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Lugano

Il Lugano si rilancia tornando da Berna con una vittoria

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BERNA – Quando dopo la partita vinta contro il Rapperswil si parlava di una vittoria sì sofferta ma forse “sbloccante” si sperava più che altro che i tre punti facessero passare un po’ di cattivi pensieri nelle teste dei bianconeri, e un certo effetto forse è stato sortito. La vittoria colta alla Postfinance Arena è di quelle pesanti, per morale, classifica e… allenatore, il quale può lavorare con più fiato nei polmoni.

Proprio come nel primo week end di campionato, il Lugano ha colto due vittorie contro Rapperswil e Berna, ma a piste invertite, e stavolta i punti sono 6 invece di 5. Anche i due coach sfidanti hanno qualcosa in comune, infatti entrambi hanno ereditato le proprie squadre da Larry Huras dopo esserne stati gli assistenti, e entrambi guidano un gruppo che incontra difficoltà soprattutto in attacco e in infermeria.

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E difatti la contesa, già nel primo tempo è stata piuttosto equilibrata, con le due squadre che non si sono sbilanciate troppo, vuoi per studiare le mosse a vicenda, e vuoi anche per le citate difficoltà nel costruire trame offensive da parte di orsi e bianconeri. Senza che nessuno tirasse fuori il coniglio dal cilindro si è continuato con una partita molto difensiva, fisica e molto tattica.

A sbloccare l’incontro ci volevano evidentemente delle reti “sporche”, quelle che per intenderci aveva invocato il capitano del Lugano Steve Hirschi la sera precedente, ossia quei gol causati dalla presenza di un uomo davanti al portiere. E proprio queste reti sono state colte entrambe dal Lugano, prima da Walsky in entrata di secondo periodo in una mischia furibonda e poi da Mclean a poco più di due minuti dalla fine dello stesso periodo, in un momento cosiddetto “topico”.

E se il terzo tempo ha visto un solo tiro in porta da parte degli ospiti, poco importa, perché il controllo difensivo messo in atto dai bianconeri è stato totale, e dove non arrivavano i giocatori di movimento ci ha pensato un Manzato decisamente più concentrato rispetto alla sera precedente a chiudere le falle.

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A far la differenza per il Lugano è stato il lavoro a tutta pista dei suoi giocatori, che sembravano finalmente orfani di quella paura di sbagliare che faceva tremare i polsi, e questo lo si è notato come gli attaccanti fossero molto più supportati dai difensori nelle ripartenze, molto più rapide e fluide. È ovvio che sul fronte offensivo non è stata di nuovo una gran serata, ma il fatto di riuscire a segnare due reti del genere, che finora erano merce rarissima significa che il lavoro nello slot e davanti al portiere avversario è aumentato notevolmente. Niente da dire sulla prova difensiva, che una volta di più conferma il buon sistema arretrato dei bianconeri, una delle note positive di questo tribolato inizio di stagione.

È stata una partita giocata bene sostanzialmente da tutti, ma in particolare alcuni uomini sono stati alla base del successo, come un Mclean in forma crescente e lavoratore estremamente intelligente, o come Walker, rapidissimo nelle fasi di transizione e indispensabile nel fore checking. Ottima la prova di Manzato, che ha reagito al meglio all’opaca prestazione di 24 ore prima, rinfrancandosi con un bello shout out. Sempre meglio anche Micflikier, che denota un’ottima intesa con Metropolit, e nonostante la statura minuta, riesce sempre a farsi valere anche sul piano muscolare.

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Questo week end è passato dall’essere definito come quello della paura a quello del possibile rilancio e uno dei benefici di queste due vittorie sono l’accorciamento della distanza verso il gruppo di squadre davanti ai bianconeri, perché vedere una classifica meno disastrosa – sufficiente di sicuro non lo è – scarica un po’ di pressione di dosso. E allora niente di meglio di questi 6 punti e una vittoria a porta inviolata a Berna per preparare il resto di questo micidiale tour de force. Il lavoro da fare è ancora decisamente notevole, ma sicuramente ora lo si potrà fare con le spalle un po’ più alleggerite.

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