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Lugano

Lo Zugo si prende la rivincita, Resega violata e Lugano battuto 2-1

LUGANO – ZUGO

1-2

(0-1, 0-0, 1-1)

Reti: 12’55 Bürgler (Alatalo) 0-1, 48’04 Brunner (Hofmann, Stapleton) 1-1, 48’42 Ramholt (Grossmann) 1-2

Note: Resega, 5’675 spettatori. Arbitri Massy, Wehrli; Espinoza, Kohler
Penalità: Lugano 1×2′, Zugo 4×2′

LUGANO – Sfida a specchio tra Lugano e Zugo, andata e ritorno in tempi stretti tipica del calendario di LNA, che dopo la vittoria bianconera in quel della Bossard Arena, vedeva gli uomini di Kreis stavolta ospiti della Resega.

Dopo la corroborante conquista dei tre punti a scapito di Bouchard e compagni, il Lugano ha potuto vedere già sul ghiaccio la novità della settimana, rappresentata dallo statunitense Tim Stapleton che, schierato al centro di Brunner e Hofmann, ha preso il posto dell’acciaccato Ilari Filppula. L’arrivo del numero 19 ha “costretto” Shedden a riunire i tre svedesi nello stesso blocco, sperando di cavare qualcosa di più da Pettersson e Martensson, apparsi comunque in crescita.

Lecito attendersi una reazione da parte degli svizzero-centrali, i quali hanno mostrato comunque qualche difficoltà iniziale prima di entrare veramente in partita. Il Lugano ha operato sin da subito un forechecking alto, che ha causato non poche difficoltà agli ospiti. Infatti, prima delle rete di Bürgler, i bianconeri si erano procurati diverse belle occasioni da rete, nate da molte uscite dal terzo sbagliate da Martschini e compagni.

Il filtro applicato dalla squadra di Shedden ha portato spesso i bianconeri dalle parti di Stephan, ma ha pure lasciato scoperto il fianco sinistro della difesa, a volte bucata dalla sovrapposizione delle velocissime ali ospiti.

Il crescendo degli ospiti ha poi toccato il picco massimo nel secondo tempo, nel quale i bianconeri hanno messo fuori la testa pochissime volte, faticando ad arrivare dalle parti di Stephan, costretti a loro volta dal forechecking avversario a girare al largo. Bouchard e compagni hanno imperversato diverse volte, sfruttando una certa lentezza dei bianconeri nel muoversi in transizione nella zona neutra, trovando sempre un uomo pronto alla sovrapposizione nel terzo d’attacco.

Solo Merzlikins, un palo colpito da Martschini e un po’ di imprecisione degli attaccanti di Kreis hanno fatto sì che il passivo non andasse oltre lo 0-1, permettendo a Stapleton – ancora impalpabile – e compagni di rimanere in partita.

Purtroppo i bianconeri non hanno saputo approfittare di tale grazia, non riuscendo a cambiare marcia per impensierire Stephan a sufficienza. Il contro-forechecking degli ospiti ha causato moltissimi problemi alla difesa bianconera, non più in grado di uscire col disco in maniera pulita e diretta. Solo una delle poche scorribande ben studiate tra Stapleton, Hofmann e Brunner ha dato l’illusione di poter portare a casa il match, ma soli 38” dopo, lo Zugo ha trovato il nuovo e decisivo vantaggio.

I bianconeri hanno giocato solo nel primo tempo ai livelli che ci avevano abituati nelle ultime uscite, subendo poi per lunghi tratti il gioco dominante degli uomini di Kreis. Le due sole reti segnate da Bürgler e Ramholt non devono ingannare, gli ospiti avrebbero potuto chiudere la contesa ben prima.

Shedden non ha saputo trovare contromisure adatte alla pressione della sua ex squadra, lasciando che si prendesse pure possesso della zona neutra, cosa che ha fatto pendere la bilancia verso le velocissime incursioni di Martschini e banda.

Opposto il discorso per i bianconeri, spesso a corto di idee offensive e in affanno sul primo passaggio, ma perlomeno bravi a non far precipitare la situazione. A far difetto nella squadra bianconera è stato ancora una volta il powerplay, inconcludente e a tratti inguardabile, tanta era la fatica per entrare nel terzo.

L’occasione per rifarsi arriva già martedì con il Kloten ospite, perché una sconfitta come questa riporti tutti con i piedi per terra e sia un passo da fare nel normale processo di crescita.

fattore2

MANCANZA DI IDEE ALTERNATIVE: Lo Zugo gioca a memoria, lo fa maledettamente bene, e i suoi giocolieri fanno girare il disco come fosse la pallina di un flipper.

Non parliamo poi del powerplay, ma già a 5 contro 5, Bouchard e compagni insistono sui loro schemi e prima o poi trovano il pertugio giusto spingendo all’errore l’avversario. Il Lugano non ha più saputo farlo come nella trasferta della Bossard Arena, e non ha trovato le contromisure adatte per cambiare il gioco.

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