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Ambrì Piotta

L’Ambrì vince la lotta degli special teams, la linea ora è più vicina

AMBRÌ – KLOTEN

4-2

(1-0, 1-1, 2-1)

Reti: 4’14 Pesonen (Mäenpää, Emmerton) 1-0, 23’56 Guggisberg (Hall, Mäenpää) 2-0, 25’26 Back (Frick) 2-1, 54’47 Kostner (Emmerton, Mäenpää) 3-1, 55’31 Bastl (Kamber, Collenberg) 4-1, 59’03 Hollenstein (Stoop, Frick) 4-2

Note: Valascia, 5’254 spettatori. Arbitri Müller, Wiegand; Gnemmi, Küng
Penalità: Ambrì 9×2′, Kloten 5×2′

AMBRÌ – È stato un match atipico quello andato in scena alla Valascia, con la nuova “tolleranza zero” nel metro di giudizio arbitrale che ha partorito una partita talmente spezzettata a livello di ritmo da risultare frustrante, ma in definitiva capace di esaltare la volontà di un Ambrì Piotta che ha cercato con maggiore forza il successo rispetto al Kloten.

Sì, perchè se da un lato si presentavano degli aviatori in piena crisi di risultati – 10 sconfitte nelle ultime 12 partite – e probabilmente anche di identità dopo essersi ritrovati da un giorno all’altro senza l’onnipresente Santala, dall’altro i biancoblù sono scesi sul ghiaccio come una squadra vera, dando vita a delle buone occasioni durante le fasi di powerplay e traendo energia – e questo non è evidente! – da quelle di boxplay, dove l’unità e lo spirito di sacrificio hanno fatto la differenza.

Non è stato un Ambrì perfetto, e delle lacune nel fermare la fase di transizione degli aviatori a volte hanno mandato in difficoltà i leventinesi, ma in un match con così tante penalità le fasi in 5-contro-5 sono addirittura scivolate in secondo piano. Gli uomini di Kossmann hanno viaggiato prevalentemente a fiammate, che sono però state di qualità e capaci di mettere in grande difficoltà Gerber, capitolato una prima volta su un intelligente tiro di Pesonen a sfruttare lo screen di Hall.

La rete era arrivata in situazione di doppia superiorità numerica, così come quella del 2-0 firmata in apertura di periodo centrale di Guggisberg. La partita l’Ambrì Piotta l’ha però vinta grazie ad un boxplay perfetto, capace di superare indenne anche un paio di situazioni a 3-contro-5, ed in generale di resistere ad una seconda parte di gara particolarmente delicata.

Dalla mezz’ora in avanti il Kloten non ha infatti più commesso alcun fallo, mentre i biancoblù hanno dovuto visitare complessivamente cinque volte la panchina dei penalizzati. Emmerton, Hall e compagni hanno stretto i denti, ed in particolare in quel frangente di 1’36 con soli tre uomini sul ghiaccio hanno fatto capire agli avversari che non avrebbero più trovato il modo di superare Zurkirchen, se non nel finale con quel gol utile solamente alle statistiche di Hollenstein.

Lo stesso Hollenstein, Praplan, Shore oppure Sheppard ci hanno provato, trovando diversi tiri dalla distanza (grazie anche alla presenza in squadra di Hecquefueille), deviazioni pericolose e anche un paio di spunti interessanti, ma in generale il Kloten si è confermato tutt’altro che ispirato.

Su una lunghezza d’onda ben diversa invece l’Ambrì, che grazie ad un cambio a mille all’ora aveva vissuto il suo miglior momento della partita nel finale di periodo centrale, con una spettacolare fase di pressione che non aveva prodotto alcuna rete, ma che ha ricordato a tutti che il vero spettacolo arriva spesso a volentieri a parità di effettivi sul ghiaccio.

Superata la “tempesta” rappresentata dagli ennesimi boxplay di inizio terzo tempo, i leventinesi hanno fatto definitivamente loro la sfida grazie alle prime reti stagionali di Kostner e Bastl, la prima propiziata da un’incursione di Emmerton, la seconda da una deviazione beffarda che ha disorientato Gerber.

Decisivi dunque gli special team, ma d’altronde non poteva essere altrimenti, al termine di una partita in cui è stata evidente l’inversione di tendenza del metro di giudizio arbitrale, cambiamento però questo piuttosto assurdo e sin troppo traumatico, a maggior ragione se applicato nel bel mezzo del campionato. Complessivamente in NLA sono state fischiate giovedì sera addirittura 101 penalità minori, un record di lega che non ha certamente entusiasmato nessuno.

Ad entusiasmare c’è invece Emmerton, che guarda alla Coppa Spengler evidenziando una forma strepitosa. Il top scorer dell’Ambrì è risultato preziosissimo in ogni tipo di situazione, e quando gioca con questa energia diventa veramente una forza difficile da contenere. Complessivamente tutta la squadra ha però tratto giovamento dalla pausa e dall’aver giocato sinora solamente quattro partite nel mese di dicembre, presentandosi sul ghiaccio con la giusta carica per una partita che non si poteva sbagliare.

Bravo anche Hall, quasi infallibile agli ingaggi e autore di una delle migliori prove di questo 2016, mentre anche la prestazione di una difesa ridotta a sei uomini ha fatto il suo. Nemmeno un secondo di ghiaccio l’ha infatti ricevuto il giovane Christian Pinana, al debutto stagionale in NLA sul foglio partita ma che mai è stato chiamato in causa da Kossmann, in parte anche in seguito alle tantissime situazioni speciali.

Complessivamente è stata dunque una buona prestazione quella dell’Ambrì, pur se in un contesto davvero particolare e con alcuni frangenti a 5-contro-5 talmente brevi da rendere difficile cogliere delle reali tendenze nella manovra. I numeri dicono però che i biancoblù sono tornati in gioco, con la linea che ora dista solamente sei lunghezze e con ancora 17 partite da disputare… Cifre che lasciano tante speranze quanto rimpianti per una prima parte di campionato che rimane comunque negativa.

Da quella vittoria sul Losanna di metà novembre si sono però visti dei segnali incoraggianti… Chissà che non si continui sulla buona strada già venerdì, quando i leventinesi faranno visita proprio ai vodesi per l’ultima partita dell’anno.

fattore2GLI SPECIAL TEAMS: In una serata del genere il fattore decisivo è stato probabilmente il medesimo su tutte le piste di NLA, ma nel caso dell’Ambrì Piotta il fatto di aver avuto la meglio grazie a boxplay e powerplay ha un valore particolare.

Se le due reti arrivate a 5-contro-3 hanno avuto un ruolo importante, ancora maggiore lo hanno rivestito quelle fasi di boxplay in cui la squadra si è unita e ha stretto i denti, traendo grande energie da queste piccole grandi sfide che arrivavano a cadenza regolare.

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