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Lugano

Lugano sconfitto a Zugo per 5-3 e ora con le spalle al muro

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ZUGO – Questi sono i play off e ribadendo, semmai ce ne fosse bisogno, che la serie tra Zugo e Lugano è forse la più spettacolare ed emozionante, si è passati in due giorni dal possibile doppio break bianconero al primo match ball a disposizione dello Zugo.

Questo perché in un’altra sfida equilibrata ed emozionante, seppur non bellissima da seguire fino al terzo conclusivo, il Lugano è uscito sconfitto dalla Bossard Arena. Costretti a far fronte alle assenze di Ulmer e di Morant – ma con un Rüfenacht in più – gli uomini di Huras hanno sprecato stavolta un doppio vantaggio trovato all’inizio del pazzo tempo conclusivo, vanificato con ingenuità, vero, ma anche a causa di due decisioni arbitrali che definire dubbie è puro eufemismo.

DSC_3227(© A. Branca)

Fino a quegli episodi nulla di nuovo, con il Lugano guardingo in difesa nonostante momenti di assoluta pressione di Holden e compagni e occasioni su entrambi i fronti. La bravura degli uomini di Huras, stavolta è stata quella di saper sfruttare le occasioni da rete e, nonostante tutto, il doppio vantaggio suggellato da Rüfenacht al 41’37” era del tutto meritato. Guidati da un Metropolit di nuovo formato stellare e autore del gol del vantaggio, Hirschi e compagni hanno praticato un hockey semplice, indottrinato ancora dalla tattica del buttare più dischi possibili su Markkanen.

Dall’altra parte lo Zugo si è affidato alle sue micidiali ripartenze, forti di un gioco di transizione che per rapidità forse non ha eguali, ispirati da un Omark che liberatosi dall’ingombrante presenza di Morant è sembrato decisamente più libero di operare.

Poi i due episodi incriminati: se il gol di Suri è perlomeno discutibile, avendo tolto il disco da sotto il guanto di Flückiger, la rete del pareggio di Omark è nata tre secondi dopo un aggancio netto su Steiner – nettissimo se si guarda al metro di giudizio utilizzato fin lì da Rochette e Wiegand – non fischiato a Holden. Vero che al Lugano si può imputare di non aver gestito il doppio vantaggio, il primo trovato in cinque partite, ma proprio per quegli episodi non sapremo mai se ne fosse stato in grado.

DSC_1306(© A. Branca)

Inutile poi il forcing finale con Flückiger richiamato in panchina, lo Zugo ha resistito nonostante qualche occasione ospite nei secondi finali.

Un vero peccato, considerando anche lo stato di forma di alcuni giocatori, come Metropolit, che non vuole saperne di alzare bandiera bianca, continuando a guidare i suoi come fosse un ragazzino. Un ragazzino lo è invece Simion, che da par suo gioca con capacità e classe di un veterano, ed ha pure imparato a segnare reti molto pesanti. Bravissimo anche Flückiger, incolpevole sulle reti e autore di molti interventi decisivi e spettacolari, semmai ce ne fosse bisogno, dimostra ancora che in porta il Lugano è coperto.

Nelle retrovie continua il buon momento di Vauclair, ritrovatosi in questi play off dopo una regular season mediocre che assieme ad Heikkinen contribuisce a far valere i chilogrammi anche con l’assenza di un “martello” come Morant.

DSC_2985(© A. Branca)

Nonostante gli episodi sfavorevoli gara 5 è da archiviare, perché ora il Lugano non può permettersi di sbagliare. La consapevolezza di poter superare l’ostacolo non deve mancare, perché aldilà di tutto i bianconeri sembrano avere quel qualcosa in più dello Zugo che per ora non sono riusciti a sfruttare. Ma c’è pure da sperare fortemente che una sconfitta del genere non pesi come un macigno sul morale dei giocatori, perché l’impressione è che la forma – non solo la sostanza – possa far maledettamente male. E allora quelle energie di rabbia e frustrazione saranno da trasformare assolutamente sul ghiaccio della Resega, perché con questo Lugano nessuno ha voglia di andare in vacanza.

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