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Lugano

Il Lugano non si ripete e torna sconfitto per 2-0 da Zurigo

zurigo

ZURIGO – Le domeniche proprio non vanno giù al Lugano. O meglio, due partite in meno di venti ore sembrano mettere eccessiva rigidità nelle braccia e nelle gambe dei bianconeri. Si ferma quindi a quota tre vittorie la miniserie positiva dei bianconeri, presentatisi all’Hallenstadion con un paio di novità. Il previsto turn over degli stranieri ha titolarizzato l’esordiente Charles Linglet, inizialmente schierato nel terzo blocco d’attacco con Kamber e Simion, lasciando in panchina Nummelin e Rosa.

Altra novità il ritorno tra i pali di Flueckiger, e qui non si tratta certo di preferenze viste le ultime ottime esibizioni di Manzato, ma semplicemente dello spazio che Huras vuole riservare a tutta la rosa in vista del post season, in modo da giungere con la migliore formazione possibile – e con tutti i giocatori con la giusta motivazione – quando cominceranno le danze vere e proprie. Per contro sempre assenti Domenichelli, Brady Murray, Morant, Fazzini e Blatter, a cui si è aggiunto Nodari, acciaccato dopo la botta rimediata sabato contro il Servette.

DSC_3079(© A. Branca)

Partito decisamente più prudente rispetto alla gara precedente, il Lugano ha impostato la gara in maniera molto difensiva, lasciando poco spazio alle manovre zurighesi, se non a degli spunti personali degli ispirati Monnet, Wick e Cunti. La prima metà di partita è scivolata con pochi sussulti, con i Lions dominatori territoriali e conduttori del gioco ma con il Lugano ben piazzato in difesa, grazie anche ad un efficace fore checking degli attaccanti. Purtroppo questa ermeticità difensiva ha spostato il baricentro dei bianconeri decisamente verso il basso, togliendo profondità e occasioni al reparto offensivo.

Difatti, il contestato gol di Ambuehl – segnato col pattino ma giudicato regolare da Stricker – è sembrato paradossalmente quasi decisivo, vista la fatica che i bianconeri hanno fatto per crearsi qualche occasione da gol. La rete, come detto contestata dai bianconeri, ha fatto bene ai Lions e male al Lugano, che ha cominciato a soffrire nel proprio terzo, ma che è stato sorretto come la sera precedente da un portiere strepitoso che stavolta non era Manzato, bensì Flueckiger.

Il tempo conclusivo ha riproposto a grandi linee ciò che era accaduto prima della rete dei Lions, ossia uno Zurigo padrone territoriale e un Lugano ben piazzato in difesa ma sempre spuntato davanti a Flüeler. Per cercare di dare una mano alla prima linea, Huras ha giocato la carta Linglet, spostandolo al fianco di Metropolit al posto di un nervoso e inconcludente Steiner. Il neo bianconero ha risposto bene, dando fisicità e energia alla manovra, ma anche questa mossa non è bastata a cambiare l’inerzia del match. La prima rete in campionato di Bühler è caduta come logico sigillo su un incontro che il Lugano ha chiuso con il fiato corto, e in questo senso il turn over degli stranieri deve servire anche come deterrente per la stanchezza. Inutile il forcing finale in 6 vs 4, unico momento in cui Metropolit e compagni sono riusciti a mettere alle corde la difesa di Crawford, il successo dello Zurigo non è stato più in discussione.

DSC_3706(© A. Branca)

L’impressione è che impostando le partite in maniera così difensiva – e va detto che tutta la difesa del Lugano ha fatto un eccellente figura – si perda di profondità in avanti, e la soluzione a questo problema potrebbe essere risolto schierando gli stranieri giusti di partita in partita, secondo l’avversario e la situazione degli infortunati.

Come detto, le cose migliori si sono viste in difesa, con pronte coperture, disciplina e molta calma. In particolare si sono distinti Vauclair e Schlumpf, con il numero 18 ben presente anche nelle sortite offensive. In porta Flueckiger ha risposto semplicemente alla grande alla sollecitazione dello staff tecnico, e alcune sue parate hanno permesso al Lugano di rimanere agganciato ai Lions fino alla fine. In avanti ben poco da salvare – a parte una bella partita delle linee di contenimento – e allora spendiamo tre righe per parlare di Chalrles Linglet. Sin dal primo cambio si è capito che non è una comparsa e alcuni suoi passaggi rapidi in esecuzione e la velocità con cui cerca la porta fanno di lui una bella scommessa su cui puntare. Oltretutto il suo fisico imponente gli permette di mantenere la sua già ottima mobilità anche negli spazi intasati.
Il tour de force del Lugano continuerà martedì, quando Hirschi e compagni ospiteranno il Berna, per una difficile sfida che solo poche settimane fa era vista con terrore, mentre ora, nonostante questo passo falso, ci si può permettere di affrontare con una discreta dose di fiducia e serenità.

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