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Lugano

Il Lugano dura un tempo prima di crollare contro i Lions

Decisivo un brutto secondo periodo dei bianconeri, capaci di stare in partita solo fino al 3-1 prima dell’affondo zurighese. Tripletta per Simon Bodenmann

© Berend Stettler

Il Lugano dura un tempo prima di crollare contro i Lions

ZSC LIONS – LUGANO

7-2

(2-1, 3-0, 2-1)

Reti: 4’39 Bodenmann (Berni) 1-0, 11’12 Blindenbacher 2-0, 15’59 Lammer (Romanenghi, Suri) 2-1, 21’37 Krüger (Hollenstein, Phil Baltisberger) 3-1, 30’12 Roe (Suter, Wick) 4-1, 31’37 Bodenmann (Krüger, Hollenstein) 5-1, 46’06 Chris Baltisberger (Noreau) 6-1, 48’35 Bodenmann (Krüger) 7-1, 55’38 Fazzini (Suri, Klasen) 7-2

Note: Hallenstadion, 9’411 spettatori. Arbitri Stricker, Mollard; Kadrli, Ambrosetti
Penalità: ZSC Lions 5×2′ + 1×10′, Lugano 2×2′

ZURIGO – Perdere in casa della capolista, una corazzata che ha lasciato sulla strada solo una sconfitta casalinga, può anche starci per una squadra come il Lugano. Quello che invece non può starci è che i bianconeri si dimentichino tutti i discorsi sull’identità e sulla voglia di lottare lascinado letteralmente strada aperta ai Lions.

Ma non sembrava potesse andare così inizialmente, perché la squadra di Sami Kapanen, nonostante l’iniziale svantaggio di due reti, aveva proposto un primo periodo fatto di personalità e disciplina, trovando anche diverse occasioni prima della rete di Lammer che ha dimezzato lo scarto.

© Berend Stettler

C’era quindi di che ben sperare per una squadra discretamente propositiva e perfettamente in partita, lo si è potuto fare anche nei primi cambi del secondo periodo, con gli ospiti getattisi subito alla ricerca di un pareggio che era alla portata. E in quei momenti la partita ha trovato il suo bivio.

Il Lugano ha però sprecato (tanto per cambiare) delle belle occasioni che avrebbero potuto ribaltare il “momentum” del match e i Lions hanno colpito con un cinismo micidiale sulla prima apertura trovata nel terzo offensivo. La rete di Krüger su un errore di piazzamento della difesa bianconera è stata una mazzata per il Lugano, da lì incapace di ogni minimo buon proposito e gli uomini di Grönborg hanno fatto quello che volevano.

© Berend Stettler

Un crollo mentale quasi inspiegabile, inconcepibile per l’immediatezza e la sua curvatura praticamente verticale, quasi che la rassegnazione si sia fatta padrona nelle menti dei bianconeri, incapaci di dare un senso alle loro occasioni e quindi di cambiare la partita in proprio favore, un segnale preoccupante.

Gli attaccanti si sono via via persi in giochini inutili e controproducenti, mentre in difesa si è iniziato a perdere dischi dolorosi di cambio in cambio, lasciando il povero Stefan Müller in balìa del mare mosso.

Difficile anche capire perché dalla panchina non siano arrivati gli impulsi necessari – o almeno i tentativi – per cercare di ricompattare la squadra o dargli la scossa per non affondare, nessun time out, nessun cambio di linea o portiere.

© Berend Stettler

Inutile star qui a raccontare del terzo tempo, puramente accademico e che ha visto perlomeno Luca Fazzini tornare alla rete dopo quattro partite e chiudere il risultato sul comunque pesante 7-2.

La partita era anche l’occasione per vedere all’opera Paul Postma ma, se a cinque contro cinque il canadese se l’è cavata discretamente con un paio di spunti offensivi interessanti, in power play Kapanen ha continuato a schierare Loeffel e Chorney come blueliner, negando all’ex Magnitogorsk la possibilità di dare dimostrazione delle sue capacità in superiorità numerica.

Se Kapanen attendeva delle risposte da questo importante test di sicuro le ha avute molto chiare. Il Lugano ha mostrato di essere ancora in grado di giocare e di tenere testa anche ai Lions, ma quando si è trattato di cambiare la partita i bianconeri sono crollati di schianto.

© Berend Stettler

Un calo venuto a catena dalle occasioni sbagliate e dagli errori costati reti pesanti, da quel 3-1 in poi Chiesa e compagni non hanno avuto più la forza necessaria per rientrare e questo deve fare riflettere.

La quarta sconfitta consecutiva dei bianconeri consegna una squadra che ha da lavorare sull’aspetto mentale per tornare quella brillante di ottobre e che deve assolutamene fare qualcosa per sfruttare le occasioni che si crea quando il risultato permette ancora di prendere in mano la partita. Non è stato un bel modo di ripartire dopo la pausa, forse a qualcuno va ricordato che questo Lugano non può permettersi di avere momenti “di svago”, e che deve lottare come tutte, anche di più di molte altre.


IL PROTAGONISTA

Simon Bodenmann: L’attaccante zurighese sta vivendo una prima parte di stagione molto positiva e la tripletta trovata contro il malcapitato Lugano non fa che sottolinearlo.

Sempre nel vivo dell’azione e pericoloso ad ogni cambio dimostra di essere sempre un attaccante di razza, martedì sera intrattabile per la difesa dei bianconeri.


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