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Ambrì Piotta

L’Ambrì soffre ma punisce il Bienne ed ottiene tre punti pesantissimi

BIENNE – AMBRÌ

3-6

(1-3, 1-0, 1-3)

Reti: 4’00 Giroux (Hall) 0-1, 7’44 Hall (Lauper) 0-2, 11’41 Duca (Kamber, Pestoni) 0-3, 15’06 Rossi (Haas) 1-3, 32’03 Steiner (Haas) 2-3, 49’33 Kamber (Pestoni) 2-4, 50’23 Tschantré (Maurer) 3-4,  56’09 Grassi (Giroux) 3-5, 59’33 Lauper 3-6

Note: Tissot Arena, 5’577 spettatori. Arbitri Kurmann, Massy, Küng, Obwegeser
Penalità: Bienne 2×2′, Ambrì 4×2′ + 1 rigore provocato da Zgraggen

BIENNE – Che sudata! L’Ambrì Piotta è uscito con tre punti preziosissimi dalla Tissot Arena, imponendosi con un 6-3 che però va ad indicare ben poco di quanto realmente successo sul ghiaccio. I leventinesi hanno infatti ottenuto la vittoria soprattutto grazie ad un’impressionante efficacia al tiro, che li ha visti ottenere tre gol praticamente sui primi tre tiri dell’incontro, e costruire poi da lì la propria diga di fronte a Zurkirchen.

Con una formazione completamente ridisegnata – solo la linea di Lhotak, Fuchs e Grassi è rimasta uguale – e con Pestoni e Giroux schierati in due linee diverse, i biancoblù si sono resi protagonisti di un inizio di partita perfetto per un match in trasferta, controllando le avanzate del Bienne e colpendo con efficacia impressionante sul fronte offensivo.

Dopo quattro minuti Hall ha smarcato in maniera decisiva Giroux per il gol d’apertura, con lo stesso americano che ha poi punito un Bienne sulle nuvole ottenendo in contropiede il raddoppio addirittura in shorthand. Per completare il pacchetto che potremmo denominare “one shot, one kill!”, i biancoblù hanno fatto registrare un rotondo 100% sotto la voce “efficacia del powerplay”, insaccando alla prima occasione con Duca, ben servito da Kamber.

Proprio lo stesso Kamber aveva poi concluso in rete la seconda superiorità numerica della serata (primo gol stagionale per lui!), dando per l’ennesima volta l’illusione di aver chiuso il match. La definitiva certezza non è però arrivata sostanzialmente sino alla rete a porta vuota di Lauper, che ha fatto finalmente scorrere i titoli di coda in una Tissot Arena che in certi frangenti era diventata più calda del dovuto.

Parato un rigore poco dopo il gol d’apertura – bastonata di Zgraggen a DufnerZurkirchen ha infatti avuto il suo bel da fare a respingere i tantissimi dischi scagliati verso di lui dai padroni di casa, diventati decisamente più numerosi dopo il timeout chiesto da Schläpfer, il quale in seguito al 3-0 ha cercato di svegliare i suoi con una sbraitata impressionante.

L’interruzione ha sortito l’effetto desiderato e, dopo che il Bienne era invero stato comunque più attivo anche nei primi 10 minuti, i seeländer hanno iniziato a puntare in maniera più decisa verso la porta, trovando la prima segnatura grazie ad una bella azione personale di Haas, che ha poi servito Rossi nello slot.

Da quel momento in avanti il Bienne ha poi preso sostanzialmente il sopravvento anche se, essendo una squadra dai mezzi comunque limitati e non tecnicamente superiore all’Ambrì, ha trovato le sue difficoltà a dare reale concretezza alle proprie manovre. Favoriti da un periodo centrale spezzettato e da un Bienne padrone del gioco ma mai veramente incalzante, i biancoblù hanno incassato “solamente” il 3-2 firmato dall’ex Daniel Steiner, che in powerplay ha fatto scivolare un disco sotto il corpo di Zurkirchen.

