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Lugano

Il Lugano la spunta all’ultimo respiro con il Davos, playoff vicinissimi

LUGANO – DAVOS

3-1

(0-1, 1-0, 2-0)

Reti: 7’59 Ambühl (rigore) 0-1, 27’31 Bürgler (Klasen, Zackrisson) 1-1, 57’04 Fazzini (Hofmann, Vauclair) 2-1, 59’05 Lapierre 3-1

Note: Resega, 5’831 spettatori. Arbitri Fischer, Stricker; Abegglen, Castelli
Penalità: Lugano 4×2′ + 1xrigore (Ulmer), Davos 4×2′

LUGANO – Il passo fatto contro il Davos se non è decisivo poco ci manca, in vista dei playoff. Con il Langnau a 9 punti sotto, anche se con una partita in meno, e con un calendario meno proibitivo di quello dei Tigers, i ragazzi di Greg Ireland con questa vittoria da tre punti possono (con i dovuti scongiuri) cominciare a togliersi un po’ di peso dalle spalle e guardare al derby della Valascia con piena fiducia.

Certo, quella della Resega tra ticinesi e grigionesi stilisticamente non è stata una partita di alto livello tattico, è stato quel tipo di incontro tipicamente da post pausa, con diversi errori di gioco su entrambi i fronti, ma quel che conta è che i bianconeri l’hanno affrontata con l’intensità e la convinzione che hanno ritrovato e con la forza d’urto pari a quella di Forster e compagni.

Nelle ultime sfide contro gli uomini di Del Curto, il Lugano aveva infatti subito il gioco gialloblù in maniera plateale e perennemente in apnea, stavolta invece l’attitudine è stata di nuovo quella giusta, e seppure con i citati errori commessi – su entrambi i fronti – si può certamente affermare che a livello di squadra e unità d’intenti, quella di Ireland è una squadra ritrovata.

Ora resterà da capire quanto gli errori visti soprattutto nel primo tempo e in quelli finali siano figli della pausa (il Davos ha sbagliato quanto se non più dei bianconeri) e quindi di quanto margine il Lugano abbia ancora di miglioramento in vista delle fasi che contano, ma su questo aspetto vi è da immaginare che lo spazio di manovra sia ancora ampio.

La dottrina di Ireland sul possesso del disco in difesa e la sua uscita più rapida possibile dal terzo non è ancora stata assimilata del tutto, anzi, alcuni difensori come Furrer, Hirschi e Chiesa sono incappati spesso in passaggi fuori misura o fuori tempo, vanificando spesso le transizioni da difesa ad attacco. Questo perché tenere per un tempo eccessivo il disco sul bastone in zona difensiva con il Davos maestro del forecheck diventa un mezzo suicidio, e solo Merzlikins stesso sa quanti spaventi si è preso (e quanti big save) nei primi dieci minuti e in quelli iniziali del terzo periodo.

Sull’altro fronte non è certo rimasto a guardare Gilles Senn, addirittura miracoloso nel primo periodo su Lapierre, Gardner e Bürgler (che poi ha trovato il gol numero 20 stagionale), fortunato su Fazzini e Hofmann più tardi.

Specchio della convinzione bianconera nonostante gli errori è stato il gol di Fazzini, caduto poco dopo un big save di Merzlikins e grazie alla voglia di Hofmann di andare dove fa male, incuneandosi fra tre strettissimi avversari permettendo al numero 17 di sfogare le sue doti da “Top Gun” trovando il game winning gol.

Proprio sul fronte d’attacco si sono viste le cose migliori per il Lugano, e se la prima linea ha costruito il gol del pareggio ma poi, Bürgler a parte, è stata risucchiata dalla “gabbia” grigionese, i bianconeri hanno dimostrato, grazie anche a un line up equilibrato con tre centri stranieri, di poter costruire in rapidità e per vie centrali con tutti i quattro blocchi, producendo velocità, energia e crepe nello slot grazie al lavoro dei suddetti centri e alla velocità dei vari Hofmann, Fazzini, Bertaggia e Walker.

Persino Martensson, portato nel terzo blocco, ha mostrato che con un minutaggio più umano può ancora risultare utile per più di un tempo, questo a dimostrazione che la gestione delle linee in passato addirittura incosciente può diventare l’arma migliore per un Lugano finalmente al completo e più “spalmato” sulle linee.

Il lavoro per la squadra non deve discostarsi da quello che si è fatto finora, per riuscire nel minor tempo possibile a inculcare schemi e automatismi, i più semplici possibili, senza pensare troppo a quello che verrà. Lugano e Davos hanno dato vita a una partita costellata da errori, banali e persino elementari, ma non hanno disimparato a giocare, due settimane di pausa sono un’eternità e da qui i bianconeri possono migliorare solamente giocando, ma l’importante è essere ripartiti con la mentalità giusta.

fattore2L’UOMO GIUSTO, NEL POSTO GIUSTO, AL MOMENTO GIUSTO: La rete di Luca Fazzini a poco più di 2′ dal termine è stata la 14esima stagionale per l’attaccante ticinese e di nuovo è risultata decisiva.

Per tutto l’incontro Merzlikins e Senn sono stati chiamati a un gran lavoro dagli attaccanti, e quello grigionese prima di subire il game winning gol stava passando un periodo di inattività. Con giocatori come Fazzini però, dall’innato senso del gol e dotati di un radar offensivo senza pari in squadra, i guai sono sempre dietro l’angolo.

Nel primo tempo Senn si è salvato grazie al palo sul primo tentativo del giovane bianconero, ma al secondo duello “Fazz” non ha perdonato, grazie alla sua freddezza, quella di chi sa essere decisivo nei momenti migliori.

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