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Ambrì Piotta

L’Ambrì spreca tutto, il Berna rimonta 3 gol e travolge i biancoblù

BERNA – AMBRÌ

6-3

(0-2, 1-1, 5-0)

Reti: 0’23 Monnet (Emmerton, Fora) 0-1, 19’37 Giroux (Pestoni, Hamill) 0-2, 30’48 Duca 0-3, 33’36 Smith (Helbling, Rüfenacht) 1-3, 43’58 Plüss (Jobin, Blum) 2-3, 47’29 Roy (Conacher, Blum) 3-3, 48’10 Moser (Blum, Berger) 4-3, 53’50 Berger (Helbling) 5-3, 54’59 Helbling (Conacher, Roy)

Note: Postfinance Arena, 14’952 spettatori. Arbitri Eichmann, Koch; Espinoza, Kaderli
Penalità: Berna 3×2′, Ambrì 8×2′

BERNA – Vincere a Berna è da anni un compito quasi proibitivo per l’Ambrì Piotta ma, quando Helbling è stato penalizzato a metà secondo tempo e capitan Paolo Duca aveva infilato il 3-0, sembrava poter essere la volta buona.

I biancoblù sembravano avere tutte le carte in regola per piegare un Berna sì più forte e più arrembante, ma che con il passare dei minuti aveva anche perso lucidità e foga agonistica, sicuramente scosso da un Ambrì che nelle poche avanzate offensive aveva saputo mettere in luce tutti i limiti di Bührer. Sull’altro fronte Zurkirchen aveva invece giocato due periodi praticamente perfetti, frustrando gli attaccanti bernesi e concedendo una rete solamente sull’imparabile deviazione di Trevor Smith.

Killer instinct ed un portiere in serata avevano dunque un bel “visto” sulla lista degli elementi necessari per riuscire ad andare a punti nella tana degli orsi, ma i secondi due fattori sono venuti via via a mancare: la disciplina e la forza mentale per reagire con cognizione alle situazioni di pressione locale, che inevitabilmente sarebbero arrivare negli ultimi 20 minuti.

L’esercizio non è però riuscito agli uomini di Pelletier, ad immagine di un fallo in fase offensiva di Elias Bianchi tanto inutile quanto fatale, con l’uscita nel box dei penalizzati del numero 20 che ha rappresentato la proverbiale pralina al cianuro per i biancoblù. Subito agganciati sul 3-2 dopo una trentina di secondi di powerplay, sembrava quasi scritto che il Berna dovesse completare in carrozza la rimonta, ed il timeout  chiesto dal coach ospite non ha saputo fermare l’emorragia.

Il 3-3 è infatti arrivato pochi minuti più tardi, seguito dal primo e decisivo vantaggio locale firmato da Simon Moser, arrivato proprio con Duca penalizzato, dopo che lo stesso capitano aveva dato modo ai suoi di sognare addirittura i tre punti alla mezz’ora di gioco. Ne è infine scaturito un terzo tempo da incubo, con cinque reti incassate in 15 minuti ed il solo Lauper che ha fatto traballare il risultato, quando sul 4-3 si è presentato a tu-per-tu con Bührer, che stavolta non si è fatto sorprendere.

Peccato, indubbiamente. La partita si era infatti sviluppata su una concretezza sorprendente dell’Ambrì, che dopo 23 secondi aveva trovato il vantaggio grazie a Monnet, capace di sorprendere un distratto Bührer aggirando la porta, mentre a 23 secondi dalla prima sirena – curioso parallelismo – era stato Giroux a fulminare il cerbero locale, anche in quel caso poco lucido.

A fronte di una buona concretezza offensiva nei primi due tempi – già si è detto del terzo sigillo – l’Ambrì è stato tradito dai suoi special teams. Il Berna ha infatti ottenuto tre reti in powerplay (determinanti verosimilmente solo due, l’ultimo punto di Helbling ha cambiato ben poco la sostanza delle cose), al fronte di ben otto opportunità di giocare con l’uomo in più. Troppe, soprattutto considerando che i tre powerplay giocati de leventinesi non hanno prodotto nulla, nemmeno a livello di “momentum” positivo.

A livello di conduzione arbitrale la Postfinance Arena si è poi confermata una pista in cui i direttori di gara hanno la tendenza a dare vita ad incontri che spesso e volentieri lasciano con l’amaro in bocca per alcuni episodi.

Alla mente vengono, ad esempio, i due minuti affibbiati a Mäenpää per comportamento antisportivo, quando pochi secondi firma il finlandese era stato fermato da un intervento più che sospetto, mentre sul 5-3 locale un contrasto su Birbaum era apparso sospetto… Tutti episodi che non cambiano però la sostanza di un match che, nel suo complesso, l’Ambrì aveva dimostrato di avere i mezzi per chiudere in maniera positiva.

A livello tattico e mentale l’Ambrì si è però presentato come il proverbiale castello di carte, che al primo soffio è stato spazzato via. Che serva da lezione, dunque, soprattutto al cospetto di avversari più quotati che non si fanno pregare due volte per sfruttare le debolezze che si mettono in mostra.

fattore2

LA PENALITÀ CHE È STATA L’INIZIO DELLA FINE: Il Berna era riuscito nel secondo tempo a riaprire la partita ottenendo il 3-1, ma i biancoblù avevano poi gestito la situazione in maniera tutto sommato esemplare, conducendo in porto il parziale alla seconda sirena.

Era però chiaro che il Berna si sarebbe ripresentato sul ghiaccio pronto a bersagliare i biancoblù con tutte le armi in loro possesso, e concedere loro un powerplay avrebbe significato ritrovarsi in una posizione davvero scomoda.

Peccato per l’Ambrì aver dato al Berna proprio l’opportunità che andava cercando commettendo un fallo in attacco… Da lì è poi stato un domino di eventi, con le pedine biancoblù che sono cadute una dopo l’altra, sino al 6-3 finale.

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