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Lugano

Il Lugano è tornato sano, ma la missione è appena iniziata

LUGANO – Settembre e ottobre da incubo, una settimana d’impasse, poi la cavalcata di novembre e dicembre.  In pochissime parole, la stagione sin qui disputata dai bianconeri la si può riassumere in questa maniera, dalla bocciatura dell’esame di Patrick Fischer, alla capacità – mica tanto evidente – di Doug Shedden di riprendere un gruppo ormai disperato e riportarlo dove i giochi più contano.

Ma l’ex allenatore dello Zugo – assieme all’amico Pat Curcio, va riconosciuto – nel suo lavoro di ricostruzione ha operato non solo a livello di squadra, di gioco e di fiducia, ma ha saputo lavorare capillarmente, riportando la chemistry tra le linee e responsabilizzando ogni singolo elemento.

Di quella squadra sfiduciata (svogliata?) e in balia degli eventi che rimediava sonore sberle a ogni trasferta, e che aveva paura a giocare persino in casa, non vi è più traccia. Il Lugano che da novembre ha di nuovo imparato a camminare da solo dimostra sicurezza nei propri mezzi, capacità di adattamento ai cambiamenti e somiglia sempre di più a un gruppo vero, forse ciò che veramente era mancato a Fischer nelle sue ultime terribili settimane.

Un gruppo vero e solido costruito da individualità sane e responsabili, che sentono la fiducia di chi le guida e che hanno “ritrovato la passione nell’andare sul ghiaccio”, quella che era la prima missione dichiarata dello stesso Shedden al suo sbarco alla Resega.

Ha aiutato ancora di più la partecipazione alla Coppa Spengler, che ha visto il Lugano divertire e divertirsi, aumentando ancora di più la positività all’interno del gruppo, grazie anche al tempo passato con i compagni e le relative famiglie tra una partita e l’altra.

Un gruppo che viaggia unito ma esalta le individualità, come quelle di un Hofmann in forma pazzesca (10 reti in 31 partite è la sua miglior media) o di Ulmer ritrovato prima prima dell’infortunio nei Grigioni, e in attesa di rivedere il miglior Brunner, il tutto è sorretto dall’attuale miglior portiere del campionato.

Elvis Merzlikins è alla sua stagione della verità, e sinora ha convinto tutti, probabilmente perché a lui giova la consapevolezza di essere il numero 1, piuttosto che la continua alternanza. D’un colpo la passione e la fiducia fanno andare le cose nel verso giusto, i bianconeri hanno infatti vinto 13 delle ultime 18 partite, ossia quelle con in panchina il nuovo coach, passando dal 31% al 72% di vittorie dopo il cambio di coach.

Le reti segnate sono passate da 2,2 a 3,7 a partita, merito anche della progressione di Alessio Bertaggia, che nella gestione Shedden ha ritrovato i gol, arrivando a 9 in 18 partite, ma anche della produttività del blocco svedese, che rimessi insieme hanno trovato la via della rete in 19 occasioni.

Non è diverso il discorso relativo alle reti subite, passate da 3,1 a 2,4 a partita, con il nuovo sistema di gioco che rende sicuramente la vita più facile anche ai difensori. Le difficoltà rimangono per contro in power play, che rimane il penultimo della lega con il 15,9% di riuscita, meglio solo del Losanna, mentre il box play si è assestato al secondo posto della LNA, passato dal 79,7% di riuscita a fine ottobre all’ottimo 83,3% attuale.

Alcuni numeri si assesteranno, altri sono destinati (o obbligati) a migliorare, fatto sta che la scelta di Doug Shedden si è rivelata azzeccata, e ciò che ne è scaturito, pur se non si tratta di perfezione, è oro colato ripensando a tre mesi fa. Sin dall’inizio non si sapeva se fosse stata la mossa giusta, ma di sicuro era quella più intelligente da fare, e i risultati danno piena ragione al coach e a chi lo ha voluto.

Ora però, guai a pensare che il più sia fatto, i disastrosi primi mesi autunnali hanno gravato il Lugano di un handicap non indifferente, e anche dopo il filotto vittorioso degli ultimi mesi, il 5° posto non assicura tranquillità fino in fondo, dato che la linea non è staccata di molto.

Questa sarà la prossima missione di Shedden, mantenere alta la tensione (magari con un innesto in più in difesa, chissà…) per arrivare con tranquillità ai pla off, quando inizierà la sfida vera, nella quale nessuno è più riuscito dal lontano 2006.

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