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Il potere delle statistiche avanzate nell’hockey: Corsi e Fenwick

Quanti di voi hanno visto il film “Moneyball”? La pellicola racconta la storia di Billy Beane, GM della squadra di baseball degli Oakland Athletics, franchigia poco attrezzata finanziariamente ma che riesce incredibilmente a farsi valere grazie all’uso rivoluzionario delle statistiche. Un processo simile, seppur non di questa caratura, è in corso anche nel mondo dell’hockey.

Le chiamano “Advanced statistics” e, nonostante ci siano ancora parecchi scettici che rifiutano di “adottarle”, sono sempre di più gli analisti NHL che ne fanno affidamento.

Le due principali “nuove” statistiche vengono chiamare “Corsi” e “Fenwick”, la prima in onore di Jim Corsi, ex allenatore dei portieri dei Buffalo Sabres autore di una formula che stabiliva quanto un portiere fosse stato impegnato in partita, per poi determinare il carico di lavoro da assegnargli il giorno dopo in allenamento. Il suo concetto venne modificato dal blogger Vic Ferrari, che adattò la formula per i giocatori di movimento, creando il “corsi rating”.

La statistica “Corsi” misura sostanzialmente il numero di tiri scagliati verso la porta avversaria, compresi i tiri bloccati e quelli fuori dallo specchio. Questo dato viene messo in rapporto con quanto fatto dagli avversari, dando vita ad una sorta di statistica +/- (che può essere espressa in %) che rispecchia l’andamento del gioco.

La statistica “Fenwick” è molto simile, ma non tiene conto dei tiri bloccati, in quanto non potrebbero mai rappresentare un’occasione da gol. La Fenwick viene considerata come una statistica migliore per valutare le prestazioni di una squadra, mentre la Corsi viene solitamente impiegata per valutare i singoli giocatori.

Entrambe sono uno specchio concreto del possesso del disco durante la partita, seppur approssimativo dato che nell’hockey non viene misurato sistematicamente questo tipo di dato.

La classifica “Corsi” della regular season NHL 2013/14

Il tutto parte della banale assunzione che per vincere le partite bisogna avere il puck il più spesso possibile e bisogna scagliarlo verso la porta avversaria. Di riflesso, queste due statistiche avanzate sminuiscono parecchio il valore della statistica “tiri bloccati”, dato che denota una grave mancanza di possesso del disco.

Un esempio concreto: osservando le ultime 4 vincitrici della Stanley Cup, ben 3 squadre erano al vertice della classifica Corsi durante la stagione. Quest’anno i San Jose Sharks e i St. Louis Blues sono state eliminate al primo turno da degli avversari che hanno terminato la regular season dietro di loro in classifica, ma entrambe Los Angeles Kings e Chicago Blackhawks avevano una statistica Fenwick decisamente migliore.

In maniera analoga, dal punto di vista statistico non deve sorprendere che i Minnesota Wild siano riusciti ad estromettere i Colorado Avalanche. Gli Avs erano infatti una pessima squadra dal punto di vista delle statistiche avanzate, ma hanno disputato un’ottima stagione grazie alle incredibili prestazioni del portiere Varlamov, che a lungo andare non li ha però potuti salvare dall’eliminazione. I Wild hanno invece vinto nonostante fossero costretti a schierare il loro terzo e quarto portiere della rosa, ma sull’arco delle sette partite la loro statistica Fenwick era ampiamente migliore.

L’unica apparente falla in questo sistema è rappresentata dai portieri, capaci con le loro prestazioni di far saltare ogni logica dei numeri. Ne sono un chiaro esempio Varlamov dei Colorado Avalanche e Price dei Montreal Canadiens, capaci di portare le loro squadre nei playoff nonostante si trovassero rispettivamente al 25esimo e 26esimo posto nella classifica Corsi.

Per contro, i Devils non si sono qualificati al post season nonostante una statistica Corsi che era la terza in tutta la NHL. Cosa è successo? Brodeur ha giocato troppe partite in maniera mediocre, mentre il miglior portiere a livello statistico – Cory Schneider – è stato impiegato solamente in 45 occasioni. Altri esempi di squadre “salvate dai portieri” sono i Columbus Blue Jackets del 2008/09 con Steve Mason oppure i Phoenix Coyotes del 2011/12 grazie a Mike Smith.

Se siete interessati ad approfondire l’argomento, tante informazioni interessanti sono disponibili su extraskater.com e Outnumbered. Che ne pensate di questo nuovo modo di vedere l’hockey?

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