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Ambrì Piotta

L’Ambrì domina il derby contro un Lugano imbarazzante

Non c’è stata partita alla Valascia. I biancoblù hanno portato carica e intensità sin dai primi minuti, spazzata via una squadra di Kapanen fragile e confusa

L’Ambrì domina il derby contro un Lugano imbarazzante

AMBRÌ – LUGANO

7-2

(3-0, 1-1, 3-1)

Reti: 00’38 Flynn (D’Agostini, Fora) 1-0, 6’04 Mazzolini (Incir, Dal Pian) 2-0, 14’08 Fohrler (Zwerger, Fora) 3-0, 28’18 Fazzini (Riva, Sannitz) 3-1, 31’25 Fischer (D’Agostini) 4-1, 45’57 Flynn (Zwerger, D’Agostini) 5-1, 49’14 Müller 6-1, 49’45 D’Agostini (Trisconi) 7-1, 54’27 Riva (Suri, Lajunen) 7-2

Note: Valascia, 6’038 spettatori. Arbitri Lemelin, Vikman; Obwegeser, Ambrosetti
Penalità: Ambrì 5×2′, Lugano 7×2′ + 1xrigore

AMBRÌ – Impressionante, in tutti i sensi. Il derby di martedì ha dato un responso secco e preciso, che non lascia spazio a troppe interpretazioni dopo una partita dominata in ogni settore dell’Ambrì Piotta, che ha spazzato via con merito un Lugano autore di una prova che si può tranquillamente definire vergognosa.

La squadra di Cereda non ha inventato nulla di nuovo, ha portato in pista i suoi punti di forza e lo ha fatto con grande determinazione ed intensità, mentre il gruppo di Kapanen si è sgretolato dopo una manciata di minuti senza avvicinarsi mai nemmeno lontanamente al livello di coinvolgimento degli avversari.

L’Ambrì ha colpito subito, la prima volta dopo 38 secondi e in altre due circostanze prima del quarto d’ora, ed il derby è praticamente finito lì. Certo, una sfida va giocata per 60 minuti ed il gol di Fazzini avrebbe anche potuto riaccendere la fiamma sopita dei bianconeri, ma di fatto nulla è mai iniziato a funzionare per un Lugano mai come martedì apparso senza capo ne coda.

L’immagine della sfida la si è infatti trovata già nel primo tempo, con un cambio impressionante in zona offensiva dei leventinesi, mentre Chiesa e compagni si sono fatti a lungo “sballottare” completamente fermi sulle gambe. Un accenno di reazione è arrivato nel periodo centrale, ed in fondo anche nella prima frazione di gara qualche chiara occasione il Lugano se l’è costruita, ma sottolineare questi aspetti significherebbe cercare un’eccessiva positività nell’ambito di una prestazione davvero preoccupante e insufficiente in tutto e per tutto.

Sull’altro fronte l’Ambrì vive una situazione agli antipodi, con un’unità di squadra che arrivati a questo punto ha dell’incredibile. L’incessante serie di infortuni non ha infatti mai intaccato la convinzione dei biancoblù, e martedì è arrivata una nuova conferma di come un sistema solido unito alla reale volontà di dare tutto possa creare un mix che ha del miracoloso.

La squadra di Cereda ha pattinato il doppio degli avversari, ha vinto praticamente ogni battaglia ed ha portato sul ghiaccio quelle emozioni che il Lugano anche questa volta non ha saputo pareggiare. La quarta rete di Fischer ha definitivamente affossato gli uomini di Kapanen, che nel terzo tempo ha anche cercato di dare un ulteriore stimolo ai suoi togliendo il portiere per giocare un 6-contro-4 ad una decina di minuti dal termine, ma l’encefalogramma dei suoi era destinato a restare piatto.

In un contesto del genere si è logicamente perso pure il debuttante David McIntyre, sostanzialmente invisibile ma anche non valutabile in una prima apparizione in bianconero avvenuta in un contesto decisamente singolare. È però chiaro che tra le altre cose, a questo Lugano è mancata personalità, ingrediente che l’Ambrì sta invece trovando in sempre più giocatori dopo che ad inizio stagione era in questo senso mancato un po’ di “pepe”.

La squadra di Cereda sta crescendo. Tre vittorie consecutive e cinque nelle ultime sette partite stanno permettendo ai biancoblù di riprendere il ritmo delle dirette avversarie – nessuno guardi, ma la linea è a tre punti – e ciò che più conta è che tutto il gruppo sta contribuendo in maniera importante. Nel derby è mancata la rete di Sabolic, ma pure lui ha fornito una buona prova e dal suo rientro sembra mostrare una maggiore determinazione.

Sul fronte Lugano c’è invece naturalmente da lavorare, ed anche se non lo si è scoperto alla Valascia – nonostante due successi nelle precedenti tre, pensare di essere usciti dalla crisi era una visione probabilmente troppo positiva – gli occhi lucidi di capitan Chiesa e le facce scure dei suoi compagni lasciano intendere che la soluzione ai tanti problemi che affliggono i bianconeri non è ancora dietro l’angolo.


IL PROTAGONISTA

Luca Cereda: Se gli chiederete delle difficoltà portate dai tantissimi infortuni, lui vi dirà di essere abituato a lavorare con il materiale a disposizione, e così è stato anche martedì.

Il coach ha mandato in pista una squadra estremamente motivata, compatta e pronta ad aggredire l’avversario, e proprio in questo modo l’Ambrì ha fatto suo un derby che il Lugano non era colpevolmente pronto a giocare.


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