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Lugano

Il Lugano non fa sconti, il venerdì nero è solo per il Friborgo

Partita di grande spessore difensivo per il Lugano che dà una sonora lezione al Gotteròn. Ritornano al gol Fazzini e Klasen, shutout di Merzlikins

Il Lugano non fa sconti, il venerdì nero è solo per il Friborgo

LUGANO – FRIBORBO

6-0

(2-0, 3-0, 1-0)

Reti: 7’51 Chiesa 1-0, 17’42 Lapierre (Sannitz) 2-0, 21’39 Ulmer (Klasen) 3-0, 23’08 Fazzini (Chorney, Hofmann) 4-0, 30’52 Klasen (Loeffel) 5-0, 56’26 Lajunen 6-0

Note: Corner Arena, 6’047 spettatori. Arbitri Salonen, Koch; Wolf, Duarte
Penalità: Lugano 4×2′, Friborgo 3×2′

LUGANO – Spesso è una questione di equilibrio, tra il saper contenere per poi ripartire e colpire. Il Lugano vuole giocare sull’essenza di questi due comandamenti e quando gli riesce l’accoppiata shutout di Merzlikins/difesa imperforabile unita alla freddezza degli attaccanti allora può diventare qualcosa di micidiale.

A farne le spese in quella che per continuità, concentrazione e disciplina è stata probabilmente la miglior prestazione stagionale, è stato il Friborgo di Mark French. Contro i burgundi inoltre, Greg Ireland ha potuto ritrovare Lapierre, schierato al posto di Haapala, del quale ha preso anche il posto come ala destra del primo blocco, schierando ancora Linus Klasen, quando viste le ultime prove dello svedese ci si poteva aspettare un suo ritorno in tribuna.

Invece il coach canadese ha fatto esattamente come ci ha abituato, ossia di testa sua (e ci mancherebbe altro) senza ascoltare alcun mugugno, azzeccando partita tattica e formazione come meglio non avrebbe potuto.

Sfruttate le occasioni concesse dal Friborgo nel primo periodo, i bianconeri hanno subito fatto capire che in questa serata sarebbero stati soprattutto determinati, niente più distrazioni e scivoloni, solo tanta cattiveria (agonistica, si intende) nei contrasti e sotto porta.

La fucilata di capitan Chiesa e la furbizia della coppia SannitzLapierre (ma che pasticcio Berra) hanno subito indirizzato la gara nel senso che volevano i padroni di casa e da quei binari non è più uscita.

Il Friborgo ha dovuto per forza di cose aprirsi per cercare sin da subito di mettere pressione su Merzlikins, trovando però delle distrazioni pagate a caro prezzo, come il numero di Klasen che ha costruito il 3-0 in entrata di secondo periodo.

Statici in difesa, i burgundi sono stati a guardare Fazzini mentre infilava il suo slap per il 4-0, a quel punto French ha dovuto tirare fuori l’ultimo proiettile a disposizione con un time out a metà incontro dopo aver sostituito Berra. Bruttissimo segno.

I bianconeri invece hanno preso sempre più ghiaccio, sfoderando una prestazione sul lato difensivo da incorniciare, un collettivo che è funzionato praticamente alla perfezione. Tanto pattinaggio con e senza disco, aiuto l’uno con l’altro e una grande sangue freddo nel frenare le iniziative di Sprunger e compagni, praticamente mai transitati nello slot centrale.

Chiusa la partita con il 5-0 di Klasen, che si è potuto “redimere” dopo le critiche, la partita si è difatti esaurita, come il Gottéron, incapace di tirare più fuori alcun colpo che lo segnalasse come vivo.

È così, con la difesa si costruiscono i successi, il Lugano doveva ritrovare prima di tutto quella solidità e la capacità di essere efficiente per 60′, stavolta lo ha fatto con la guida in retrovia dei difensori “d’ordine”, da Chiesa a Wellinger (tornato quello dei tempi migliori) ma soprattutto di Chorney.

L’americano sta prendendo in mano il reparto e cresce di partita in partita, tutto un altro giocatore rispetto a quello visto fino a qualche settimana fa. Miglioramenti netti in difesa e individuali, vittoria larga con un ottimo gioco, Klasen torna al gol, Merzlikins trova lo shutout. Cosa si può volere di più? Un weekend da punteggio pieno, per dimostrare di aver trovato davvero la via.


IL PROTAGONISTA

Taylor ChorneyIl difensore numero 16 ha probabilmente tirato fuori dalle tasche la sua miglior prestazione in maglia bianconera.

Grande solidità difensiva, carattere e personalità, coraggio nel trovare spunti offensivi, insomma Chorney ha fatto quello che ci si aspetta da lui, ossia il leader della difesa.

Sempre al centro dell’attenzione in ogni metro della pista si è meritato gli applausi della Cornèr Arena, che spera finalmente di aver trovato la guida solida del reparto arretrato.


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HIGHLIGHTS

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