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Il Lugano torna da Davos con il pieno di punti e di fiducia

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DAVOS – La terribile serie di cinque trasferte consecutive in programma per il Lugano ha avuto il suo capolinea a Davos. Prima del match in terra grigionese il bilancio dei bianconeri in queste partite “extra muros” era in parità, con due vittorie piene (a Berna e Zurigo) e due sconfitte (Ginevra e Ambrì) con un bilancio di 8 reti segnate e 7 subite. Questi numeri servono a dare un’idea di questo parziale cammino del Lugano, più bravo fuori che in casa, ma stanno anche a sottolineare l’importanza di queste trasferte, giunte in un momento delicato di questo inizio stagione.

Tra le scelte di Fischer per la partita alla Vaillant Arena – oltre a quella già comunicata riguardante la partenza di Jordy Murray – spiccavano quelle dei portieri. Infatti, a sorpresa, ma forse nemmeno molto, Merzlikins è stato scelto come titolare, e il rientrante Flückiger ha fatto la sua comparsa come secondo. Altri cambiamenti sono stati apportati nelle linee d’attacco, apparse più equilibrate e in generale più veloci, grazie agli spostamenti di Micflikier con Mclean e Kostner, e di Walsky con Walker e Fazzini e infine Reuille a far compagnia in prima a Metropolit e Dal Pian.

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Sin dal via il Lugano si è fatto notare per una grande presenza in zona neutra, con difensori molto alti nelle loro posizioni, ma attaccanti bravi nel back checking. E ciò ha messo grande difficoltà nei piani di Del Curto, che, incassata la prima rete del Lugano firmata da capitan Hirschi, si è visto costretto a chiamare il time out già dopo 10’ di gioco. L’effetto sortito non è stato quello sperato, e nemmeno 1’40” in doppia superiorità numerica sono bastati per far vacillare la difesa bianconera.

L’unica disattenzione è stata pagata però a caro prezzo, e dopo pochi secondi dall’inizio del terzo centrale, oltretutto con il Lugano in power play è arrivato il pareggio di Lindgren. La bravura del Lugano da lì in avanti è stata semplicemente quella di non impaurirsi, di andare avanti con il proprio gioco come se nulla fosse. Ci ha pensato poi Kostner su azione di ingaggio a dare quella spinta in più ai suoi compagni, che hanno cominciato a pressare incessantemente il portatore del disco di turno, piazzando uomini davanti all’insicuro Noronen, e come per magia (ironico) sono cadute altre due reti, entrambe guarda caso lavorando duramente davanti al portiere, grazie a Micflikier e Walsky.

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Queste due reti in rapida successione, hanno suggellato il grande momento di Metropolit e compagni, che una volta tanto sono riusciti a raccogliere appieno i frutti dei loro momenti di massimo sforzo offensivo, come solo in poche occasioni era capitato finora. Momento “sì” del Lugano coinciso con quello “no” del Davos, che si è visto privare per infortunio prima Koistinen e più tardi Paulsson. E nemmeno la rete di Hofmann in apertura del terzo periodo – ah, queste partenze “leggere”.. – ha scalfito la fiducia tra le fila ospiti, che anzi hanno messo a segno altre due reti con Fazzini e Micflikier e hanno sostanzialmente controllato con grande autorità il resto della contesa (solo la seconda sconfitta casalinga per il Davos) come dimostrano i tiri in porta, 35 a 31 (8-14, 15-11, 12-6) a favore del Lugano e molto spesso arrivati con maggior pericolosità dalle parti di Noronen, in seguito sostituito da Schwendener.

A far la differenza a favore del Lugano sono stati il forechecking in zona neutra, che ha tolto il respiro al Davos, e la grande presenza offensiva nello slot avversario. Oltre a queste due qualità, Fischer ha preparato la sfida sul piano tattico in maniera perfetta, vedendo come i suoi hanno giocato in crescendo e controllato con autorità il match nel terzo tempo. Le linee offensive modificate stanno portando quell’equilibrio tra le fasi di gioco che era da ritrovare, e anche la velocità degli schemi di gioco comincia ad aumentare grazie anche all’assimilazione maggiore da parte della squadra.

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È stata una grande prova di squadra, ma tra i singoli qualcuno merita in particolare. Come Merzlikins, che si conferma portiere “vero”, dal grande carattere e talento, che sa infondere tranquillità con i suoi interventi. Tra i difensori si è distinto Hirschi, preciso, pulito e spesso al tiro – oltre che in gol – così come il suo compagno di linea Kparghai, che in partite veloci e fisiche come questa si esalta particolarmente.

In attacco non si può non sottolineare la prova di Micflikier, autore di due reti e un assist, e attivissimo per tutto il match. L’amalgama con Mclean e Kostner ha già prodotto una linea veloce e completa. Continua impressionare Dal Pian, stupefacente per intelligenza e visione di gioco, e molto dotato dal lato tecnico, in questo momento si merita appieno il posto in prima linea frutto della meritocrazia attuata da Fischer.

Il bilancio di queste trasferte è positivo, cogliere 9 punti su 15 su certe piste non è stato uno scherzo, e chissà che vincere alla Resega contro il Losanna non possa dare lo slancio definitivo alla stagione che sta cominciando a regalare buoni equilibri alla squadra, dando ragione anche alle scelte di formazione e di mercato di Fischer. Ma soprattutto, andare alla pausa sopra la fatidica riga e reduce da un paio di belle vittorie rasserenerebbe ulteriormente tutto l’ambiente.

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