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Interviste

Ireland: “Alla Valascia si è visto cosa dobbiamo fare per vincere, i punti arrivano dal sacrificio”

Il coach bianconero ha avuto la giusta reazione dopo i cambiamenti nel lineup: “Avevamo bisogno di trovare alchimie differenti e mettere alcuni nostri giocatori in situazioni diverse dal solito”

AMBRÌ – Dopo tre sconfitte consecutive, il Lugano che si è presentato alla Valascia era ben diverso da quello visto all’opera nelle uscite più recenti, a partire da uno spirito di sacrificio e da una volontà di metterci il fisico che ha saputo fare la differenza.

“Siamo stati molto bravi a bloccare i tiri”, afferma come prima cosa coach Greg Ireland. “Dopo 40 minuti ne avevamo bloccati 15, numero che rappresenta praticamente il totale delle nostre due partite precedenti… Questa è una delle differenze tra perdere e vincere, non si ha successo cercando di fare i furbi sul ghiaccio con delle giocate belle da vedere. L’hockey ti premia quando ti impegni fisicamente e si è disposti a giocare delle partite dure e ruvide”.

Proprio da un tiro bloccato è nato il 3-0 che ha praticamente chiuso la partita, e a bloccare quel tiro è stato Linus Klasen, giocatore che solitamente non si mette in evidenza in quelle zone della pista.

“Quell’episodio ha mostrato una grande leadership da parte sua, e testimonia quanta voglia abbia di avere successo. Linus sta diventando un giocatore efficace in entrambe le zone della pista, ed è disposto anche lui a sacrificarsi in retrovia”, ha spiegato Ireland.

I bianconeri hanno dunque ottenuto la reazione che cercavano dopo le incertezze delle ultime partite. “Venerdì abbiamo giocato il peggior primo tempo dell’anno… Abbiamo poi controllato il gioco per gli altri 40 minuti, ma la squadra ha perso perchè “barava” in pista e non siamo andati dove fa male. Questo è colpa mia, sono il comandante della nave e se succedono cose del genere ne sono responsabile. Alla Valascia abbiamo invece trovato un ottimo livello di competitività, etica del lavoro e sacrificio”.

Il Lugano ha così evitato che le difficoltà si traducessero in quattro sconfitte consecutive. “La cosa più importante quando si perde, è la risposta nella partita successiva”, continua Ireland. “Probabilmente la cosa ci era già sfuggita di mano più del dovuto con quelle tre sconfitte, abbiamo regalato troppi punti e per questo non ci sono scuse. Nella vittoria contro l’Ambrì il fattore più importante non sono però i punti, ma il processo che ci ha portato ad avere successo… Il messaggio alla nostra squadra è chiaro, se si fa ciò che è necessario per vincere, poi il risultato finale è una conseguenza”.

Risultato che il coach ha cercato di raggiungere operando diversi cambiamenti nella composizione del suo lineup. “È da pazzi continuare a perdere senza cambiare nulla. Avevamo bisogno di trovare alchimie differenti e mettere alcuni nostri giocatori in situazioni diverse dal solito. Solitamente amo la continuità, ma eravamo al punto di dover prendere queste decisioni”.

Un ultimo appunto va a Cunti, autore di una rete importante e di una partita molto completa. “Il suo gol è stato importante, ma ha fatto molto di più che segnare. Per lui trovare la via del gol è fondamentale, perchè gli dà fiducia in ciò che sta facendo, ma della sua partita ho apprezzato molto le piccole cose… Ha incassato colpi, lavorato sodo in difesa e agli ingaggi. Il suo gol è per me un bonus, ma l’alto minutaggio che ha ricevuto è dovuto a tutto il resto del lavoro che ha svolto”.

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