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Il Lugano peggiore del preseason ottiene vittoria e qualificazione

LUGANO – MANNHEIM

4-3

(0-1, 2-1, 1-1; 1-0)

Reti: 9’29 Wolf (Richmond, Kolarik) 1-0, 29’26 Bertaggia 1-1, 35’20 Brunner (Martensson, Sondell) 2-1, 39’57 Macmurchy (Akdag, Sparre) 2-2, 43’51 Kink (Reul, Goc), 59’52 Zackrisson 3-3, 62’12 Klasen (Brunner, Ulmer) 4-3

Note: Resega, 4’826 spettatori.
Penalità: Lugano 3×2′, Mannheim 7×2′

LUGANO – Di due cose che si voleva scaturissero da questo ultimo match di preseason, il Lugano ha avuto una risposta sola, che alla fine è quella più concreta.

Il Lugano ottiene infatti la qualificazione alla fase ad eliminazione diretta della Champions Hockey League grazie alla vittoria contro l’Adler Mannheim. O più che altro la qualificazione i bianconeri l’hanno raggiunta grazie alla zampata di Patrik Zackrisson a meno di un minuto dalla fine dei tempi regolamentari, per quel punto supplementare che necessitava per il passaggio del turno.

Il Lugano questa qualificazione l’ha ottenuta soffrendo e lottando (spesso con se stesso) nella peggior partita disputata in questa fase di avvicinamento al campionato, e sinceramente è difficile valutare quali siano le cause esatte di certe fasi caotiche e inconcludenti del gioco.

Difficoltà già dal primo passaggio, scontri duri col muro eretto dai tedeschi a centro pista, e errori a ripetizione nel recupero del puck alle assi di fondo. Oltre a tutto ciò mettiamoci anche l’incapacità di mettere dei dischi rapidamente su un Endras che con i rebound lasciava parecchio a desiderare che il quadro è completo.

Il momento peggiore i ragazzi di Shedden lo hanno passato nel secondo tempo, quando MacMurchy e compagni hanno bombardato la porta di un Merzlikins già in formato campionato, quando invece Klasen (inconcludente fino al game winning gol…) e compagni continuavano a litigare col disco e a soffrire la presenza fisica di un Mannheim che a perdere proprio non ci stava.

La gara si è poi sviluppata a episodi, molte penalità non sfruttate e purtroppo anche con un infortunio, apparentemente piuttosto grave occorso a Vauclair, che ha sbattuto l’anca contro la porticina della panchina in quel momento aperta per un cambio tedesco.

Alla fine il Lugano, pur sbagliando molto, è riuscito col carattere ad uscire da una partita veramente difficile – e molto brutta a tratti – grazie alla classe e al senso della posizione dei suoi uomini migliori. Tutte le reti bianconere sono infatti cadute per le grandi caratteristiche dei loro scorer, come l’incredibile rete di potenza e furbizia di Bertaggia, l’opportunismo di Brunner, il senso del gioco di Zackrisson e la freddezza di Klasen.

Queste reti però non devono nascondere le difficoltà di molti uomini nell’adattarsi al nuovo line up sperimentato da Shedden, in particolare il secondo blocco che era orfano della furia e del pattinaggio di Hofmann e con un quarto blocco a cui mancava la potenza di Walker.

Maluccio anche il primo blocco, lezioso nel suo incedere e impreciso nelle combinazioni veloci, complice un Martensson non ancora al top della condizione.

Zackrisson con quella zampata nel finale e Klasen con il polsino letale in power play nell’overtime hanno sancito qualificazione e vittoria per un Lugano che la vittoria la meritava meno dei tedeschi, ma questa partita, pur brutta che sia stata non può cancellare i progressi visti nelle scorse settimane, ora si tratta di tornare alla formazione tipo e di rimettere in pista precisione e concentrazione, oltre a un forecheck mancato per gran oarte dell’incontro.

Detto tutto ciò, e volendo guardare il bicchiere mezzo pieno nell’ultimo match di preseason e con le linee di nuovo rimescolate, può andare discretamente bene anche così, in fondo è giunta una vittoria che non fa mai male per partire. Perché dopo tutto si sa, tutti aspettano i giochi che contano di più.

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