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Il Lugano reagisce d’orgoglio e si prende la rivincita sul Ginevra

Nella seconda sfida filata con il Ginevra il Lugano cancella la prestazione della sera precedente. I bianconeri hanno cambiato volto rispetto a giovedì

© Photobruscaluckyvideo

Il Lugano reagisce d’orgoglio e si prende la rivincita sul Ginevra

LUGANO – GINEVRA

7-2

(3-1, 4-0, 0-1)

Reti: 1’00 Boedker (Arcobello) 1-0, 6’16 Lajunen (Wellinger, Heed) 2-0, 6’41 Rod (Richard, Vermin) 2-1, 16’17 Arcobello (Lajunen, Fazzini) 3-1, 21’04 Bürgler 4-1, 21’57 Fazzini (Bertaggia, Sannitz) 5-1, 31’38 Boedker (Bürgler, Arcobello) 6-1, 36’45 Fazzini (Bertaggia) 7-1, 47’30 Patry (Smirnovs, Mercier) 7-2

Note: Corner Arena, porte chiuse. Arbitri Stricker, Borga; Cattaneo, Stalder
Penalità: Lugano 5×2′ + 1×10′, Ginevra 1×2′ + 1×10′

Assenti: Elia RivaGiovanni MoriniRiccardo WerderDavide FadaniRaphael Herburger (infortunati), Loic Vedova (Rockets), Sandro ZanggerAlessandro Villa (sovrannumero)

LUGANO – Quanto può essere fondamentale la preparazione all’entrata in pista lo avevamo visto giovedì sera – e in tante altre occasioni a dire la verità – e stavolta il Lugano ha mostrato di avere imparato l’ennesima lezione. Poi per carità, le partite si possono vincere o perdere in qualunque maniera durante il loro corso, ma chi entra sul ghiaccio con determinazione, disciplina e concentrazione sull’obiettivo ha già fatto un passo molto importante nella giusta direzione.

Serge Pelletier al termine della scoppola della sera precedente aveva affermato che il Ginevra era sceso “in missione” alla Cornèr Arena, ma in fondo aveva solo fatto ciò che il Lugano invece avrebbe pure lui dovuto fare ma da cui si è chiamato fuori, in maniera piuttosto clamorosa. Stavolta sono stati i bianconeri ad interpretare meglio l’inizio partita come fosse una missione, ed in fondo di missione si trattava, dovendo cancellare quanto visto la sera precedente.

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Il 3-1 con cui Arcobello e compagni hanno chiuso il primo periodo è stato meritato e il frutto di una squadra diametralmente opposta a quella del giovedì, determinata, cattiva e sicura. Certo, l’organizzazione di gioco del Ginevra è sembrato ancora una volta di qualità superiore – soprattutto per i movimenti con e senza disco – e i bianconeri hanno palesato alcune difficoltà nel rincorrere i pattinatori avversari, ma nel terzo avversario le cose sono state diverse.

Manzato non ha avuto vita facile per le incursioni nel suo salotto, perché i bianconeri stavolta non hanno avuto paura di sporcarsi le mani e prendere qualche colpo, non è un caso se due delle prime tre reti sono arrivate con azioni insistite in quella piccola porzione di ghiaccio.

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Tutto frutto di quella cattiveria di quella prontezza mancate la sera prima, e oggi va detto che quei cinque minuti di cui ci auguravamo che il Lugano avrebbe fatto tesoro sono serviti. Come detto i bianconeri non hanno nascosto ancora alcuni limiti, ma stavolta sono stati bravi a “sfruttarli”, lasciando più di una volta la parte del direttore d’orchestra al Ginevra ma soffocandolo con un forecheck molto profondo, grazie al quale sono nate diverse reti e molti altri pericoli per Manzato, mentre Zurkirchen in questo caso è stato molto protetto e ha visto pochi tiri pericolosi arrivargli incontro.

Altra cosa positiva è che il Lugano non ha cambiato marcia dopo il primo periodo, tenendo giù il suo pedale del gas e continuando sulla stessa strada, approfittando anche dell’atteggiamento un po’ supponente dei granata, Omark su tutti.

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Alcuni errori forzati dai bianconeri hanno messo in luce stavolta la fragilità del Servette se preso in controtempo nella sua uscita di zona, provando che anche giovedì sera qualcosa di buono i bianconeri avrebbero potuto fare con un altro game plan.

Ma non solo di tattica si deve parlare, pure di prove concrete e di qualità di tanti giocatori, da Arcobello, Boedker (che sta trovando un feeling invidiabile con la rete), Fazzini, Lajunen, tanti giocatori che hanno messo in pista personalità e doti da trascinatore. Questo per dire cosa può fare l’orgoglio quando viene colpito duramente.

Se solo un giorno fa puntavamo il dito non solo contro la squadra ma anche sul coach, oggi vanno invece distribuiti in egual misura gli elogi, ad una squadra che ha giocato da squadra, umile e determinata, e a un Serge Pelletier che dopo il “congelamento” della sera prima ha trovato le parole giuste per riportare in carreggiata il suo gruppo, compito oggettivamente non facile dopo quella scoppola.

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Ancora una volta ci si trova di fronte all’incapacità paradossale di comprendere la squadra bianconera, capace dopo una prestazione tra le peggiori della stagione per entrata in materia, di portare sul ghiaccio una delle migliori per attitudine, determinazione e continuità, riuscendo per la prima volta anche a superare lo scoglio delle cinque reti segnate, rifilandone pure una in più di quelle subite nella prima delle due sfide.

Lo scrivevamo, il Lugano se vuole diventare grande deve imparare da certi errori e dimostrare di sapervi porre rimedio. Venerdì lo ha fatto, e questo è un altro passo nella giusta direzione, anche se si spera che servano sempre meno lezioni del genere per stare in carreggiata.


IL PROTAGONISTA

Luca Fazzini: Due reti, un assist in tuffo all’indietro e tanto, tanto lavoro al servizio della squadra. Il “Fazz” sta crescendo, e lo dimostra non solo con la consuetudine dei punti ma anche con un gioco di maturità, da leader, con più furbizia rispetto al passato.
E venerdì contro il Ginevra ha giocato una delle migliori gare della stagione per completezza di prestazione.


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