Social Media HSHS

Lugano

Nella pazza serata di Bienne si ferma la corsa del Lugano

Alla Tissot Arena succede un po’ di tutto, la rete di Brunner a poco più di un minuto dalla fine interrompe la striscia di quattro vittorie dei bianconeri

(PPR/Peter Klaunzer)

Nella pazza serata di Bienne si ferma la corsa del Lugano

BIENNE – LUGANO

5-3

(0-1, 2-0, 3-2)

Reti: 12’49 Bertaggia (Loeffel) 0-1, 24’03 Rajala 1-1, 29’32 Brunner (Cunti) 2-1, 40’23 Rantakari (Rajala) 3-1, 45’12 Suri (Lajunen) 3-2, 51’09 Suri (Lajunen) 3-3, 58’49 Brunner (Cunti) 4-3, 59’33 Rajala 5-3

Note: Tissot Arena, 5’928 spettatori. Arbitri Salonen, Tscherrig; Kovacs, Wolf
Penalità: Bienne 3×2′, Lugano 6×2′

BIENNE – Il problema di partite come queste, oltre ovviamente alla sconfitta, è quello che si rischia di recriminare troppo sulla rete presa a fil di sirena piuttosto che pensare agli errori commessi in precedenza.

Sì perché se fino alla rete del 4-3 di Brunner il Lugano vedeva perlomeno l’overtime stagliarsi nel vicino orizzonte, è stata solo una grande reazione suggellata dalla doppietta di Suri nel terzo periodo a mantenere a galla i bianconeri.

Per il resto del match, tolto un primo periodo di buona disciplina con la rete spettacolare di Bertaggia ad aprire il risultato, i bianconeri hanno mostrato poca lucidità e preso spesso le decisioni sbagliate nei momenti importanti, leggasi due penalità per cambio scorretto, e fatto i conti anche con la mutevole Dea bendata.

(PPR/Peter Klaunzer)

Questo per dire che comunque le cose si sono un po’ bilanciate, dato che dalla sfortuna incredibile sul 2-1 di Brunner, lanciato da un palo clamoroso colpito da Vauclair con Hiller salvatosi per una bava di ragno, dall’altra parte il Lugano deve ringraziare anche la “miopia” arbitrale.

Sarebbero potuti costare gravissimo ben prima i colpi di bastone di McIntyre a Rathgeb (colpo con il pomello, 5′ da regolamento) e il bastone in faccia di Klasen nel terzo periodo, anche se poi sulla rete di Rantakari in entrata dell’ultimo tempo c’era un probabile offside. Su quella rete, cui pesa molto l’intervento mancato di Zurkirchen, l’entrata nel terzo di Rajala era di pochissimo in anticipo sul disco portato dal connazionale, ma le immagini non hanno reso sicuri al 100% gli arbitri, impossibilitati in quel caso a ribaltare la prima decisione che era di accordare la rete.

Va bene, parlato di episodi strani, fortunati e sfortunati, ci si ritrova comunque con una partita giocata in gran parte senza la necessaria lucidità e intelligenza da parte del Lugano, probabilmente anche frutto ultimo di un periodo intenso e ricco di pressione che interessato la squadra di Pelletier, che in un mese ha scalato le posizioni con una media punti impressionante.

È pur vero che rimane il rammarico per una partita rimasta lì fino a quel tiro da tre punti – in tutti i sensi – di Brunner e che portare via un po’ di merce in saccoccia, anche un punticino, avrebbe fatto molto comodo ai ticinesi.

A questo punto sulla classifica cambia poco per il Lugano, una vittoria avrebbe significato un mezzo “playoff push” prima della pausa dedicata alla nazionale, ma la sconfitta del Langnau e soprattutto quella del Friborgo fanno sì che McIntyre e compagni possano mantenere un discreto cuscinetto sulle inseguitrici.

Da non sottovalutare la ripresa tra una decina di giorni, con il primo dei due derby in programma alla Cornèr Arena nell’ultimo turno di campionato, con pure lo scontro diretto con il Berna. Le facce dei bianconeri alla fine della partita erano intrise di delusione e di un po’ di rabbia, consapevoli soprattutto della prova a tratti insufficiente più che della sconfitta in sé, con anche coach Pelletier piuttosto tranquillo nonostante tutto, consapevole anche dei grossi passi avanti fatti nel nuovo anno dalla sua truppa.

Le note positive? La doppietta di Suri, frutto di una bella partita da parte del numero 9 e del grande lavoro di un altro giocatore in crescita, quel Jani Lajunen che alla Tissot Arena è tornato per vari tratti a mostrare il vero se stesso, lavorato intelligente al servizio dei compagni.

E poi comunque la reazione del terzo periodo, non scontata dopo la mazzata del 3-1 a freddo e del box play da superare dopo il challenge annullato, tenendo conto anche che diversi bianconeri cominciavano a sembrare piuttosto sulle gambe.

Dieci giorni senza partite ora, dieci giorni per lanciare il rush finale. Chissà chi avrà ragione, chi dice che la pausa arriva al momento giusto o chi avrebbe voluto continuare a giocare? Ce lo dirà il Lugano stesso in un derby che si annuncia esplosivo.


IL PROTAGONISTA

Damien Brunner: Scatenato e anche fortunato l’ex bianconero. Sulla rete del 2-1 in combutta con Cunti (altro ex di serata…) le imprecazioni di chi aveva visto 4 secondi prima il disco finire sul palo e venire salvato in extremis dietro a Hiller si sentivano fino alle tribune, ma il killer instinct si conferma una grande dote del numero 96.

Poi la ciliegina sulla torta, con quel tiro alla cieca infilatosi nel “sette” preciso preciso a poco più di un minuto dall’overtime a punire come con un’ascia i suoi vecchi compagni.


HIGHLIGHTS

Click to comment

Altri articoli in Lugano