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Lugano

Il Lugano supera i Lions all’overtime e li sfiderà nei quarti di finale

LUGANO – ZSC LIONS

3-2

(1-0, 1-1, 0-1; 1-0)

Reti: 10’29 Hofmann (Brunner, Vauclair) 1-0, 26’27 Wick (Shannon) 1-1, 30’04 Sannitz 2-1, 50’57 Suter (Nilsson, Herzog) 2-2, 62’03 Martensson (Klasen, Furrer) 3-2

Note: Resega, 5’793 spettatori. Arbitri Fischer, Stricker; Borga, Küng
Penalità: Lugano 12×2′, ZSC Lions 9×2′

LUGANO – Dopo 13 lunghi anni Lugano e ZSC Lions tornano ad affrontarsi nei playoff. È questo il verdetto scaturito dalla sfida proprio tra bianconeri e tigurini nell’ultima giornata di regular season, trasformatasi quindi in una prima prova in vista dei quarti di finale.

In fondo è stata sì una prova di playoff, soprattutto a partire dal secondo tempo, quando il match è diventato una sorta di infinito dentro e fuori dalle panchine dei penalizzati, con colpevole incapacità degli arbitri di tenere a bada gli animi e di dare una linea chiara all’incontro e alla famosa “tolleranza zero”, estratta a sorte dal sacchetto dei tombolini quando più gli aggradasse.

Aldilà di questo il segnale è che sia Lugano che ZSC Lions si sono dimostrati pronti ai giochi che contano, giocando anche un hockey di qualità, meglio il Lugano nel primo periodo, meglio i Lions nel terzo.

Da parte bianconera si sono confermati i progressi visti nelle ultime settimane, con una difesa che regge l’urto e ha subito la prima rete a 5 contro 5 dopo 280′ (un dato molto importante) e un box play impressionante per la qualità del lavoro e la capacità di chiudere gli spazi.

Tra tutto questo bel lavoro di squadra, con qualche individualità in crescendo quali Klasen e Brunner, i rimpianti del Lugano stanno in qualche occasione da rete non sfruttata soprattutto nel primo tempo, ma ancora una volta i bianconeri hanno dimostrato di saper creare gioco e occasioni con quattro blocchi, con ali intercambiabili e capaci di lavori differenti (vedasi Lapierre e Sannitz in particolare).

Contro dei Lions che fanno del possesso del disco la loro arma migliore, i ragazzi di Ireland hanno interpretato la gara con furbizia, gestendo al meglio le forze e i tempi dei cambi di linea, anche quando, nel periodo centrale, sono stati costretti a giocare per diverso tempo in inferiorità numerica, con giocatori penalizzati per 4 o 6 minuti consecutivamente.

In questo caso si è ancora rivelata ottima la gestione del minutaggio da parte dello staff tecnico, con i giocatori in sovrannumero come Reuille e Riva mandati a fare cambi regolari anche una volta terminate le penalità.

La cosa su cui hanno sofferto di più i bianconeri semmai sono stati i dischi persi in zona neutra che hanno lasciato qualche corridoio di troppo per Wick e compagni, ma è stato un rischio corso per poter attuare un forecheck molto alto già in entrata di terzo offensivo, sul quale gli ospiti hanno spesso sofferto.

Proprio con questo forecheck è nato un episodio che farà sicuramente discutere, quando Walker in situazione di penalità differita sul conto del Lugano, con un tocco di bastone ha sospinto in rete il disco (probabilmente toccato anche da un difensore) con Schlegel uscito per fare spazio a un sesto uomo.

L’arbitro ha annullato la rete dopo una lunga discussione con i colleghi, resta il fatto che il Lugano non era in controllo del disco nonostante il tocco e quello sarebbe stato il gol del 3-1 in favore dei bianconeri.

Era chiaro che con il passare del tempo il gioco andasse a favore degli ospiti, i quali attendevano al varco il Lugano al primo errore mentre cercava la vittoria che sarebbe valsa il sesto posto, e la punizione è arrivata per mano di Pius Suter al 51′ con la rete che ha sancito la sfida dei quarti.

Quarti di finale poi lanciati dalla rete di Martensson nell’overtime, lui che negli scorsi playoff era stato uno dei protagonisti, ma dal quale in questa stagione, dopo un buon inizio, non si sono visti certo segnali incoraggianti.

Il Lugano è una squadra “sana” e in forma, in una striscia di cinque vittorie consecutive, tornata a pieno regime nel suo insieme, ma mancano ancora gli spunti dei fuoriclasse, e in questo momento si stanno concedendo due stranieri “e mezzo” agli avversari. Da una parte questo può far preoccupare i pessimisti, dall’altra rinfranca gli ottimisti vedendo l’ampio margine di miglioramento. La verità? Come sempre probabilmente sta nel mezzo e sarà sempre il ghiaccio a sentenziarla.

E allora che Lions siano.

fattore2UN SUSSULTO ATTESO UN MESE E MEZZO: La rete di Tony Martensson nell’overtime è stata la prima del centro svedese dal lontano 7 gennaio.

Il numero 9 ha segnato un gol “dei suoi”, piazzato lì davanti al portiere col bastone sul ghiaccio ad attendere il disco giusto, un esercizio che un anno fa aveva regalato molte gioie ai bianconeri.

Che questo gol, molto atteso per un giocatore finito spesso sotto la doccia gelida della critica, che i tifosi si augurano possa essere d’auspicio, per ritrovare un giocatore che si era rivelato preziosissimo nei giochi per il titolo, e che dovrà giocoforza esserlo di nuovo se il Lugano vorrà fare strada.

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