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Ambrì Piotta

L’Ambrì mostra qualche segno di vita, KO solo ai rigori a Kloten

KLOTEN – AMBRÌ

2-1

(0-0, 1-0, 0-1; 1-0)

Reti: 38’11 Bieber (Frick, Gähler) 1-0, 41’02 Emmerton (Pesonen) 1-1

Rigori: Praplan

Note: SWISS Arena, 4’612 spettatori. Arbitri Fischer, Stricker; Fluri, Gnemmi
Penalità: Kloten 6×2′, Ambrì 6×2′

KLOTEN – Meglio, indubbiamente. Nella partita di Kloten i biancoblù sono riusciti a fare qualche timido passo nella giusta direzione, riuscendo finalmente a dare dei segnali di vita dopo diverse uscite da encefalogramma piatto ed un primo tempo che non lasciava presumere nulla di buono.

Decisivo sin dai primi minuti è così stato Gauthier Descloux, autore di un’ottima prova e che ha saputo letteralmente tenere a galla l’Ambrì Piotta nella prima metà di partita, quando tre penalità nei primi 11 minuti ed un possesso inesistente hanno lasciato via libera al monologo locale.

Fortunatamente le unità di powerplay delle due squadre non hanno vissuto una grande serata – 12 opportunità ed un’unica rete, quella di Emmerton – ma le falle via via più evidenti nel gioco biancoblù potevano far temere ad una sfida in linea con le precedenti.

Alla solita sterilità nel costruire gioco si è infatti aggiunta la solita fragilità difensiva, considerando anche che dal 13esimo l’Ambrì ha dovuto giocare a sei difensori rinunciando a Gautschi, colpito in testa da una discata di Sanguinetti. Nel corso del match ha poi dovuto alzare bandiera bianca anche Guggisberg, pure lui per infortunio.

L’Ambrì ha però sfruttato un powerplay guadagnato nel finale di prima frazione per trovare finalmente qualche tiro pericoloso verso Bolthauser in apertura di periodo centrale, anche se pure in questo caso una certa ingenuità – disco spedito in tribuna da Lhotak, fallo in zona offensiva di Duca – ha immediatamente ridimensionato il momentum positivo dei leventinesi.

Complice anche un Kloten non proprio precisissimo, il boxplay della squadra di Dwyer si è comportato bene, ma al 38’11 Bieber è riuscito a trovare improvvisamente la via del gol, arrivato al termine di un cambio scellerato di Mäenpää. Il finlandese era in pista unicamente in seguito ad un infortunio che ha colpito D’Agostini in allenamento, ma la serie di errori banali e non forzati sull’arco del match continua ad avere dell’incredibile.

Buona invece la prestazione dei Rockets presenti in squadra, con in particolare Stucki a cui è stata affidata sempre più responsabilità – con tanto di rigore nell’epilogo di partita – e Noele Trisconi, che ha guadagnato ghiaccio con il passare dei minuti e che è stato capace di portare in pista una certa energia. A loro si è aggiunto l’innesto di Tommaso Goi.

Dwyer non ha dunque operato una vera rivoluzione – anzi, il cambiamento più grande è rappresentato da un’inversione di tendenza nelle gerarchie nei portieri – con in sostanza il solo Kamber a finire in tribuna in qualità di escluso “illustre”. Per tutti gli altri giocatori non impiegati la tribuna non è stata una novità.

Nel terzo periodo l’Ambrì ha poi finalmente ritrovato un gol in powerplay grazie ad Emmerton, tornato a festeggiare una rete (la numero 11) dopo quattro partite di assenza dal tabellino. Peccato non lo abbia imitato Pesonen, che sul bastone ha avuto diversi dischi interessanti, ma il finlandese continua a vivere una fase in cui non sembra più vedere la porta come in passato. Il gol gli manca oramai dall’8 gennaio e da 12 partite consecutive.

Dopo un primo periodo praticamente inesistente sul fronte offensivo (solamente cinque tiri), l’Ambrì ha combinato per un totale di 25 tiri nei 45 minuti finali e le opportunità per vincere la partita c’erano tuttw. Un powerplay a 6 minuti dalla terza sirena e uno nell’overtime avrebbero infatti potuto (e di norma dovuto) portare i biancoblù a trovare la giocata decisiva, ma il momento che la squadra sta passando non permette di avere troppi rimpianti in questo senso.

Dopo quanto visto nel recente passato, è infatti da considerare come positivo il fatto di essersi guadagnati queste opportunità di giostrare con l’uomo in più, e di aver anche applicato una certa pressione su Boltshauser. L’Ambrì deve ragionare a piccoli passi, e questi ne fanno parte.

Nell’epilogo dei rigori poi nessun biancoblù ha poi brillato particolarmente per la propria esecuzione, mentre sull’altro fronte Praplan ha trovato una bella finta ed in backhand ha battuto Descloux, la cui prestazione rimane comunque eccellente.

Ci si aspetta ora che su questa prestazione si riesca a costruire e a portare avanti il già famoso “processo” tanto caro a coach Dwyer, inceppatosi dopo un paio di partite e che deve ricominciare ad ingranare al più presto. A Kloten la squadra è tornata a giocare un hockey discreto, anche se la fragilità dell’intero organico appare evidente. In questo senso l’inserimento di un paio di volti nuovi è sembrato fare bene.

Ora da giocare resta solamente la sfida di sabato contro il Losanna, prima di iniziare un girone di playout che rappresenterà una sorta di fase di preparazione per la serie contro il Friborgo. Rimangono sette partite per riuscire a fare più passi avanti possibile.

fattore2GLI SPECIAL TEAMS: In una partita che, specialmente nelle sue prime fasi ed in quelle finali, è stata caratterizzata da diverse penalità su ambo i fronti, è inevitabile che gli special teams abbiano giocato un ruolo fondamentale nell’economia del risultato.

Ad avere la meglio sono però stati i boxplay delle rispettive squadre, aiutati invero da delle unità di powerplay ben poco ispirate.

Sostanzialmente quelle fasi che avrebbero potuto orientare la sfida in una direzione piuttosto che l’altra hanno “deciso di non decidere”, ed allora si è arrivati ai rigori con un grande equilibrio.

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