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Interviste

Mantegazza: “Prenderemo le decisioni che ci saranno da prendere, questo epilogo fa male”

La presidente: “La squadra è stata capace del meglio come del peggio, è stato come essere su una giostra. In alcune partite si vedeva un bellissimo hockey, in altre invece il Lugano sembrava una squadra di principianti”

LUGANO – A mente calda non è sempre facile tirare le somme di una stagione durata diversi mesi, ma nel caso del Lugano alcuni aspetti estremamente deludenti sono evidenti oramai da tempo, ed il tutto è sfociato nella secca eliminazione per 4-0 nei quarti di finale contro lo Zugo.

“Uscire così dai playoff fa male. Fa male vedere una squadra lottare e arrivare al secondo overtime, con tutto questo pubblico che non hai mai smesso di incitarla. Avrei voluto poter dare qualcosa di più”, ha commentato la presidente Vicky Mantegazza.

C’è stata una reazione, ma è decisamente arrivata troppo tardi…
“È stata un po’ lo specchio della stagione. Siamo passati da delle partite inspiegabilmente inguardabili ad altre in cui si vedeva un grande Lugano. Nei prossimi giorni ci prenderemo il tempo di analizzare a mente fredda tutta la stagione, poi vedremo cosa fare. Prenderemo le decisioni che ci saranno da prendere”.

A fine partita la Curva ha ribadito il disappunto sull’operato della dirigenza…
“Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni. Io non ho nessun problema con la curva, forse sono loro che hanno dei problemi con me. Anzi, io li ringrazio perché ci sostengono in ogni momento… Sono liberi di mettere gli striscioni che vogliono e pensare quello che vogliono. Mi dispiace che non abbiano capito da che parte sto e cosa sto cercando di fare. Vedrò di farmi perdonare in futuro”.

È ancora troppo preso per chiederti del futuro di Ireland e Habisreutinger?
“È assolutamente prematuro. Abbiamo appena finito la stagione, queste decisioni vanno prese a mente fredda. Non posso dire se Ireland rimarrà o meno, dobbiamo discuterne anche con lui e fare le nostre analisi interne”.

Complessivamente non siete mai riusciti a trovare stabilità, questo è un fattore da non sottovalutare…
“La squadra è stata capace del meglio come del peggio, era come essere su una giostra. Non si capiva come mai c’erano delle partite in cui riuscivamo davvero a far vedere un bellissimo hockey, ed altre in cui invece sembravamo una squadra di principianti”.

Nonostante questo non avete mai usato la mossa del cambio di allenatore…
“La società ha deciso di continuare con lo stesso allenatore perché era ora che a Lugano si cambiasse questa tendenza. Ci aspettavamo che la squadra si prendesse le proprie responsabilità”.

Non avete nemmeno ingaggiato un sesto straniero per cercare di trovare ulteriori stimoli, come mai?
“Lo straniero lo abbiamo cercato, ma non c’era niente sul mercato, l’hanno detto anche i cugini dell’Ambrì Piotta… Per prendere un giocatore che non avesse un reale valore, era meglio non prendere niente. Avevamo inoltre Haapala e non immaginavamo che Klasen si facesse di nuovo male”.

A condannarvi è però stato Flynn, ingaggiato solamente a fine gennaio…
“Beh, beato lo Zugo che lo straniero lo ha trovato… Noi non ci siamo riusciti, vorrà dire che andremo ad imparare da loro”.

Cereda qualche giorno fa ha preso una dura posizione sugli arbitri… Non si cercano scuse, ma anche nelle vostre partite alcuni episodi non sono piaciuti…
“Sugli arbitri ho deciso di non spendere più energie, perché più si dicono le cose, più si viene presi in giro. Il Ticino merita più rispetto, sono indubbiamente d’accordo con Cereda”.

Con la fine della stagione salutate diversi giocatori…
“Esatto, tra cui Hofmann e Reuille, con quest’ultimo che ha scritto la storia del nostro club. Pensando invece a Merzlikins gli auguro di avere tantissima fortuna in Nordamerica… Gli ho detto che spero di rivederlo il più tardi possibile, ma di ricordarsi che Lugano sarà sempre casa sua. Speriamo di riabbraccialo tra molto tempo, perché questo vorrà dire che avrà fatto carriera in NHL.

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