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Lugano

Il Lugano domina il gioco, ma ad imporsi per 3-2 è il Langnau

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LUGANO – LANGNAU

2-3

(0-0, 2-2, 0-1)

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Reti: 30’29 Walker (Klasen, Martensson) 1-0, 34’27 Clark (DiDomenico, Hecquefeuille) 1-1, 35’33 Furrer (Pettersson, Walker) 2-1, 35’59 Koistinen (Haberstich) 2-2, 46’53 Berger (Weisskopf) 2-3

Note: Colonia, 700 spettatori
Penalità: Lugano 7×2′ + 2×10′ + 1xpp (Brunner), Langnau 10×2′

COLONIA – Verrebbe da dire che è un film già visto, quello della sfida tra Lugano e Langnau, con i tigrotti che sono riusciti a fare il “colpo” – per quanto valga in amichevole – alzando le barricate di fronte ai continui attacchi bianconeri.

Proprio come succedeva spesso e volentieri negli scorsi campionati, quando i bianconeri andavano a prendere anche sonore batoste alla Ilfis. Qui però si parla pur sempre di un’amichevole, e il risultato va messo un attimo da parte, poiché di punti in palio per il campionato non ve ne sono.

Nella sfida a Laporte, Patrick Fischer ha optato a sorpresa per lo schieramento quale portiere titolare di Stefan Müller, classe 1996, terzo nella gerarchia bianconera e attivo anche negli U20 del Lugano, oltre che per i Pikes Oberthurgau in Prima Lega.

Assieme al giovane austriaco – con licenza svizzera – hanno fatto il loro esordio stagionale i rientranti Hirschi e Sannitz, che hanno preso il posto rispettivamente di Sartori, fuori una decina di giorni per la botta alla spalla, e di Kostner, con Romanenghi spostato all’ala del quarto blocco.

Si diceva del Langnau sulle barricate, e così è stato per gran parte del match, con un Lugano che ha dato sin da subito un gran ritmo alla contesa, con grande pattinaggio e, stavolta, azioni più dirette sul portiere avversario. Ancora una volta a fare la differenza, in negativo, è stata la capacità di andare a rete dei bianconeri, che hanno tirato 36 volte su Ciaccio (oltre a almeno una ventina di tiri fuori dallo specchio) contro i 20 di cui pochi pericolosi del Langnau verso il bravo Müller.

La supremazia, quasi totale a livello di gioco è durata per due tempi abbondanti, poi la fiscalità estrema degli arbitri ha cominciato a rompere il ritmo partita, spezzettandola ogni due cambi con una penalità (7 sul conto del Lugano e 10 su quello del Langnau) e rendendola di difficile lettura.

I numerosi power play a disposizione hanno fatto vedere un Lugano che ha fatto dei passi avanti con la superiorità numerica, perlomeno trovando meno difficoltà nel piazzare i 5 uomini, ma come a parità numerica la mira o l’ultimo passaggio ha fatto difetto. Poco disturbo davanti a Ciaccio, diversi tiri fuori dallo specchio e una sola rete in superiorità, quella di Furrer per il secondo provvisorio vantaggio, decisamente poco per la truppa di Fischer.

Vi è da dire che Pettersson e compagni – molto più ispirati gli svedesi ma imprecisi in finalizzazione – hanno trovato anche un po’ di sfortuna davanti al portiere bernese, come nel caso di Walker che ha colpito un palo 59’ e diversi tiri bloccati da tre o addirittura quattro giocatori avversari a gettarsi davanti alla propria porta.

Le notizie migliori comunque vengono dalla difesa che, a parte l’incomprensione tra Bertaggia e Chiesa che ha portato il 2-3, ha concesso forse solo 4 o 5 occasioni pulite ai tigrotti. Stesso discorso per il box play, che ha subito una sola rete e ha passato indenne quasi un minuto a 3 contro 5 (in quattro situazioni di doppia inferiorità numerica in questo preseason il Lugano non ha mai preso gol) impedendo spesso e volentieri anche la sola entrata nel terzo agli avversari.

Nota significativa per ciò che concerne il primo blocco: in queste 5 amichevoli il trio svedese, “protetto” da Chiesa e Furrer ha subito una sola rete in 5 contro 5, segnale che si sta trovando una certa stabilità. A due settimane dall’inizio del campionato il lavoro da fare è ancora impegnativo, ma concerne soprattutto la fase offensiva, e se nel preparare la stagione le cose buone vengono dalla difesa, significa che la strada intrapresa è quella giusta.

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