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Lugano

Il Lugano espugna Bienne con mestiere e un po’ di fortuna

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BIENNE – Non si può certo dire che la partita tra Bienne e Lugano fosse uno scontro diretto, ma per entrambe le compagini ha assunto una certa importanza. Per il Bienne la vittoria avrebbe permesso di vedere più da vicino la linea dei playoff, mentre per i bianconeri la sfida ai Seeländer era sinonimo di occasione per mettersi in zone tranquille della classifica, per agganciare il quarto posto e per verificare se le sfide domenicali sarebbero dovuto rimanere un tabù. Costretto a dover rinunciare a Steiner, Huras ha riproposto gli stessi titolari visti contro il Davos, ad eccezione appunto del numero 48.

DSC_3072(© A. Branca)

Il primo tempo della sfida tra bernesi e ticinesi ha visto le due squadre grossomodo equivalersi, ma era chiaro fin da subito che la truppa di Schläpfer avrebbe tirato fuori artigli e digrignato i denti pur di portare a casa una fondamentale vittoria. E le prime avvisaglie si sono notate sul finire di primo periodo, chiuso comunque a reti inviolate. Ma la forza della disperazione del team di casa è uscita con prepotenza nel periodo centrale, dove i vari Micflikier e Pouliot hanno fatto ammattire i difensori bianconeri, spesso e ben volentieri salvati in extremis dalle grandi parate di Manzato. Il portiere bianconero ha però dovuto arrendersi al gol di Sutter da posizione defilata e, inutile dirlo, il vantaggio ha messo ancor più vigore alla manovra del Bienne. Fortuna vuole che un disco ballonzolante nello slot è stato insaccato con violenza da capitan Hirschi a soli 12″ dalla seconda pausa, alleviando i dolori della compagine ospite.

DSC_3068(© A. Branca)

Il tempo conclusivo è iniziato come è terminato il secondo, ossia con il Lugano ancora a segno, stavolta con Schlumpf, che ha approfittato del traffico davanti a Berra. Ma la frittata il Lugano non l’aveva ancora combinata, ed ecco allora che un disco mal gestito in power play è diventato oro per Wellinger, abile a superare Manzato tra i gambali. Da qui in avanti la partita si è accesa, con vari ribaltamenti di fronte e un ritmo infernale dettato dai cambi a tre blocchi – per un certo periodo Mikflikier è rimasto sul ghiaccio per almeno due cambi consecutivi – ordinati da Schläpfer.

Solo sul finale il Bienne ha commesso un errore, ossia quello di aver paura di perdere il match e rallentare il ritmo delle operazioni. Ad approfittarne è stato il Lugano, che dopo aver ascoltato le direttive di Huras in un time out ha visto uscire dal cilindro di Metropolit uno splendido assist per Mclean, che ha deciso il match – finito con salvataggio di Manzato a 2″ dalla sirena…- a favore di un Lugano cinico, fortunato ma anche indomito.

DSC_3610(© A. Branca)

A brillare nel pomeriggio di Bienne è stato in particolare Manzato, che nel secondo periodo e nel finale di match ha sfoderato grandissimi interventi sugli attacchi a ripetizione dei biennesi. Ottimo match anche per gli “operai” Conne e Pivron, tra i pochi in grado, assieme ai difensori Schlumpf e Hirschi, a saper contrastare la veemenza dei giocatori di casa. Nei primi blocchi sono da premiare Mclean e Metropolit almeno per il “game winning gol”, ma per il resto poco da salvare, se non un Pavel Rosa in decisa ripresa fisica ma incredibilmente sprecone sotto porta.

Per il Lugano è stato un passo indietro a livello di gioco – le domeniche non sono mai state famose per la freschezza bianconera…- ma la vittoria era ciò che contava ed è arrivata, seppure col fiatone. La classifica sorride per posizione e margine sulla linea, ma sicuramente non sono buoni motivi per ripetere prestazioni – dal punto di vista del gioco – come quella di Bienne.

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