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Lugano

Il Lugano la spunta in extremis, con il Friborgo fanno otto di fila

Il classico gol all’overtime di Heed regala ai bianconeri i due punti al termine di una partita tirata fino in fondo. Si allunga la striscia di vittorie

Il Lugano la spunta in extremis, con il Friborgo fanno otto di fila

LUGANO – FRIBORGO

3-2

(0-1, 2-1, 0-0; 1-0)

Reti: 19’19 Desharnais (Bykov, Mottet) 0-1, 24’36 Herburger (Bürgler) 1-1, 31’39 Mottet 1-2, 39’10 Arcobello (Heed, Haussener) 2-2, 64’59 Heed (Fazzini) 3-2

Note: Corner Arena, porte chiuse. Arbitri Stricker, Borga; Fuchs, Steenstra
Penalità: Lugano 2×2′, Friborgo 4×2′

Assenti: Elia RivaGiovanni Morini (infortunati), Loic VedovaTim TraberMatteo Romanenghi (Rockets), Alessandro Villa (sovrannumero)

LUGANO – Ci ha messo un po’, si è fatto attendere fino all’ultimo secondo, ma alla fine il Lugano si è fatto il regalo per i suoi 80 anni, con l’ottava vittoria consecutiva. E ormai sta diventando una consuetudine che a risolvere l’overtime ci pensi Tim Heed, con lo svedese a punire Hughes a nemmeno un secondo dalla sirena, ed è la seconda volta che il numero 72 regala questo dispiacere alla squadra di Christian Dubé alla Cornèr Arena.

Insomma, due punti che fanno volume nella catasta di fieno, due punti che sono arrivati al termine di una partita strana, difficile da leggere – e non è la prima volta in questa stagione – nata in un senso e proseguita in un altro, con le squadre incapaci sostanzialmente di prendere in mano la situazione definitivamente dall’una o dall’altra parte.

All’inizio è stato il Lugano a partire meglio, nei primi cinque minuti di gioco i bianconeri si sono trovati fra le mani almeno tre o quattro occasioni piuttosto nitide di fronte all’insicuro Hughes, graziandolo per mira storta o fin troppa pazienza nel prendere la decisione giusta, lasciando uscire indenne il Friborgo da un momento che avrebbe richiesto almeno un paio di gol.

E non deve stupire che alla prima pausa sia stata la squadra ospite ad andare negli spogliatoi in vantaggio, con la più classica delle beffe: palo di Bertaggia da solo davanti a Hughes, ribaltamento di fronte e rete di Desharnais dopo presa difettosa di Schlegel.

Da quel periodo il Lugano si è portato dietro un po’ di insicurezza, soprattutto nel gestire gli spazi attorno allo slot difensivo, mentre in attacco le cose gli uscivano un po’ meglio, soprattutto approfittando di una difesa del Gottéron non proprio pulita e presente e uno Hughes come detto poco sicuro e di conseguenza poco rassicurante anche per i suoi compagni.

Il Lugano ha in fondo approfittato di queste debolezze del portiere per trovare i due pareggi nel secondo periodo, entrambi in power play, con Herburger e Arcobello a trovare l’ex Rockets lento e fuori posizione su dei cambi di fronte rapidi. Certo, ai bianconeri va riconosciuta anche la voglia di rientrare in partita sempre e comunque, ma con una prima linea pasticciona e poco presente – aldilà della rete è stata una delle peggiori partite stagionali del topscorer – prendere un ritmo vero offensivamente è stato parecchio difficile.

Merito dei bianconeri in questa partita è stato comunque quello di impedire che certe sue mancanze diventassero delle armi troppo pericolose degli ospiti, che da dopo metà partita hanno faticato a trovare azioni pungenti, se non in maniera estemporanea e grazie a qualche spunto personale.

Questo perché la squadra di Pelletier ha ancora messo l’accento sulla protezione di Schlegel (anche lui non perfetto in questa occasione) soprattutto dopo averlo lasciato un po’ troppo solo nella prima parte del periodo centrale, aiutandolo di più con marcature decise nello slot.

Strano poi quel terzo periodo, scivolato via abbastanza facilmente, con un paio di spaventi per Schlegel ma con più determinazione da parte dei bianconeri là davanti, anche se l’imprecisione e la decisioni tardive sull’ultimo tocco sono sempre apparse un limite per gli attaccanti, un peccato viste comunque le diverse uscite pulite dal proprio terzo per incunearsi con buone trame nella zona difensiva avversaria, con alcuni scambi che hanno reso piacevole la partita.

Ad ogni modo nessuno ha voluto prendersi rischi eccessivi e l’overtime è sembrato la soluzione naturale. E se si parla di overtime fa capolino il solito Tim Heed, che stavolta ha alzato le braccia al cielo a nemmeno un secondo dalla fine per allungare la striscia di vittorie consecutive e il sorrisone di Serge Pelletier. Buon compleanno Lugano.


IL PROTAGONISTA

Tim Heed: Ormai non fa più notizia con il suo quarto gol all’overtime, ma quello che rallegra lo staff bianconero è che finalmente lo svedese unisce qualità e sostanza lasciando da parte certe amnesie dei mesi passati. Il numero 72 ha giocato un’altra partita da metronomo e cervello di gioco, prendendosi qualche rischio – ma ormai fa parte del suo pedigree… – ma anche tante responsabilità. E alla fine ha pure soffiato sulle candeline.


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