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Lugano

Il Lugano deve sudare di nuovo ma chiude un weekend da 6 punti

LUGANO – BIENNE

3-2

(2-0, 0-1, 1-1)

Reti: 05’18 Pettersson (Martensson, Klasen) 1-0, 18’22 Martensson (Brunner, Ulmer) 2-0, 39’32 Spylo (Jecker) 2-1, 46’48 Lüthi 2-2, 49’49 Filppula (Bertaggia, Ulmer) 3-2

Note: Resega, 5’528 spettatori. Arbitri Wiegand, Prugger; Abegglen, Kovacs
Penalità: Lugano 3×2′, Bienne 3×2′

LUGANO – Tutti hanno il proprio tallone d’Achille, e a quanto pare – non una novità, visti i precedenti – quello del Lugano si chiama Bienne. Un’altra faticaccia, altre mille camicie sudate, ma alla fine i bianconeri escono dal weekend con la posta più alta, 6 punti che li allontanano ulteriormente (ma non definitivamente) dalla zona più calda per la lotta ai playoff.

Va detto, come per la partita della sera precedente alla Tissot Arena che ci sono meriti del Bienne, demeriti del Lugano e circostanze particolari, tutti fattori che hanno di fatto costruito questa sfida domenicale.

Ancora una volta i demeriti dei bianconeri stanno nel fatto di non aver chiuso la sfida dopo un doppio vantaggio, acquisito in un primo tempo giocato discretamente. La gestione del match dei Lugano – sceso in pista con Filppula al posto di Stapleton e senza Vauclair – è stata di nuovo a dir poco discutibile, con Klasen e compagni che hanno abbassato il proprio baricentro già nel periodo centrale.

Un ritmo basso, un match giocato soprattutto su un piano fisico e molto a centro pista ha giovato alla squadra di Schläpfer, che approfittava dei passaggi a vuoto del Lugano per farsi vedere dalle parti di Merzlikins con regolarità. I difensori bianconeri hanno faticato soprattutto ad uscire dal terzo quando schiacciati dalle capacità più fisiche che tecniche della squadra ospite, faticando a recuperare il disco quando Macenauer e soci facevano girare il disco nel terzo offensivo, seppur non sempre con costrutto e spesso spalle alla porta.

Le difficoltà maggiori il Lugano le ha incontrate poi quando ha dovuto giostrare con soli 5 difensori – se non 4 e mezzo – in quanto alle assenze di Vauclair e Furrer si è aggiunta l’esclusione di Sartori, lasciato in panchina da Shedden dopo diversi errori di cui uno clamoroso che quasi è costato una rete.

Con Kparghai e Chiesa spesso costretti ai doppi turni, si sono viste le difficoltà maggiori a tenere un ritmo alto da parte dei bianconeri, capaci di pungere solo con la linea svedese. Con Martensson costretto pure lui ai doppi turni per dare peso al quarto blocco, la squadra sottocenerina ha pagato la mancanza di lucidità e la mancanza di cattiveria precedente, venendo però salvata da Filppula nel finale.

Le reti del Bienne sono cadute quasi per logica, tanto era passivo il Lugano nel contenere gli avversari, e su questo argomento la squadra di Shedden dimostra di dover lavorare ancora molto. Di partite facili è vero che non ne esistono più, ma guardando al contesto e alla prevedibile fatica nel terminare il match a ranghi ridotti, una maggior determinazione una volta acquisito il vantaggio sarebbe ben gradita.

Non è stato un bel Lugano, legnoso e “aritmico”, ma bisogna pure ammettere che ha avuto il carattere per vincere delle partite gestite male, uscendone con la posta massima. Quel carattere dimostrato soprattutto dalla classe operaia, come Walker, Sannitz e Kparghai, ma pure da chi sa sacrificarsi in due ruoli come Hofmann e Bertaggia, spine nel fianco di Rytz ma anche preziosi in backchecking e recupero del disco.

Va dato merito anche al portiere del Bienne, che se è capitolato sulla rete di un ritrovato Pettersson e una deviazione involontaria di Martensson, ha saputo vincere il duello con il terzo svedese, chiudendo la porta a Klasen con almeno tre parate spettacolari. Il tutto prima di cedere sull’assolo di Filppula, ma lì c’era veramente poco da fare.

Insomma, di nuovo, tutto è bene quel che finisce bene.

fattore2

UN LAMPO NEL BUIO: Qualche passaggio dei suoi durante il match, nessuno spunto particolarmente illuminante, tanto che ci è voluta almeno mezz’ora per accorgersi della sua presenza.

Poi Ilari Filppula ha tirato fuori dal cilindro una rete spettacolare che ha deciso il match, facendo sobbalzare i tifosi. Il finnico ha deciso il match con uno splendido game winning goal, sfruttando così l’occasione concessagli da Shedden. Basterà per mettere in difficoltà il coach bianconero?

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