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Lugano

Kloten è ancora un incubo, bianconeri travolti 5-1

Mai in partita, il Lugano non riesce a reagire e il match si chiude nel periodo centrale. Prestazione allarmante per scarsa attitudine e intensità fisica da parte di buona parte della squadra

Kloten è ancora un incubo, bianconeri travolti 5-1

KLOTEN – LUGANO

5-1

(2-0, 3-0, 0-1)

Reti: 12’22 Praplan (Hollenstein, Santala) 1-0, 15’58 Sallinen (Von Gunten) 2-0, 20’38 Santala (Praplan, Hollenstein) 3-0, 30’13 Marchon (Leone, Kellenberger) 4-0, 36’48 Santala (Praplan, Hollenstein) 5-0, 49’48 Fazzini (Klasen, Cunti) 5-1

Note: SWISS Arena, 6’311 spettatori. Arbitri Eichmann, Tscherrig; Altmann, Kovacs
Penalità: Kloten 4×2′, Lugano 6×2′

KLOTEN – Se la prima trasferta di Kloten era coincisa con la peggiore prestazione (perlomeno fuori casa) da parte dei bianconeri, la seconda visita a casa degli aviatori ha saputo proporre anche cose peggiori.

Difficile prevedere una disfatta del genere sulla pista del fanalino di coda, anche se le premesse nella squadra di Ireland facevano comunque presagire un sfida impegnativa. Premesse che parlano di giocatori infortunati, partiti per le nazionali giovanili, altri pure con l’influenza, ma anche a mettere assieme tutto questo un naufragio come quello di venerdì sera è complicato spiegarlo.

Complicato o forse impossibile perché come aveva sempre predicato Greg Ireland, l’attitudine e la disciplina vanno oltre le assenze, in questo caso il Lugano ha completamente dimenticato il vangelo del proprio coach.

Ora sì, ci si può preoccupare, con la speranza che la pausa dedicata alla Coppa Spengler e alle feste natalizie riporti i giusti valori in casa luganese, perché alla Swiss Arena ogni briciolo di quell’orgoglio e di quella voglia di arrivare in fondo che avevano portato il Lugano fin lassù al secondo posto si sono completamente polverizzati.

Un primo tempo vuoto, con poco pattinaggio, pochissimi pericoli per Boltshauser, praticamente nessuno ispirato abbastanza da portare pericoli costanti, salvo le solite proposizioni generose di Vauclair, l’ultimo a mollare come ultimamente è sempre successo.

Il risultato parziale di 2-0, pienamente meritato da parte degli uomini di Schläpfer è oltretutto nato in due power play in cui i bianconeri non sono nemmeno riusciti a piazzarsi tanto, che le due situazioni di inferiorità numerica decisive sono durate complessivamente 15 secondi, con uno slot difensivo che pareva più la pista dell’aeroporto che quella di ghiaccio.

È però nel periodo centrale che il Lugano ha saputo incredibilmente dare il peggio di sé, con un’entrata in materia di quelle eccezionali sotto il profilo della concentrazione e della disciplina (sarcasmo, per chi non lo avesse colto). In pratica il Kloten ha saputo dare il colpo di grazia ai bianconeri già dopo 38” nel periodo centrale, sfruttando una situazione di penalità differita, 3-0 e storia chiusa contro uno sconsolato Merzlikins, entrato nel primo tempo per sostituire l’ammalato Manzato.

Già perché questo non è il Lugano che ha saputo rimontare 3 reti in casa del Berna (come sembrano lontani quei tempi..) o al Losanna alla Resega, questo è un Lugano che non ha saputo colpo ferire, una preda ferita che si è lasciata prendere al collo dal predatore senza opporre resistenza cadendo fin sul 5-0.

Inutile perdersi nella descrizione di un terzo tempo accademico che ha portato la sola rete di Fazzini, si spera perlomeno che Klasen e compagni abbiano preso quel tempo per cominciare a pensare a cosa dirsi faccia a faccia negli spogliatoi.

Perché è in questi casi che deve uscire l’orgoglio, la rabbia e l’odio per le sconfitte, le attenuanti ci possono stare solo quando la prestazione è all’altezza del proprio nome, quello che sta davanti alla maglia, anche perché la scusa della stanchezza è stata smentita in primis dai giocatori stessi.

Ora un ultimo impegno in casa contro il Bienne, per andare in pausa con una vittoria, per ritrovare di nuovo la Resega e per riordinare le idee da parte di tutti, Ireland compreso. E magari, viste alcune prestazioni particolari (anche se puntare il dito sul singolo non aiuta) per cominciare a pensare a quelle licenze per stranieri ancora lì sul tavolo.


IL PROTAGONISTA

Tommi SantalaIl vecchio leone ha ruggito ancora. Contro una difesa che non ha saputo arginare lo slot e far valere il proprio peso, il centro finlandese ha potuto ancora dire la sua, firmando una doppietta e realizzando il gol del 3-0 al 20’38 che ha mandato tutto agli archivi.

Sempre nel mezzo della zona calda, ha avuto fin troppa vita facile per far valere il suo fisico e la sua intelligenza di gioco.


HIGHLIGHTS

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