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Ambrì Piotta

L’Ambrì ha di che recriminare, ma i biancoblù sono ancora acerbi

La squadra di Cereda gioca due buoni periodi, ma non sfrutta le sue chance e la reazione al secondo gol ospite è insufficiente. Il lavoro inizierà a livello collettivo

L’Ambrì ha di che recriminare, ma i biancoblù sono ancora acerbi

AMBRÌ – RAPPERSWIL

1-5

(1-1, 0-1, 0-3)

Reti: 3’58 Cervenka (Jelovac) 0-1, 6’52 D’Agostini (Hächler) 1-1, 37’25 Rowe (Lehmann) 1-2, 43’48 Profico (Cervenka, Clark) 1-3, 49’46 Clark (Cervenka) 1-4, 54’22 Lhotak (Wick) 1-5

Note: Valascia, 2’287 spettatori. Arbitri Hebeisen, Piechaczek; Pitton, Gurtner
Penalità: Ambrì 2×2′ + 10′, Rapperswil 5×2′

Assenti: Patrick IncirChristian PinanaJulius NättinenIsacco Dotti (infortunati), Elia MazzoliniGiacomo Dal Pian (sovrannumero)

AMBRÌ – Ora per l’Ambrì Piotta è arrivato il momento di unirsi, sia in risposta ad un inizio di stagione ancora avaro di risultati concreti, sia per riuscire ad affrontare in maniera più compatta alcune delle fasi critiche che si presentano nel corso delle partite.

La sconfitta contro il Rapperswil ha messo in evidenza entrambi i lati attuali del gruppo di Cereda, capace di iniziare molto bene la partita ma poi praticamente impotente quando si è trovato a dover imbastire una reazione dopo l’amaro 1-2 caduto sostanzialmente in shorthand.

Sicuramente le cose sarebbero anche potute andare diversamente, soprattutto a risultato di una prima metà di gara in cui i biancoblù si sono fatti preferire complessivamente ai Lakers in maniera piuttosto netta, ma nuovamente la mancanza di concretezza ha tagliato le gambe a D’Agostini e compagni.

Il canadese dopo 6’52 era riuscito con una staffilata delle sue in powerplay a firmare la prima rete della stagione leventinese, ma l’Ambrì ha poi vanificato una grande serie di opportunità, alcune ben disinnescate da Nyffeler mentre altre reclamavano maggior precisione o mordente.

Si è così sviluppata con il passare dei minuti una sfida in cui la squadra di Cereda si è costruita sin troppi motivi per recriminare sul risultato – tra cui i due pali colpiti nel primo tempo – ma è venuta a galla anche una certa mancanza di maturità nel gestire come gruppo alcune situazioni.

Certo, a livello di individualità l’Ambrì è ben lontano dal raggiungere il massimo del suo potenziale – errori come quello di Hächler vanno evitati, mentre l’impatto di stranieri ed altri attori principali dovrà aumentare in maniera importante – ma è come gruppo che la squadra deve crescere, ed in questo senso non vanno comunque dimenticati i buoni segnali a livello strutturale dello scorso weekend.

Quanto visto sul ghiaccio in queste prime uscite stagionali impone però anche una certa pazienza, perché se da un lato i leventinesi hanno innegabilmente un certo potenziale, è altresì evidente che la squadra di Cereda si trova in una fase ancora “acerba” e che per maturare avrà bisogno di un po’ di tempo.

Il terzo periodo di venerdì sera è lì a ricordare come il lavoro debba però partire a livello corale e di mentalità. Con una sola rete di scarto e 20 minuti da giocare l’Ambrì si è infatti reso protagonista di un terzo tempo insufficiente, incapace di reagire alla doccia fredda rappresentata dall’1-2 di Rowe e poi praticamente assente dal ghiaccio dopo la terza segnatura firmata da Profico.

Questo è indubbiamente l’aspetto che più darà da pensare allo staff, e che rappresenterà la base anche quando a livello individuale i tanti giocatori attualmente poco brillanti inizieranno ad alzare i giri del loro motore.

Da Flynn a Novotny, da Zweger a Müller e passando anche per Fora, l’Ambrì avrà presto bisogno che i suoi uomini migliori indichino la via ed inizino a brillare maggiormente. Qualche progresso lo sta facendo D’Agostini, ma in maniera ancora troppo irregolare per essere determinante.

L’Ambrì Piotta insomma è ancora in attesa di fare il primo importante passo avanti in questo campionato, dopo aver sinora solamente “tratteggiato” un potenziale che si è però anche scontrato con gli attuali limiti del gruppo.

Sull’altro fronte i vari Cervenka, Clark e Rowe hanno ricordato quanto sia importante poter contare su degli uomini chiave, ma con diversi elementi reduci da infortuni ed un’identità da “riaccendere” nonostante la mancanza di un elemento chiave come la spinta del pubblico, i leventinesi hanno ancora alcune sfide “preliminari” da superare prima di potersi mostrare al meglio. La partita contro il Rapperswil ne è stata una chiaro esempio.


IL PROTAGONISTA

Roman Cervenka: Lo si riconoscerebbe tra mille. L’attaccante ceco ha un’eleganza nel suo incedere e delle mani eccezionali che lo rendono un giocatore unico nel nostro hockey, di quelli capaci di fare la differenza e di rendere migliore un’intera squadra.

Anche alla Valascia il ceco ha dettato i ritmi, smistato puck ed organizzato il gioco, firmando una rete e due assist di prima. È il vero architetto del gioco dei Lakers, un perno che per Tomlinson è imprescindibile.


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HIGHLIGHTS

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