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Ambrì Piotta

L’Ambrì resta ancora a secco, il primo derby è del Lugano

I biancoblù si mostrano di nuovo solidi ma inconcludenti e un paziente Lugano decide la partita nei momenti giusti. Secondo shutout per Schlegel

L’Ambrì resta ancora a secco, il primo derby è del Lugano

AMBRÌ – LUGANO

0-3

(0-0, 0-0, 0-3)

Reti: 51’50 Arcobello (Carr, Nodari) 0-1, 54’51 Bürgler (Kurashev, Suri) 0-2, 59’15 Boedker 0-3

Note: Valascia, 2’755 spettatori. Arbitri Lemelin, Mollard; Schlegel, Cattaneo
Penalità: Ambrì 6×2′ + 1×5′, Lugano 5×2′ + 1×5′ + 1x’10’ + 1×20′

Assenti Ambrì: Patrick IncirChristian PinanaJulius NättinenIsacco Dotti (infortunati), Giacomo Dal PianDiego Kostner (sovrannumero)

Assenti Lugano: Jani Lajunen, Raffaele Sannitz (infortunati), Matteo Romanenghi, Eliot Antonietti (sovrannumero)

AMBRÌ – Non ci si aspettava forse un derby altamente spettacolare, ma quello vissuto alla Valascia è stato fin troppo tattico per sbloccare molte emozioni al pubblico presente.

Un derby tattico ed equilibrato, molto combattuto, ma che alla fine è andato al Lugano grazie al maggior tasso tecnico offensivo, e dopo tanto lavorare per contenere questo o quel reparto d’attacco sui due fronti, è stata proprio la squadra di Pelletier ad affondare i colpi al momento giusto.

Le reti in pochi minuti trovate da Arcobello e Bürgler hanno tramortito un Ambrì che è sembrato un pugile sul punto di trovare i colpi giusti ma che è stato affondato dopo tanto danzare senza sostanza, esaltando le capacità dei bianconeri nell’uccidere la partita quando andava fatto.

In fondo l’Ambrì Piotta ha interpretato la sfida nella maniera giusta, con grandissimo pattinaggio e un asfissiante forecheck che ha creato diversi problemi alle transizioni ospiti ma, come già fatto emergere nel preseason e poi nell’esordio a Berna, a mancare è lo spunto offensivo.

Perché non solo i biancoblù faticano a costruire dalle retrovie in velocità, riuscendo raramente a incunearsi nello slot centrale, ma anche quando sono riusciti a rubare il disco nel terzo offensivo (ed è un esercizio riuscito più volte) la squadra di Cereda ha mostrato più di un limite a portare il disco su Schlegel.

Sul portiere bianconero, al secondo shutout consecutivo, sono arrivati diversi dischi, soprattutto dalla linea blu a cercare i gol sporchi e le mischie, ma se i bastoni dei leventinesi erano più lunghi alle balaustre – Bianchi e compagni hanno a lungo vinto più duelli individuali – nello slot offensivo ha avuto la meglio la retroguardia dei sottocenerini, proteggendo al meglio la zona più prossima al proprio portiere.

Insomma ad Ambrì si sente la mancanza dei cecchini, calcolando che Nättinen era ancora fuori, ma manca la profondità in particolare da uomini come Zwerger e D’Agostini, sempre pronti al sacrificio ma troppo lontani per fare male, o da un Flynn a corrente alternata e piuttosto fumoso.

Sull’altro fronte il Lugano ha sofferto la rottura del gioco dei padroni di casa, che coprendo lo spazio centrale della zona neutra ha chiuso gli spazi per le veloci ripartenze, ma in compenso non è mai andato incontro a vere sofferenze, se si eccettuano alcuni momenti in box play.

Durante il match i bianconeri hanno perso anche Herburger (discata dietro il ginocchio) e Riva, costringendo Pelletier a modificare in corsa le linee, ma il coach bianconero se l’è giocata bene a livello tattico, utilizzando gli uomini giusti nei momenti giusti e attendendo gli spunti puntualmente arrivati da parte dei suoi attaccanti.

Era effettivamente difficile attendersi un gioco spumeggiante come la sera prima da parte di Kurashev e compagni dato che l’Ambrì si è concentrato su un forecheck diverso rispetto ai Lions, ma la riuscita è stata comunque positiva e solida anche in un match in cui tutti si sono dovuti sporcare le mani di più.

I bianconeri non potevano iniziare meglio il campionato, con due vittorie piene e zero reti subite, oltretutto in due match durissimi, e le due diverse prove hanno mostrato la buona solidità dell’impianto luganese, capace di fare la differenza anche in versione più operaia.

L’Ambrì dal canto suo si ritrova a mani vuote dopo due partite in cui avrebbe potuto raccogliere di più, viste le prestazioni comunque solide, equilibrate e positive in ogni situazione di gioco. Il punto di preoccupazione va a posizionarsi però alla voce delle reti segnate (anzi, quelle non ancora segnate) e in attesa del debutto di Nättinen, quello che hanno mostrato le altre punte di diamante biancoblù è al momento troppo poco.


IL PROTAGONISTA

Mark Arcobello: La prima rete in campionato con la maglia del Lugano è un game winning gol alla Valascia, ottenuto con un tiro di estrema precisione e furbizia.

Il centro americano ha alzato il livello rispetto alla sera precedente e si è caricato la squadra sulle spalle, guidandola in ogni situazione di gioco e vincendo gli ingaggi più delicati, come deve fare un vero trascinatore.


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HIGHLIGHTS

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