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Lugano

L’aria di casa non guarisce il Lugano, sconfitto dallo Zugo

I bianconeri offrono una prova priva di determinazione e disciplina, restando in balìa dello Zugo per diversi momenti. Sono otto sconfitte su nove uscite

L’aria di casa non guarisce il Lugano, sconfitto dallo Zugo

LUGANO – ZUGO

3-5

(1-3, 1-1, 1-1)

Reti: 3’37 McIntyre (Simion, Meyer) 0-1, 4’29 Schlumpf (Zgraggen, Lindberg) 0-2, 6’46 Bertaggia (Lammer, Haussener) 1-2, 11’37 Lindberg (Alatalo) 1-3, 23’35 Postma (Klasen, Suri) 2-3, 36’57 Diaz 2-4, 44’32 Lindberg (Hofmann, Alatalo) 2-5, 45’14 Bertaggia (Fazzini, Sannitz) 3-5

Note: Corner Arena, 5’752 spettatori. Arbitri Wiegand, Dipietro; Kovacs, Cattaneo
Penalità: Lugano 1×2′, Zugo 6×2′

LUGANO – Alla terza sirena l’ambiente della Cornèr Arena è piuttosto dismesso, tra una curva che incoraggia la squadra ma che invita anche a tirare fuori gli attributi, e delle tribune già semideserte dalle quali piove anche qualche fischio.

Per qualcuno la famosa pazienza è terminata, e c’è forse anche da capirlo visto il ruolino di marcia dei bianconeri e la mancanza di un qualsivoglia segnale di ripresa da parte del gruppo. Sembra impossibile, guardando questa squadra, che solo un mese e mezzo fa dalle tribune si alzavano applausi convinti e segni di soddisfazione verso una squadra in grado di lottare e di proporre un gioco avvincente.

Non si capisce bene cosa sia successo nella testa dei giocatori, ma è impossibile negare che qualcosa sia cambiato profondamente, e i risultati dicono che a fare da bivio è stato il derby perso alla Cornèr Arena.

È difficile anche credere che una squadra che dice di essersi preparata per una settimana alle sfide del weekend, di aver studiato a fondo gli errori e di aver lavorato sulla ripresa di una certa brillantezza fisica si presenti a quegli appuntamenti così importanti in un tale stato.

Il Lugano, nonostante abbia avuto dalla sua parte un immediato powerplay per cercare perlomeno di indirizzare la partita in un certo modo, il bandolo della matassa lo ha perso dopo pochi minuti, subendo la velocità dello Zugo e la capacità di manovrare nel terzo offensivo in maniera a tratti imbarazzante.

Nel periodo intercorso tra la prima rete di McIntyre (già quella arrivata per un buco difensivo clamoroso) e il 15esimo abbondante, il Lugano ha passato cambi interi ad inseguire disco e avversari nel proprio terzo, oltretutto con la panchina vicina, non riuscendo nemmeno a cambiare un paio di uomini per volta.

Va tenuto anche conto che lo Zugo non se la sta passando benissimo e qualche lacuna difensiva l’hanno mostrata anche i tori, soprattutto quando il Lugano si è trovato in superiorità numerica, ma con la già nota difficoltà dei bianconeri ad andare in rete, anche i power play non sono serviti a molto.

L’unico momento positivo il Lugano lo ha vissuto dopo la rete di Postma, quando fino a metà incontro ha saputo mettere in difficoltà Hollenstein più di una volta. La rete di Diaz per il 4-2 è stata operò l’immagine della partita del Lugano, con il difensore che ha potuto approfittare dei generosissimi spazi per battere Zurkirchen in aggiramento nella più totale tranquillità.

Sostanzialmente è questo che preoccupa di più nella formazione di Sami Kapanen, l’incapacità di volgere i momenti a proprio favore e la facilità con la quale subisce gli eventi. Non è mai sembrata una squadra che ha preparato il weekend con tutto il tempo a disposizione, così come non è mai sembrata una squadra sotto di un paio di reti nel risultato, ossia una squadra obbligata a mostrare aggressività, orgoglio e determinazione.

No, il Lugano non è stato nulla di tutto ciò, è stato squadra solo a piccoli sprazzi, ma mai ha dato l’impressione di poter prendere in mano l’incontro, così come lo Zugo senza strafare non ha mai dato l’impressione di lasciare che la partita gli sfuggisse di mano.

Ora fanno otto sconfitte su nove incontri. Mai nessun allenatore nell’epoca moderna a Lugano ha resistito tanto. Si valuterà, in caso di avanzamento della crisi fino a dove arriverà la pazienza della dirigenza bianconera, ma negare che il destino di Kapanen dipenda dai prossimi giorni è veramente difficile.

Perché è giusto chiedere calma e pazienza in una stagione di ricostruzione, ma quello che hanno offerto i bianconeri venerdì sera dopo una settimana sul ghiaccio a preparare questo incontro farebbe saltare la classica mosca al naso a molti.


IL PROTAGONISTA

Oscar Lindberg: Uno straniero di ruolo e funzionale lo svedese, ma che dimostra che anche in quel contesto si può portare qualità oltre alla sostanza.

L’ex NHL ha proposto un grandissimo lavoro a tutta pista, dischi recuperati e intelligenza nell’andare in forecheck, ma tra una sgroppata e l’altra ha trovato anche il tempo di infilare una doppietta, con pure il game winning gol con un bello slap in power play.


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HIGHLIGHTS

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