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Lugano

Il Lugano non regge l’urto della rimonta del Davos

Dopo aver subito a lungo il ritmo dei grigionesi, i bianconeri sono andati sullo 0-2 ma nulla hanno potuto sulla rimonta di Corvi e compagni

(PPR/Gian Ehrenzeller)

Il Lugano non regge l’urto della rimonta del Davos

DAVOS – LUGANO

3-2

(0-0, 1-2, 2-0)

Reti: 29’21 Bertaggia (Sannitz) 0-1, 29’38 Lammer (Suri, Haussener) 0-2, 33’12 Du Bois (Stoop) 1-2, 41’05 Rantakari (Lindgren, Paschoud) 2-2, 48’22 Corvi (Rantakari) 3-2

Note: Vaillant Arena, 3’419 spettatori. Arbitri Lemelin, Wiegand; Obwegeser, Duarte
Penalità: Davos 1×2′, Lugano 3×2′

DAVOS – Nello spazio di dieci minuti abbondanti il Lugano ci aveva pure creduto. Quel doppio vantaggio trovato in soli diciassette secondi a metà incontro sembrava potesse veramente dare un’altro slancio alla partita e, perché no, al periodo buio che stanno attraversando i bianconeri.

Invece niente, un tentativo che per un po’ ha fatto ben sperare, uscito dopo che i ragazzi di Kapanen avevano passato buona parte della prima metà dell’incontro a contenere la folle velocità dei grigionesi.

Lindgren e compagni infatti non hanno fatto sconti agli ospiti, facendo capire che il ritmo imposto alla partita sarebbe stato a dir poco impressionante, quel ritmo che lungo il campionato ha fatto già molte vittime tanto è indiavolato.

Bene che il Lugano sia riuscito fino a quel momento a tenere sullo 0-0 il risultato, con grande merito soprattutto di Sandro Zurkirchen, autore di una partita eccellente soprattutto nella sua prima parte, quando il Davos ha spinto sul serio anche in power play.

Il Lugano di reggere quel ritmo non ha nemmeno provato a darne dimostrazione, facendosi soprendere con i rapidi tagli in zona neutra, con i difensori bianconeri spesso e volentieri saltati in velocità dal disco e dagli attaccanti avversari, i quali erano sempre in posizione di vantaggio.

Con una velocità d’esecuzione del genere è apparso evidente che molti giocatori del Lugano non potessero (o non sappiano) adattarsi nel proporre la stessa arma, guardando soprattutto la predisposizione al cambiamento di direzione e alla lentezza nel controllare il disco, operazione sempre troppo macchinosa e che fa perdere quei decimi di secondo decisivi.

Che poi il Lugano non possa soffrire lo stile delle squadre che giocano ad altissima velocità in transizione è risaputo, a meno che i bianconeri non si trovino a disputare delle partite quasi perfette per forecheck, disciplina e tenore fisico. Se però la predisposizione è quella di una squadra poco concentrata, indisciplinata e soprattutto fumosa in attacco allora il gruppo bianconero non può che subire l’avversario.

Cosa che è avvenuta alla Vaillant Arena anche con il Lugano in vantaggio, dato che il Davos ha saputo girare la partita forzando sulle sue armi, dopo che gli ospiti avevano giovato mentalmente delle due reti del provvisorio vantaggio solo per pochi minuti.

A far pendere la bilancia però sono stati anche i confronti individuali, se sul piano del ritmo solo in pochi, tra cui Lammer, Bertaggia, Suri e Zangger hanno saputo giocarsela alla pari, su quello della presenza e dell’essere decisivi lo scontro tra top player è stato impari.

(PPR/Gian Ehrenzeller)

Lindgren, Palushaj, Rantakari, Marc Wieser, il Davos si appoggia sulla classe di pochi giocatori ma nella sfida contro il Lugano è stato sufficiente per mostrare quanto ai bianconeri manchino gli acuti dei suoi uomini migliori.

Klasen si è sbattuto e ha fatto un gran lavoro ma come spesso capita risulta fumoso e leggero – ma quanto pesa quel gol mancato nel finale! – Fazzini paga la prevedibilità del suo gioco e non sa più essere rapido, tanti altri attaccanti allo slot non ci arrivano nemmeno… Insomma i problemi continuano ad essere gli stessi e i giocatori per primi non riescono a trovare alternative che li tolga dalla loro prevedibilità.

È stata una di quelle sconfitte che per avversario e contesto “ci può stare” ma per il periodo che il Lugano sta attraversando va ad appensantire una situazione che diviene grigia e che conferma purtroppo i vari sintomi chiari da settimane.

Come se la giocheranno i bianconeri nelle prossime giornate? È sempre difficile ritrovare la leggerezza con il peso di queste sconfitte sulle spalle, soprattutto con all’orizzonte due partite che non si annunciano per niente benevole.


IL PROTAGONISTA

Sandro Zurkirchen: Aldilà della sconfitta, il nome pronunciato più volte dai commentatori è stato quello del portiere bianconero.

Se non fosse stato per le sue parate, soprattutto nella prima metà dell’incontro, il Lugano non sarebbe mai arrivato a giocarsela fino all’ultimo, ma la partita avrebbe scritto la parola fine a favore del Davos con largo anticipo..


HIGHLIGHTS

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