo è fortissimo di suo e non ha bisogno che i bianconeri gli facilitino il compito oltretutto in un contesto di tale importanza. E gli errori sono stati gravi, banali, inspiegabili e numerosi. Da un Loeffel che si fa sfuggire malamente Simion per il vantaggio, a Merzlikins che non fa una gran figura sul raddoppio di Roe, fino a Lammer che può fare quello che vuole nel terzo offensivo prima di insaccare perentoriamente lo 0-3. Partita chiusa.

Il Lugano è affondato in quel frangente, già in confusione di suo si è spento definitivamente e sullo 0-4 di Martschini anche il portiere lettone ha dato segni inequivocabili di nervosismo, sfasciando il suo bastone sulla traversa. Ci sarebbe anche l’errore che ha causato l’1-5 di Martschini e quello che ha fatto sudare freddo sullo 0-0, con Merzlikins che rilascia il disco (giocabile perché non sotto pressione) pensando che l’arbitro fischi di default sulla parata, ma sarebbe come sparare sulla Croce Rossa.

Tanti episodi, questi “solo” quelli costati la partita, tanti gli altri che hanno scatenato mugugni e lasciato piuttosto basiti sulla prestazione del Lugano.

Forse qualcuno (molti) si è un po’ perso nella dichiarazione di cui sopra, non distinguendo più i playoff dalla regular season, ma il problema è che certi errori e la quantità con cui sono stati proposti sarebbero inaccettabili anche durante i mesi che precedono il postseason, figuriamoci in questa partita.

Ora, se il Lugano si guarderà alle spalle vedrà che il muro non è così distante e Gara 3 di giovedì a Zugo rappresenta già un bivio fondamentale della stagione, affrontarlo come fatto martedì sera non può che favorire un suicidio sportivo.

Sta tutto nelle mani dei bianconeri, lo Zugo non cambierà di un millimetro, Chiesa e compagni devono decidere cosa vogliono essere e devono farlo in fretta, non ci sono più i mesi o le settimane, rimangono le ore.

Ma un Lugano che ha balbettato tutta la stagione sarà in grado di cambiare su ogni fronte e dare un segnale allo Zugo cambiando o ravvivando la serie dei quarti? La speranza è sempre l’ultima a morire ma dopo 52 partite è difficile pensare che questa squadra possa trasformarsi in 48 ore in un gruppo simile a quello dello scorso anno, le differenze sul piano dell’esecuzione, della disciplina e del coinvolgimento di gruppo sono sostanziali.

Si diceva che il Lugano deve puntare su emozioni, carattere, solidità e concretezza. Tutto giusto, finché i bianconeri dimostravano di avere queste qualità anche nei momenti difficili, ma la partita di martedì sera preoccupa non poco, anche perché tutti sono stati coinvolti nel naufragio, leader o presunti tali compresi.

Il Lugano ha nascosto la polvere sotto il tappeto per mesi, ora è arrivato lo Zugo, ha preso quel tappeto e lo ha sbattuto per aria spandendo la polvere in giro. E ora che la polvere è ovunque i bianconeri hanno due opzioni: continuare così e accorciare la propria stagione oppure decidere di essere qualcos’altro, un gruppo vero e una squadra da playoff. Stavolta però con i fatti e non solo con le parole, il tempo che scorre non è magnanimo con i ritardatari.


IL PROTAGONISTA

Greg Ireland: Protagonista purtroppo per lui in negativo. Se a Zugo in Gara 1 Dan Tangnes aveva vinto la sfida, alla Cornèr Arena l’ha persa il canadese.

La differenza nei due casi è sostanziale, perché il coach norvegese ha potuto giocare d’attesa per colpire mentre Ireland ha messo in pista confusione e improvvisazione, uomini scarichi e nervosi, leader nascosti e altri impreparati. Perdere questa fa più male, perché persa male quando ci si attendeva una risposta forte.


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HIGHLIGHTS

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