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Ambrì Piotta

L’Ambrì piazza subito il colpo, Resega espugnata nel derby d’apertura

La squadra di Cereda ha avuto la meglio su quella di Ireland grazie al carattere e alla disciplina, per i bianconeri un esordio amaro in una partita giocata con poca testa

L’Ambrì piazza subito il colpo, Resega espugnata nel derby d’apertura

LUGANO – AMBRÌ

3-4

(0-1, 1-1, 2-2)

Reti: 15’58 D’Agostini (Zgraggen) 0-1, 24’43 Hofmann (Lapierre, Fazzini) 1-1, 38’20 Emmerton (Berthon) 1-2, 50’57 Emmerton (Zwerger, D’Agostini) 1-3, 54’27 Klasen (Lajunen) 2-3, 59’04 D’Agostini 2-4, 59’45 Lapierre 3-4

Note: Resega, 7’200 spettatori (tutto esaurito). Arbitri Mollard, Vinnervorg; Kaderli, Kovacs
Penalità: Lugano 2×2′, Ambrì 7×2′

LUGANO – C’era una volta un Ambrì Piotta incapace di mostrarsi squadra, un Ambrì senza una guida, senza uno scopo, un Ambrì senza carattere. Prendete quell’Ambrì e dimenticatelo. È vero, una sola partita di campionato, per di più un derby non deve per forza fare da marcatore per un’intera stagione, ma in 60′ di partita, i biancoblù hanno messo sul ghiaccio ben più di quanto visto praticamente per una stagione intera l’annata scorsa.

Quando un allenatore ha le idee in chiaro e riesce a trasmetterle ai suoi giocatori questo lo si vede subito, e l’Ambrì Piotta di Luca Cereda le idee la ha avuto bene in chiaro, non male per un allenatore esordiente in serie, il cui battesimo del fuoco è avvenuto in un derby alla Resega.

Ordine, disciplina, coperture e tanto, tantissimo pattinaggio con e senza disco hanno fatto la differenza in una partita che ha fatto fatica a prendere una piega da una parte o dall’altra, ma la forza dei biancoblù è stata quella di andare avanti per la propria strada qualunque cosa fosse successa sul ghiaccio.

Con questa vittoria Luca Cereda ha spezzato un tabù che impediva alla squadra leventinese di imporsi sulla pista luganese da 11 partite, ossia dal lontano 2013. Lo ha fatto con l’impegno di tutti, conscio soprattutto dei limiti di una squadra che improvvisamente non si è trasformata in un manipolo di campioni, ma che ha saputo capire questi limiti e lavorare per aggirarli con il lavoro e la costanza.

Giocatori completamente diversi dalla scorsa stagione, un capitan Fora sicuro e pulito in ogni sua giocata, pur semplice che fosse, preciso nelle chiusure, un D’Agostini propositivo e voglioso di riscatto, persino un Conz non perfetto in qualche suo intervento e a volte quasi impacciato ma efficace e ben protetto dai suoi compagni.

Insomma, alla Resega si è visto quello che dovrà essere l’Ambrì di questa stagione, intelligente e caparbio, ma soprattutto umile, perché se partire con una vittoria in un derby è a dir poco esaltante, lo stesso carattere dovrà dimostrarlo quando arriveranno i momenti più duri.

E il Lugano? Il minimo che si possa dire è che Ireland aveva ragione a definirlo un cantiere aperto, certo è che dopo le confortanti prestazioni del preseason, non ci si aspettava una prestazione del genere.

I bianconeri sin da subito hanno mostrato insicurezza, agitazione e molta confusione sul da farsi, insomma l’esatto contrario di ciò che ci si aspettava di vedere sul ghiaccio della Resega. Come per i leventinesi, anche per il Lugano vale il discorso del primo match stagionale, non si possono trarre giudizi ancora attendibili sul proseguio della stagione, fatto sta che i bianconeri si sono mostrati tutto fuorché un’unica entità come voleva fosse il loro allenatore, ma si è basato soprattutto sulla forza dei singoli per aggrapparsi al risultato.

Non che i bianconeri non ci abbiano provato a giocare da squadra, anzi, ma ogni qual volta partiva la trama in velocità il disco rimbalzava sui pattini, andava in icing o si perdeva tra la confusione dei bastoni.

Decisamente un grigio inizio per il Lugano, dove molti uomini dovranno fare ben di più per convincere, a partire da Lajunen e Sanguinetti, molto propositivi ma anche pasticcioni, pur contanto sui soliti pilastri che sembrano sulla scia della forma della scorsa stagione, come Merzlikins, Hofmann, Fazzini e Vauclair.

Di sicuro il peggior inizio che il Lugano si potesse aspettare, ma la vittoria dell’Ambrì Piotta non fa una grinza per ciò che si è visto sul ghiaccio su un lato e sull’altro.

I leventinesi dovranno essere bravi a ripartire con la stessa umiltà già da sabato alla Valascia contro il Davos, senza farsi tradire dall’entusiasmo, mentre il Lugano dovrà subito mettersi al lavoro per tranquillizzare tutti. Perché in fondo, anche se siamo solo all’inizio del campionato, quello che si è visto stasera sul fronte bianconero non era per nulla rassicurante, al contrario del fronte biancoblù.


IL PROTAGONISTA

Luca Cereda: Non era sul ghiaccio, ma in cuor e testa sua era come lo fosse. Tutta la partita a urlare e sbracciarsi in panchina, mentre i suoi giocatori mettevano la propria testa e il proprio cuore sul ghiaccio.

L’allenatore ha esordito in LN espugnando la Resega alla prima di campionato, vincendo un duello tattico contro Greg Ireland e meritando appieno la vittoria. Il suo Ambrì Piotta è già qualcosa di molto riconoscibile per carattere e disciplina.


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HIGHLIGHTS

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