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Ambrì Piotta

L’Ambrì Piotta ora è una squadra, finalmente qualcosa è cambiato

AMBRÌ – Ad Ambrì qualcosa è cambiato. Probabilmente è più facile affermarlo ora, con i biancoblù ad un solo punto da Berna e Friborgo e con due partite da recuperare, ma mai è stato più evidente.

Con Kossmann alla guida della squadra da oltre due mesi, vi è un campione di statistiche oltremodo sufficiente per evidenziare quanto l’Ambrì Piotta sia progredito dal cambio di allenatore, con il tutto che è sfociato in un buon bottino di punti che permette ai leventinesi di continuare a sognare. C’è però davvero bisogno di rivolgersi ai numeri per verificare quanto di buono fatto dai biancoblù? A dire il vero, probabilmente no.

L’Ambrì di Kossmann è infatti progredito a livello di squadra e sul piano umano, mettendo il singolo nettamente in secondo piano in favore dell’obiettivo comune, che in una squadra ideale deve essere più che sufficiente per cementare il gruppo e far remare tutti nella stessa direzione. Non facile, certo, ma se si vuole avere un minimo di successo nonostante una rosa costruita con delle risorse limitate, questa è l’unica strada da seguire.

Deve averlo capito immediatamente l’ex coach del Friborgo, che come prima cosa non ha lasciato che il suo passato “nebuloso” con certi elementi della rosa andasse a condizionare il suo futuro. Tutti i dubbi sono infatti stati spazzati via da fatti – le prestazioni dei vari Monnet e Lauper ma, ammettiamolo, anche di Birbaum sono state spesso di livello – e conferme, con i rinnovi proprio di Monnet e Lauper che lanciano un chiaro messaggio.

Un chiaro messaggio Kossmann lo ha poi lanciato anche a tutti gli altri, tagliando di fatto Chavaillaz – impiegato solo una volta dalla sua firma a Friborgo – e mettendo alle strette in particolare Kamber e Bastl, due elementi a cui il tecnico continua a chiedere di più. Questo tipo di decisioni sono state accompagnate da un costante cambiamento delle linee, strategia che inizialmente aveva fatto storcere il naso perchè “fuori dagli schemi”, ma che in definitiva si è rivelata essere pagante.

Forse senza accorgersene, l’Ambrì si è infatti compattato sempre di più ed ha iniziato a giocare come una vera squadra, unita in tutto per tutto e non più in pista semplicemente come una somma delle varie unità offensive e difensive. Questo ha dato vita a rimonte che in passato erano catalogate come “impossibili”, a gestioni del risultato più calme ed organizzate quando ci si trovava in vantaggio, ed in generale alla sensazione che i biancoblù sappiano ora imparare dai propri errori.

L’impostazione tattica più curata e “business oriented” di Kossmann è d’altronde evidente, con il risultato finale messo al primissimo posto, ed una filosofia che vede il fine giustificare sovente i mezzi. Non è infatti un caso che la Valascia sia tornata ad essere un fortino quasi inespugnabile, con i biancoblù che si sono imposti addirittura in sette delle ultime otto partite casalinghe – unica sconfitta contro i Lions – a cui si sono aggiunti i punti racimolati a Friborgo, Bienne, Berna, Davos e Lugano.

Si dice che sia impossibile uscire da una situazione di difficoltà con un singolo balzo, ma che siano necessari tanti piccoli passi, ma l’Ambrì – come anche il Lugano con l’arrivo di Shedden, probabilmente – ha saputo rappresentare sinora un’eccezione, grazie a un cambiamento di filosofia che è andato a riflettersi a catena su ogni aspetto della squadra.

Ai biancoblù ora il compito di continuare, uniti, su questa strada. I quattro punti ottenuti nel derby hanno rappresentato un ottimo punto di partenza, ed essersi guadagnati il diritto di poter addirittura recriminare – “potevano essere sei”, aveva dichiarato Kossmann – non fa che rafforzare la sensazione che ad Ambrì si pensa ad una cosa e ad una soltanto: i playoff.

L’unico modo che l’Ambrì ha per raggiungerli è però continuare a giocare come la squadra che ha dimostrato di essere, anche se in alcuni momenti tornerà ad essere determinante l’imprevedibile impatto dei singoli. In questo senso sicuramente Giroux sarà chiamato a trovare il gol con più regolarità (dopo 34 partite è solamente a quota 11, anche se pure la scorsa stagione era esploso nel finale) ed anche Emmerton dovrà riuscire a confermarsi sugli eccezionali livelli prenatalizi. Nel caso di Giroux vi è poi in ballo la questione del contratto in scadenza – voci indicano come difficile una sua conferma – le cui conseguenze si spera non saranno dannose.

“Il singolo” per eccezione sarà però Sandro Zurkirchen, il cui apporto sarà imprescindibile. I suoi numeri, sotto la guida dell’allenatore Michael Lawrence, si attestano su una buona percentuale di parate del 91.67%, che dovrà però essere probabilmente ritoccata leggermente verso l’alto nei momenti topici, quando i punti varranno veramente oro.

Per ora però va bene così. Ad Ambrì, effettivamente, qualcosa è cambiato.

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