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Lugano

Il Lugano batte 3-1 lo Zugo nella sfida per il quarto posto

LUGANO – ZUGO

3-1

(1-1, 1-0, 1-0)

Rete: 1’38 Sutter (Schnyder, Erni) 0-1, 18’50 Kostner (McLean, Kienzle) 1-1, 31’02 Klasen (Petterson, Maurer) 2-1, 40’42 Filppula (Petterson, Brunner) 3-1

Note: Resega, 5’247 spettatori. Arbitri Koch, Stricker; Dumoulin, Zosso
Penalità: Lugano 2×2′, Zugo 5×2′ + 1×10′

LUGANO – Niente di meglio che una corroborante vittoria esterna nel derby per proseguire la striscia vincente, oltretutto con la consapevolezza di aver visto sbloccarsi l’atteso Brunner e di aver ritrovato degli stranieri – in particolare i nordici – di nuovo a livelli stellari.

E più grossa occasione per riprendere la corsa verso le posizioni che contano non poteva esserci nella sfida della Resega contro l’avversario direttissimo Zugo. Una vittoria, meglio se da 3 punti, significava dare un piccolo calcio verso la porta posteriore e di farsi rivedere dalle lepri che guidano la classifica.

Contro la squadra di Harold Kreis, scesa verso il Ticino senza l’infortunato Sondell, Fischer ha riproposto al 99% il gruppo vincente in Leventina, con l’unica eccezione di nome Fazzini, che poco impiegato al derby, ha preso il posto di Kuonen nel quarto blocco accanto a Walker e Sannitz.

Evidentemente i bianconeri non hanno calcolato che lo Zugo avrebbe imposto ben altro ritmo rispetto a quello che Klasen e compagni hanno trovato nel derby e, complici alcuni cambi problematici soprattutto in difesa, la prima abbondante metà del tempo iniziale è stata di grande sofferenza per la retroguardia di Fischer.

La rete di Sutter dopo solo 1’38” aveva già esaltato gli ospiti, decisi e velocissimi, e una volta messi sotto pressione i difensori di casa grazie a un grande e altissimo forechecking, la banda di Kreis si è creata un buon numero di occasioni da rete, sventate da un bravissimo Manzato. A calmare il gioco e a riequilibrarlo sono giunti in soccorso del Lugano un paio di power play – persino migliorati nella gestione del disco – che non solo hanno raffreddato gli attacchi ospiti ma hanno portato al pareggio del caparbio Kostner.

A dire la verità il ritmo del Lugano è rimasto al di sotto di quello ospite anche per almeno metà del periodo centrale, ma il merito dei bianconeri è stato quello di proteggere meglio Manzato, che ha subito sì più tiri rispetto al suo dirimpettaio Stephan, ma ha trovato davanti a sé tipi come Sartori e Chiesa a fargli da bodyguard.

Al Lugano invece non è di certo mancato il cinismo, e al secondo (!) tiro del periodo è andato a segno con Klasen, abile a respingere in rete una respinta della difesa su un suo stesso e precedente tiro. Da lì in avanti il Lugano ha saputo riprendere un ritmo di gioco più confacente alla sua fama, ripartendo con più rapidità in transizione grazie a un lavoro più lucido e meno complicato da parte dei suoi difensori, sempre però con un enorme Manzato prontissimo a respingere gli attacchi di Martschini e compagni.

Il “crescendo” bianconero è poi proseguito nel terzo conclusivo, lanciato in maniera perfetta dalla rete del 3-1 di Filppula, che in power play ha finalizzato uno spettacolare scambio con Pettersson. Ottima poi la gestione del vantaggio, mantenuto grazie a un ritrovato filtro a centro pista e con un gran lavoro di tutta la squadra e delle checker lines in particolare.

Esaltante è stata poi la maniera in cui la squadra ha resistito a quasi 4’ di box play, di cui 1’39” doppi, con grande sacrificio e intelligenza. Quel momento è stato in fondo la chiave finale del successo, con i bianconeri rinfrancati e gli ospiti a corto di idee, i quali hanno poi tentato l’assalto finale a 6 contro 5, ma il Lugano aveva ormai in mano partita e risultato, sorretto dal grande Manzato di questo periodo.

Un match giocato in crescendo, con gambe stranamente molli e testa distratta all’inizio, sorpresi da tanto fervore ospite, ma capaci di reagire grazie ai propri leader e al grande lavoro degli “operai” e dei difensori. Una menzione la meritano i ticinesi Sartori e Chiesa, autori di una prova di forza e intelligenza, capaci di prendere in mano un reparto arretrato con la coperta corta.

Stavolta il periodo conclusivo è stato quello giocato meglio dai bianconeri, che hanno denotato anche un’ottima condizione fisica, sicuramente aiutata dal fatto che la squadra sa esprimersi ad alti livelli giostrando regolarmente a quattro blocchi. Buona l’evoluzione mostrata dal power play, con la soluzione di Bertaggia in fase di regia nel secondo blocco e una gestione del disco finalmente più efficace.

Con questa importante vittoria il Lugano stacca lo stesso Zugo in classifica, ma soprattutto va a dare un chiaro segnale a chi sta sopra: la squadra, pur con diverse assenze importanti è in salute e sembra fare finalmente quel salto in più a livello di maturità.

Gli stranieri sono tornati a livelli eccelsi – Klasen fenomenale – la difesa, pur senza tre “tenori” tiene alla grande e mostra personalità e il portiere – con Merzlikins sempre pronto – è in forma straordinaria.

Difficile chiedere di più a questo Lugano ora, e anche Brunner può lavorare tranquillo in attesa della forma migliore. Perché con dei compagni così…

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