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Ambrì Piotta

L’Ambrì stavolta non c’è, il Bienne dà una lezione ai biancoblù

In pista dimenticando la propria identità, la squadra di Cereda ha fatto fatica sin dall’inizio. Il Bienne ha ricordato ai leventinesi che non esistono scorciatoie

L’Ambrì stavolta non c’è, il Bienne dà una lezione ai biancoblù

AMBRÌ – BIENNE

1-5

(1-2, 0-2, 0-1)

Reti: 8’56 Rajala (Sataric) 0-1, 11’34 Brunner (Fey, Diem) 0-2, 18’29 D’Agostini (Dotti) 1-2, 23’04 Lüthi (Schmutz) 1-3, 33’11 Rajala (Tschantré) 1-4, 55’16 Riat (Künzle, Diem) 1-5

Note: Valascia, 4’315 spettatori. Arbitri Oggier, Urban; Altmann, Rebetez
Penalità: Ambrì 6×2′, Bienne 3×2′

AMBRÌ – L’Ambrì Piotta non è una squadra complicata da decifrare e, quando le cose sono destinate a non funzionare, solitamente lo si intuisce sin dall’inizio. È stato questo il caso di martedì sera, quando i biancoblù hanno faticato a contenere un esuberante Bienne sin dai primi minuti, trascinandosi poi sino alla terza sirena senza mai riuscire a portare la propria identità sul ghiaccio.

Dopo le due belle prestazioni contro Zugo e Davos, la squadra di Cereda ha forse pagato con un po’ di inesperienza la vittoria “troppo bella” della Vaillant Arena, presentandosi in pista contro i seeländer privi degli strumenti di base che rendono il gioco dell’Ambrì efficace e difficile da contrastare.

Ne è così immediatamente nata una partita in cui a Rajala e compagni sono stati concessi sin troppi spazi, e ad approfittarne in entrata di incontro è stato proprio il folletto finlandese, che con la sua velocità ha messo in imbarazzo la coppia KienzleFischer, infilata per vie centrali senza troppe difficoltà.

La serata di debutto dell’ex difensore bianconero si è così messa immediatamente in salita, ed anche per il resto dell’incontro Kienzle è stato frenato da un po’ di “ruggine” accumulata dall’ultima settimana di inattività. Fuori sincrono e generalmente poco preciso, il difensore dovrà fare meglio già a partire da venerdì, serata in cui praticamente tutti i suoi compagni saranno chiamati a ritrovare le migliori versioni di sé stessi.

Nessuna individualità è infatti spiccata in questa occasione, anche se Kubalik è comunque stato il biancoblù più pericoloso dalle parti di Hiller. Sotto tono invece Zwerger e D’Agostini – autore del gol, ma poco più – anche se al termine di un match del genere ha poco senso nominare troppe individualità, visto che ad essersi inceppato è il sistema che sta alle basi del gioco dell’Ambrì Piotta.

Confrontato con un avversario tecnicamente superiore e capace di alzare all’improvviso la velocità delle operazioni a ritmi indiavolati, i biancoblù hanno anche litigato con sé stessi, con un’infinità di imprecisioni ed errori che hanno impedito alla squadra di Cereda di gestire il puck come avrebbe voluto.

A conti fatti l’Ambrì il suo momento migliore l’ha vissuto dopo il gol di D’Agostini (assist di Dotti, primo punto in regular season in carriera), ma le poche fiammate di lucidità sono state contenute senza troppi problemi dalla squadra di Törmänen, nell’occasione priva di tre elementi centrali come Forster (infortunato), Pedretti (squalificato) e Pouliot (diventato papà proprio venerdì).

Il risultato non è però mai stato messo in dubbio, ed anzi il Bienne lo ha chiuso in cassaforte in poco più di mezz’ora grazie ai gol firmati da Lüthi e ancora Rajala. La difesa biancoblù in questi casi ha nuovamente traballato, nella prima occasione a livello di struttura e nella seconda sul piano individuale con Guerra saltato di netto.

Poche oggettivamente le responsabilità di Benjamin Conz, sostituito da Manzato dopo aver incassato il 4-1 e rimasto in balia di un avversario che quando ha tempo e spazio va a nozze senza farsi pregare.

Questa è però una delle classiche partite che nel campionato di una squadra come l’Ambrì è destinata ad arrivare di tanto in tanto, e non per la differenza tecnica che separa praticamente sempre i biancoblù dagli avversari, ma piuttosto per la necessità imprescindibile di farsi in quattro ad ogni cambio se si vuole avere una chance di successo.

Questo non è sempre evidente farlo, soprattutto dopo un esaltate successo come quello di Davos, che può illudere inconsciamente qualcuno di poter prendere delle scorciatoie. Il campanello d’allarme è suonato, l’Ambrì sa benissimo come rispondere.


IL PROTAGONISTA

Toni Rajala: Lo straniero del Bienne era ancora a secco di punti sino a martedì sera, ma alla Valascia si è decisamente sbloccato. Prese le redini della prima linea, Rajala si è confermato giocatore dinamico ed irresistibile quando gli si lascia quel metro di ghiaccio di troppo.

I due gol che ha messo a segno martedì sono tanto spettacolari quanto figli di un innato opportunismo che, unito alla sua tecnica e velocità, lo rendono difficile da fermare.


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