Lasciato a riposo nell’ultima uscita, il portiere ha evidenziato qualche incertezza ed alcuni rebound un po’ troppo “balbettanti” nella prima parte di gara, ma ha poi ripreso il ritmo ed alla fine è risultato fondamentale per i leventinesi. Al termine dei 60 minuti sono infatti stati addirittura 46 i tiri che ha dovuto fronteggiare, contro i soli 18 fatti registrare dai biancoblù.

Sebbene le statistiche fornite debbano sempre essere prese con il beneficio del dubbio, nel loro complesso ben riassumono una partita che l’Ambrì ha probabilmente vinto per essersi ritrovato di fronte all’ultima squadra in classifica, dato che quello che inizialmente poteva apparire come un classico “gameplan” da trasferta, si è via via trasformato in un match in cui i biancoblù non sono riusciti ad operare alcuna pressione offensiva, se non in brevissimi frangenti.

Nel secondo tempo una delle poche azioni degne di nota è infatti stata una scorribanda di Fora, decisamente non abbastanza anche dal punto di vista di Kossmann, che ha ben pensato di chiamare il timeout. La mossa ha portato da una bella opportunità per Lhotak, a cui ha fatto eco ad inizio terzo tempo una chance d’oro per Giroux, che non ha però approfittato di un disco mal gestito dietro la porta da Rytz.

Da lì è poi iniziato un pericoloso “ping pong”, con Kamber a portare avanti i biancoblù per 4-2, mentre soli 50 secondi dopo – era il 50’23 – capitan Tschantré ha superato Zurkirchen approfittando di un velenoso rimbalzo sulla balaustra di fondo, che ha messo fuori causa il biancoblù.

Superata indenne una delicatissima inferiorità numerica, l’Ambrì ha poi colpito in maniera spietata con Grassi, che ha approfittato di un disco recuperato da Giroux per chiudere finalmente il match.

L’impressione è però quella che i biancoblù se la siano davvero cavata per un pelo in questa occasione, venendo più volte graziati da un Bienne che è stato in grado di controllare il gioco per lunghe fette di match. Forse memori del 3-0 sciupato in quel di Berna, i biancoblù non hanno mai saputo imporre la loro autorità, anche se è sicuramente da elogiare la capacità di andare a rete nel momento in cui il Bienne ha concesso il proverbiale centimetro di troppo.

Interessante più in pratica che “sulla carta” la linea composta da Lauper, Hall e Giroux che, pur mancando di un playmaker che possa alimentare il fiuto offensivo di quest’ultimo, ha visto il terzetto chiudere la serata con un bottino di sei punti. Kamber ha inoltre finalmente vissuto una partita in cui ha saputo avere un reale impatto sull’incontro, anche se ha rischiato di compensare negativamente gol e assist con due penalità delicate.

In una maniera o nell’altra, dunque, l’Ambrì è riuscito a trovare il modo di ottenere la vittoria, anche se nel complesso la partita non è poi stata così diversa rispetto a quella di Kloten. I tre punti consentono però di avere la linea a soli due lunghezze, e con una partita da recuperare nei confronti del Kloten ottavo. Il successo va inoltre visto in chiave positiva se si pensa alla componente fisica, visto che per l’Ambrì si trattava della terza partita negli ultimi quattro giorni.

fattore2

UNA MIRA DA CECCHINI: 46 tiri per il Bienne, 18 per l’Ambrì Piotta. Tre reti per i seeländern, il doppio per i biancoblù. L’hockey a volte può essere tremendamente crudele, ed i biancoblù sono stati bravi a colpire senza pietà il Bienne in entrata di partita, cercando poi di costruire il successo su quelle tre reti…

Forse troppo però, perché il Bienne è tornato pericolosamente in partita in più di un’occasione. Per fortuna i leventinesi hanno continuato ad avere la mira degna di un cecchino, mentre i bernesi hanno continuato a sparare nel mucchio.

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