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Interviste

Merzlikins: “Ora so di poter giocare al livello della NHL, partire con il titolo sarebbe perfetto”

Il lettone tra Lugano ed il futuro oltre oceano: “Accetterei un periodo in AHL. Il mondo della NHL è complicato, ma con Columbus ho un ottimo rapporto e al Mondiale ho avuto la conferma di essere pronto”

LUGANO – Elvis Merzlikins è tornato a parlare, dopo un Mondiale giocato ad altissimi livelli e le conseguenti sirene dal Nordamerica, che sembravano poter anticipare di un anno la sua partenza. Nel mezzo della sua vacanza negli States il lettone aveva però rassicurato tutti con un tweet, mettendo fine alle speculazioni.

“Era importante mandare un messaggio, perché un giornalista in America ha fatto partire un’ondata di speculazioni nei miei confronti”, ha spiegato Merzlikins. “I tifosi del Lugano hanno iniziato a preoccuparsi, dunque volevo far sapere come stanno le cose… Logicamente quello che sa meglio di tutti la situazione di Merzlikins è il sottoscritto”.

Il tutto è arrivato nei primi giorni di una meritata vacanza, dopo una stagione lunga e impegnativa…
“Le vacanze mi servivano davvero. Mentalmente la passata annata è stata veramente difficile, e già dopo il termine del campionato con il Lugano mi sono dovuto prendere una settimana di pausa. Poco dopo sono andato in Nazionale e ricominciare è stato molto difficile, mentalmente ero parecchio stanco… Appena terminato il Mondiale ho dovuto staccare completamente. In quel periodo mi hanno scritto in tanti, ma il mio telefono era spento perché non mi interessava più di nessuno, avevo bisogno di pensare a me stesso e andare per un po’ il più lontano possibile”.

(Matt Zambonin/HHOF-IIHF Images)

La tua è inoltre una situazione particolare, tra il presente a Lugano e il futuro oltre oceano…
“Chiaramente penso al futuro, e non nascondo che sto già riflettendo sul passo successivo da compiere e cosa farò dal prossimo anno. Allo stesso momento non è però il mio lavoro, ho degli agenti bravissimi e le notizie che loro mi portano costantemente sono molto positive… Io mi concentro sul prepararmi bene, anche se si sa benissimo quale sarà la mia decisione tra un anno”.

Hai avuto un’offerta concreta per raggiungere i Blue Jackets già questa estate?
“No, sono sotto contratto con il Lugano e tutte le speculazioni sono nate da un giornalista che ha inventato la sua storia… Ha chiamato il mio agente e lui si è rifiutato di commentare, e da lì la situazione è stata interpretata nella maniera sbagliata”.

Il tuo contratto senza clausola NHL con il Lugano scadrà tra un anno, proprio quando a Columbus terminano anche gli accordi di Bobrovsky e Korpisalo…
“Il mondo della NHL è complicato, ma come hai detto loro hanno due portieri in scadenza di contratto, il che per me è interessante ma bisognerà vedere anche quali rinnovi decideranno di operare. Sicuramente non voglio essere il giovane che arriva nell’organizzazione e si ritrova in AHL per diversi anni, credo in me stesso e nella mia bravura… So di poter giocare a quel livello, ma devo aspettare il momento giusto per avere la mia chance. Tanto dipenderà chiaramente da me, dovrò sfruttare l’opportunità. Con Columbus ho un ottimo rapporto, sono contenti delle mie prestazioni e in questi anni sono sempre stati vicino a me… Sono venuti spesso a vedermi”.

A loro hai chiesto delle garanzie, oppure accetteresti di partire dall’AHL?
“Accetterei di passare un periodo in AHL, perché dovrò comunque abituarmi alle piste più piccole e allo stile di gioco nordamericano. Sicuramente non accetterei però di fare il panchinaro nelle minors, perché voglio giocare e continuare a crescere. Come detto tanto dipenderà da me, in America l’hockey non è facile e se si fa qualche errore di troppo si fa veloce a ritrovarsi magari in ECHL”.

Al Mondiale hai dimostrato di avere un livello che molto si avvicina a quello necessario per giocare in NHL…
“Personalmente il torneo è stata una prova per verificare il mio livello, giocare contro superstar come Patrick Kane vi assicuro che non è facile… Se si perde di vista un giocatore così anche per mezzo secondo, ci si ritrova in una situazione di pericolo. Complessivamente è stata un’ottima esperienza, ho potuto incontrare diversi giocatori NHL che già conoscevo ed affrontarli sul ghiaccio è stato divertente. Per me è stata la conferma che sono pronto per andare dove voglio andare”.

Prima di partire ci sarà tempo per quel titolo che hai promesso al Lugano?
“Non ho mai detto che il titolo promesso arriverà la prossima stagione (ride, ndr). Scherzi a parte, sono una persona che mantiene le promesse. Chiaramente proveremo a vincerlo quest’anno, visto che per me sarebbe il regalo più bello proprio prima di andare via. Siamo arrivati molto vicini quindi credo nella squadra. La mia promessa l’ho comunque fatta, anche personalmente a Vicky Mantegazza, dunque il giorno in cui tornerò in Svizzera mi farebbe tanto piacere tornare a giocare a casa mia. Il mio desiderio è quello di provare in Nordamerica, vedere cosa riuscirò a raggiungere e poi tornare a casa, un po’ come ha fatto Nummelin”.

Per riuscire nei tuoi obiettivi su cosa vuoi lavorare durante l’estate?
“Con Michael Lawrence avrò l’opportunità di essere sul ghiaccio ben prima del resto della squadra visto che parteciperò ad un camp a Toronto, dove gli allenamenti non sono una passeggiata… Seguiamo un programma tosto tra ghiaccio e palestra, per poi tornare in pista nel pomeriggio. Agosto arriverà però velocemente, dunque non ci sarà molto tempo per concentrarsi a livello tecnico. Voglio comunque lavorare sulla resistenza, abbiamo visto quanto è importante durante i playoff… Rinforzarmi fisicamente è un obiettivo, magari mi permetterà di fare un pochino meglio e arrivare alla coppa”.

Da questa stagione sarai inoltre il portiere più esperto e dovrai indicare la giusta via a Stefan Müller…
“Sì, e sono pronto a rivestire questo ruolo. Mi è dispiaciuto veder partire Manzato, mi manca ed è un ottimo amico. A Müller cercherò di insegnare quello che Manzato, Flückiger e altri hanno passato a me… A loro due sono molto grato. Müller è un ottimo giovane, credo in lui e chiaramente ha bisogno di giocare e fare esperienza. Mi ricordo che quando ero al suo posto ero un po’ spaventato, perché sai bene che tutti gli occhi saranno puntati su di te e devi essere pronto alle critiche quando farai un errore. In quei momenti è importante avere la giusta reazione. Essendo questo il mio ultimo anno a Lugano proverò di aiutarlo a crescere, ma già da tempo cerco di dargli qualche buon consiglio, anche in cose semplici come ad esempio evitare gli errori che ho fatto io sui social media… Difficile prevedere se potrà essere il prossimo titolare, dobbiamo ancora vederlo sotto pressione nel contesto della massima lega”.

Un ultimo appunto sulla nuova area di porta, che dal prossimo campionato sarà più piccola…
“È una cosa che anch’io ho scoperto solo settimana scorsa. Non ho mai giocato con un’area di porta del genere, a parte in quelle occasioni in cui sono andato a Columbus gli anni successivi al Draft. In quelle circostanze mi ricordo che a volte ero completamente fuori posizione, addirittura ai lati della porta, ma come tutto sarà una questione di abitudine”.



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