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Lugano

Il Lugano buca l’esordio, lo Zugo passa per 5-2 alla Resega

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LUGANO – ZUGO

2-5

(1-2, 1-3, 0-0)

Reti: 7’47 Brunner (Filppula, Klasen) 1-0, 13’54 Suri (Immonen) 1-1, 18’11 Schnyder (Sondell, Bouchard) 1-2, 22’10 Lammer (Marchon) 1-3, 24’44 Hofmann (Fazzini, Brunner) 2-3, 36’42 Martschini (Erni) 2-4, 39’18 Senteler (Suri) 2-5

Note: Resega, 5’732 spettatori. Arbitri Fischer, Wiegand; Kohler, Espinoza
Penalità: Lugano 3×2′, Zugo 5×2′

LUGANO – E così ha avuto inizio, finalmente vien da dire, dopo tutti i discorsi, le valutazioni, i mugugni e i sorrisi di questa ultima lunga estate. Il campionato 2015/16 per i bianconeri ha avuto il suo inizio alla Resega già come nella scorsa stagione, stavolta affrontando lo Zugo di Harold Kreis.

Patrick Fischer ha confermato la formazione vista all’opera nelle ultime amichevoli e provata di nuovo in allenamento, con l’ormai definitivo (pare) line up del top six che vede Brunner spostato nel primo blocco a scapito di Pettersson. Assenti Sannitz, Sartori e Morini, con i due giovani in via di guarigione. Per la prima di campionato il coach bianconero ha fatto esordire in porta Daniel Manzato, e confermato Fazzini al centro del terzo blocco, per una sorta di “reinventamento” del giovane luganese atteso ad una stagione finalmente convincente.

Gli avversari svizzero-centrali per contro si sono presentati senza poter mettere in pista la formazione tipo, se si calcolano le defezioni di Josh Holden, Emanuel Peter e Yannick Blaser.

Assenze che evidentemente non hanno pesato molto nello scacchiere di Harold Kreis, capace di reagire al primo vantaggio bianconero di Brunner con pazienza e furbizia e di ribaltare il risultato già nei primi 20’ grazie a Suri e Schnyder.

Il Lugano, che le cose migliori le ha mostrate nel primo tempo, ha mostrato diverse lacune a livello difensivo, con piazzamenti sbagliati ed errori individuali, mandando a nozze gli attaccanti ospiti. La parziale reazione all’1-3, scaturita nella bella rete di Hofmann, ha fatto da contraltare a una seconda metà di periodo centrale a dir poco disastrosa.

Suri e compagni per diversi cambi hanno fatto il bello e il cattivo tempo dalle parti di Manzato – non immune da responsabilità nemmeno lui – e con un cinismo invidiabile hanno stroncato le velleità bianconere con le reti di Martschini e Senteler poco prima del 40’. Fischer ha tentato la carta del cambio di portiere, invero quasi necessario anche per la scarsa concentrazione mostrata da Manzato, mentre Merzlikins è entrato in pista motivato, sicuro e pulito in ogni suo intervento.

Tutto qui? Alla fine sì, perché la differenza sostanziale l’ha fatto quel pauroso quarto d’ora nel secondo tempo, dominato dalle sbandate difensive bianconere e dalle conseguenti scorribande di Martschini e banda. Il risultato non è più cambiato nel terzo periodo, giocato in gestione dallo Zugo e senza troppa convinzione di rimonta dal Lugano dopo averci provato per una decina di minuti.

I bianconeri, nel primo match della stagione, hanno mostrato le due facce agli antipodi, quella in un primo tempo scoppiettante e velocissimo, con giocate convincenti e pericolose, con in particolare luce Klasen, Filppula, Brunner, Hofmann e Fazzini. Ma poi hanno mostrato il volto “oscuro”, quello che ha portato a una miriade di errori individuali clamorosi e decisivi, con i reparti d’attacco e difesa che sembravano slegati.

Se sul fronte offensivo si può sempre recriminare su una decina buona di occasioni mancate – anche per bravura di un certo Stephan – in difesa ci sono stati quei citati blackout (per non dire black holes) quasi inspiegabili per la portata di alcune distrazioni. Anche il power play ha vissuto di questi sali-scendi, mostrando autorità e grande mobilità in occasione delle reti bianconere, ma anche spesso arenatosi già in zona neutra.

Fischer non può essere contento della prestazione complessiva dei suoi ragazzi, che forse dopo un quarto d’ora di gioco hanno pensato di essere già sui binari giusti. Forse lo erano anche, ma senza guardare dove si va si rischia sempre di deragliare come successo di fronte a una squadra smaliziata come quella di Kreis.

Allarmante? Dopo la prima giornata no di certo, sempre difficile interpretarla anche per chi va in pista, ma qualche campanellino deve suonare nella testa dei bianconeri, anche in vista del primo tour de force della stagione, che vedrà susseguirsi il Losanna, il Davos, il Servette e il derby della Valascia. Il Lugano ha cambiato alcuni sistemi di gioco e deve attendere l’entrata in forma di alcuni uomini – come Martensson, ancora a corrente alternata – per riuscire a trovare quello che farà la differenza nella stagione dei bianconeri, ossia l’equilibrio, decisamente mancato al debutto.

fattore2
LE AMNESIE DIFENSIVE: Aacuni passaggi a vuoto nel secondo tempo hanno permesso allo Zugo di fare la differenza nel risultato, con il Lugano spesso in affanno nel proprio terzo.

Gravi errori individuali hanno favorito in particolare le reti del 2-4 e del 2-5 in chiusura di secondo periodo, decidendo di fatto la partita in favore degli svizzero-centrali.

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