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Ambrì Piotta

L’Ambrì vince senza incertezze, per il Davos è buio pesto

Prova convincente della squadra di Cereda, sempre in controllo della sfida con i grigionesi. Müller e Kubalik protagonisti, negli ospiti ispirato solo Pestoni

L’Ambrì vince senza incertezze, per il Davos è buio pesto

AMBRÌ – DAVOS

5-0

(2-0, 2-0, 1-0)

Reti: 10’39 Trisconi (Bianchi, Ngoy) 1-0, 12’01 Müller (Kubalik, Pinana) 2-0, 23’29 Kubalik (Zwerger, Guerra) 3-0, 28’03 Incir (Ngoy, Lauper) 4-0, 50’05 Kubalik (D’Agostini) 5-0

Note: Valascia, 5’344 spettatori. Arbitri Salonen, Piechaczek; Obwegeser, Altmann
Penalità: Ambrì 3×2′, Davos 6×2′

AMBRÌ – Non è più il Davos di una volta, ma nemmeno l’Ambrì Piotta di qualche anno fa. E la dimostrazione la si è avuta venerdì sera alla Valascia, quando la squadra di Cereda ha potuto portare in pista il suo gioco con il serbatoio della benzina pieno, e per i grigionesi – che condividono con i biancoblù i fondamentali del proprio sistema – c’è stato oggettivamente poco da fare.

Dire che non c’è stata partita è probabilmente esagerato, ma i leventinesi hanno trasmesso quella rassicurante sensazione di essere sempre in totale controllo del match, e questo è un fattore che per l’Ambrì è raro e non da sottovalutare, ed anzi potrebbe essere un primo indizio di quella maturità che Cereda sta da tempo cercando di costruire nel suo gruppo.

L’Ambrì Piotta ha infatti convinto ed imposto il suo ritmo praticamente dall’inizio alla fine, fatta forse eccezione per una seconda metà di periodo centrale in cui D’Agostini e compagni hanno ammiccato alla tentazione di tirare i remi in barca, dopo aver ottenuto quel 4-0 che ha di fatto mandato agli archivi la sfida quando non si era nemmeno a metà del match.

Questo è l’aspetto che coach Luca Cereda ha evidenziato al termine dell’incontro, ed infatti nel terzo tempo la macchina biancoblù a ricominciato a girare a regimi più alti, costringendo gli avversari al fallo e permettendo a Kubalik di firmare la personale doppietta.

L’Ambrì è così stato premiato per la sua propensione a cercare senza troppi fronzoli la porta avversaria, seguendo l’esempio di un Trisconi che a metà primo tempo ha sbloccato il risultato, trovando una rete meritata per il grandissimo lavoro svolto in questo inizio di stagione. Nemmeno due minuti più tardi l’ha imitato Marco Müller, bravo nello sfruttare nello slot un tiro “ciccato” da Kubalik che si è trasformato in un assist perfetto.

Proprio il centro numero 13 è stato uno dei migliori biancoblù in pista, in un contesto che ha visto Cereda ridisegnare parzialmente il suo top six ed ottenere immediatamente degli ottimi risultati. D’Agostini ha giocato con Kubalik e Müller, dando vita ad una linea pronta a tirare da ogni posizione, ed infatti i tre hanno combinato 13 dei 33 conclusioni totali effettuate dall’Ambrì.

Di conseguenza Zwerger è stato spostato nel blocco di Novotny – buona partita la sua, forse la migliore dal suo arrivo – e Hofer, quest’ultimo capace nuovamente di far intravedere dei “flash” interessanti ma ancora alla ricerca di quel primo gol che ogni tanto lo porta a forzare un po’ la mano. Restano invece alla ricerca dell’approvazione del coach i vari Kneubuehler – sul ghiaccio per 46 secondi – e Kienzle, finito in sovrannumero nell’attesa che acquisisca la giusta prospettiva per essere efficace nel sistema di Cereda.

E sull’altro fronte? Un Davos volenteroso ma confuso, trascinato da un (fischiato) Inti Pestoni che è risultato essere uno dei pochi giocatori ospiti ispirati, mentre dell’impatto di vari senatori come Ambühl, Corvi oppure Marc Wieser non ve n’è stata traccia.

In maniera deludente, e per certi versi un po’ triste, la squadra di Del Curto attualmente è semplicemente irriconoscibile, ad immagine di un Gilles Senn in rotta con l’allenatore – così come Van Pottelberghe, spedito in Danimarca – costretto da settimane a vedere dalla panchina Lindbäck incassare valanghe di reti (3.67 a partite, il peggiore della NLA) senza avere la possibilità di entrare in pista. I problemi dei gialloblù sono tanti ed evidenti, al coach dimostrare di saper fare magie anche in questo contesto.

All’Ambrì però tutto questo poco importa, ed infatti i leventinesi hanno continuato per la loro strada giocando un buon terzo tempo, anche e soprattutto per proteggere il secondo shutout stagionale di Conz. Il portiere leventinese invero non ha dovuto compiere molti interventi complicati, ma è stato calmo e composto nei momenti in cui il Davos aveva cercato di riaprire la sfida forzando i suoi uomini migliori.

Il risultato in favore dei leventinesi sarebbe poi potuto essere ancora più ampio se l’Ambrì avesse sfruttato quel powerplay di quattro minuti ad inizio periodo centrale, oppure la fase prolungata di 5-contro-3 che aveva caratterizzato le prime battute dell’ultima frazione. Lo svilupparsi degli eventi ha però mandato questi due momenti – giocati così così – in secondo piano, visto che come detto il risultato finale non è mai stato messo in discussione.

L’Ambrì Piotta sabato sera ha così mostrato la differenza che viene a galla quando si ha la possibilità di scendere in pista con il pieno di energie, in rapporto ad alcuni match della passata settimana giocati un po’ in riserva, complice un calendario che ai biancoblù non aveva fatto alcuno sconto.

Dopo questa bella prova, la squadra potrà trarre il meglio dal giorno extra di riposo, in vista di un impegno a Losanna martedì in cui non sarà semplice piegare Emmerton e banda. Gli ingredienti per fare bene, però, da tempo non sono un segreto.


IL PROTAGONISTA

Marco MüllerChiamato a guidare la linea di Kubalik e D’Agostini, l’attaccante ha disputato un’ottima partita, firmando un gol e garantendo quella grande energia che contraddistingue ogni suo cambio.

Sempre al centro dell’azione, sta dando segni di miglioramento anche agli ingaggi, esercizio che ha svolto con un grado di successo di oltre il 63%. Impiegato in ogni situazione e special team, è stato preziosissimo.


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HIGHLIGHTS

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