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Lugano

Il Lugano suda sette camicie per piegare un orgoglioso Bienne

LUGANO – BIENNE

3-1

(0-0, 0-0, 3-1)

Reti: 44’13 Bertaggia (Walker, Stapleton) 1-0, 47’36 Vauclair (Walker, Martensson) 2-0, 52’35 Pettersson 3-0, 54’35 Rossi (Maurer) 3-1

Note: Resega, 4’943 spettatori. Arbitri Eichmann, Mollard; Borga, Kohler
Penalità: Lugano 4×2′, Bienne 3×2′

LUGANO – La volata finale prima della pausa natalizia, che per il Lugano significa Coppa Spengler, prevede un calendario relativamente più facile per i bianconeri, almeno sulla carta, che dispongono di diverse “cartucce” per mettere prezioso fieno in cascina.

Dopo le preziose vittorie contro Friborgo e Berna alla Resega è giunto il disastrato Bienne, ultimo in classifica con un coach traballante. Guai a sottovalutare squadre apparentemente alla deriva, e viste le assenze di Brunner e Hofmann in casa Shedden, c’è poco da abbassare la tensione. Il coach canadese ha recuperato il solo Vauclair, mentre agli assenti si è aggiunto l’ammalato Kienzle, sostituito da Romanenghi.

Il Bienne ha contribuito a tenerla alta la tensione, applicando un fastidioso e pressante forechecking sin dalle prime battute di gioco, mettendo apprensione ai portatori del disco bianconeri, forse sorpresi – a torto – di essere davanti a una serata facile. Già nel primo periodo Merzlikins ha dovuto effettuare un paio di miracoli, con i suoi compagni in difficoltà nelle ripartenze e spesso indotti all’errore, anche banale dalla pressione ospite.

Il Lugano ha cercato di mettere la chiesa al centro del villaggio operando transizioni più semplici e manovrando il disco nel terzo offensivo, e ha cominciato a crearsi diverse occasioni da rete. I pali di Klasen e Pettersson hanno fatto però solo da contraltare alle occasioni ospiti, sempre pericolosi quando si trattava di uscire dalla zona neutra col disco sul bastone, operazione riuscita più a Macenauer e compagni che al Lugano.

Un Lugano impreciso, capace di pungere con continuità grazie alla linea degli svedesi, e anche se Bertaggia e Walker hanno fatto una grande partita trovando anche una bella rete, il blocco formato da Brunner e Hofmann comincia a mancare per la mancanza di profondità nel roster offensivo di qualità. Più in difficoltà la difesa, in particolare con la coppia formata da Hirschi e Vauclair, spesso in affanno e in ritardo sulle entrate in pista degli avversari, capaci di sovrapporsi con facilità agli avversari.

In questo ambiente condito da diversi errori c’è stato però del positivo, come il fatto che la sfida, per parecchio tempo ancorata sullo 0-0 è diventata anche spettacolare e ricca di suspence.

Il Bienne è crollato quando ormai si era capito che non sarebbe potuto andare avanti a certi ritmi, e Shedden ne ha subito approfittato giocando per una decina di minuti a tre blocchi – appassionante la sfida nella sfida tra ai vari svedesi delle due fazioni – sfruttando gli errori di un Bienne sulle ginocchia e poco lucido.

Contro il Bienne si è visto un Lugano intraprendente, ma che forse comincia a pagare l’assenza diBrunner e Hofmann che priva Shedden praticamente di tutto un blocco offensivo, ma i bianconeri, con il loro forechecking sono stati anche bravi a cercarsi la fortuna. Se si storce il naso per la prestazione, va ricordato che queste partite le vincono solo le squadre in salute e con gli uomini migliori al loro posto.

fattore2

ELVIS MERZLIKINS: Il portiere bianconero ha tenuto in piedi la baracca per buona parte del match, in particolare in quel primo terribile quarto d’ora dove gli uomini di Schläpfer hanno messo in pista ciò che avevano.

Parate su parate, interventi spettacolari e al limite della torsione umana, il giovane Elvis ha respinto praticamente anche le mosche. Peccato solo che si sia privato dello shutout per la rete nel finale di Rossi, ma ha comunque potuto festeggiare la quarta vittoria consecutiva consapevole di essere diventato un punto di forza di questo Lugano

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