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Lugano

Il Lugano annienta anche il Bienne per un weekend da 6 punti

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LUGANO – BIENNE

7-4

(4-0, 1-1, 2-3)

Reti: 2’07 Murray (Walsky, Filppula) 1-0, 5’01 Pettersson (Filppula, Walker) 2-0, 9’54 Pettersson (Klasen, McLean) 3-0, 12’42 Reuille (Filppula) 4-0, 23’32 Arlbrandt (Jelovac, Untersander) 4-1, 34’58 Walsky (Murray, Steinmann) 5-1, 41’15 Rossi (Arlbrandt, Olausson) 5-2, 46’49 Klasen (Ulmer, Pettersson) 6-2, 47’19 Haas (Berthon, Rouiller) 6-3, 52’44 Haas (Spylo) 6-4, 58’28 McLean (Reuille, Kostner) 7-4

Note: Resega, 5’073 spettatori. Arbitri Prugger, Vinnerborg; Ambrosetti, Kohler
Penalità: Lugano 5×2′, Bienne 5×2′

LUGANO – Una vittoria rocambolesca a Friborgo per lanciare il weekend e cercare di incamerare il massimo di punti disponibili, questo l’obiettivo del sabato bianconero, con il Bienne che, reduce dalla vittoria sul disastrato Kloten, ha reso visita al Lugano.

Una sola la novità nella formazione imbastita da Fischer, ossia l’impiego quale portiere titolare di Merzlikins, per il resto blocchi confermati, a parte l’avvicendamento tra Murray e Fazzini per il posto di 12esimo attaccante, con il ticinese seduto in panca.

Le amnesie difensive che contro il Gottéron erano costate reti e minuti di apnea sembravano essere ben dimenticate dai bianconeri, che – seppur contro un avversario nettamente più debole dei burgundi – hanno messo in pista grande voglia e ritmo su ogni disco in un primo periodo a senso unico.

Le due reti di Pettersson e quelle messe a segno da Murray – al primo gol “vero” della stagione – e Reuille hanno praticamente demolito un Bienne impotente e impietrito, al punto di sostituire il portiere Rytz con Meili già prima del 20’. Lugano arrembante, Bienne disarmante e un 4-0 eloquente dopo il primo tempo che praticamente aveva già messo la parola fine alla contesa.

Onore comunque al Bienne, che seppur ad armi impari ha cercato il tutto e per tutto nel resto del match, soprattutto quando il Lugano ha colpevolmente abbassato la tensione, regalando delle seppur misere speranze agli uomini di Schläpfer. Semplicemente a livello di gioco non c’è stata assolutamente partita, ma i citati periodi di relax bianconeri hanno permesso a un Bienne che ormai non aveva più nulla da perdere di rientrare sin sul 6-4, insinuando più di un dubbio nella testa dei tifosi presenti alla Resega, prima che McLean chiudesse i conti con il settimo gol.

Peccato per questi passaggi a vuoto, soprattutto per una squadra che aveva fatto della difesa la sua arma principale, ma che ha ancora qualche problema nell’equilibrare le fasi di attacco più profonde alla gestione del risultato.

Riassumendo: ottimo, anzi, eccellente il primo tempo, sfruttato al massimo per produzione offensiva e neutralizzazione dell’avversario. Buono il secondo tempo, in gestione del risultato, male invece il terzo, non fosse altro per aver permesso al Bienne di segnare 3 reti e di poter mettere ancora pressione sulla squadra bianconera, questo soprattutto per colpa del Lugano, che per degli ospiti volenterosi ma piuttosto limitati, stranieri a parte.

Ancora una volta come nella trasferta di Friborgo, l’attacco luganese ha sfoderato la sua potenza, andando a segno con 6 giocatori diversi, trascinato da quel Pettersson che raggiunge così quota 8 reti in 7 partite, ma ciò va a controbilanciare una difesa che denota disattenzioni soprattutto davanti al portiere, e che permette agli avversari di prendere possesso dello slot. Senza voler cercare cause troppo tecniche, a volte è sembrato che l’eccessiva sicurezza infondesse un pizzico di supponenza tra le fila dei bianconeri, che nel male di questi passaggi a vuoto sono comunque stati bravi a reagire a loro volta.

Una partita strana quella della Resega, divisa in tre parti, ma se il terzo periodo sarà da visionare più e più volte in sala video, c’è da tenere a mente quei primi 20’ arrembanti, giocati con rabbia e precisione, velocità e spettacolo, anche su gentile invito di una difesa biennese impreparata e decisamente fragile.

Ancora una volta i grandi trascinatori si sono rivelati gli stranieri, ad immagine della coppia svedese, spettacolare e produttiva, ma le varianti offensive a disposizione di Fischer sono innumerevoli e distribuite su tutti i quattro blocchi. Reuille si conferma in grande forma e inatteso scorer, Filppula è sempre più integrato nel gioco – 3 assist per lui – e McLean…è sempre McLean, pronto a timbrare il cartellino nei momenti giusti.

Sia Walsky che Murray sembrano su una buona via, si spera che queste loro reti portino fiducia e facciano guadagnare altre frecce all’arco di Fischer. Ottima la partita di Steinmann e Walker, pattinatori di qualità, sempre pronti in forechecking come pure nell’atto di velocizzare la manovra. In retrovia si conferma in un ottimo periodo capitan Hirschi, e anche Chiesa, nonostante qualche sbavatura, è sempre molto propositivo e pronto a usare il suo fisico possente. Da rivedere come detto alcuni movimenti difensivi, quelli che – tanto per essere chiari – hanno segnato un -3 rispettivamente -2 sulle statistiche di Vauclair e Schlumpf.

Il Lugano ha comunque convinto per gran parte della partita, divertito e strappato applausi a scena aperta per l’ottimo spettacolo offerto, i nuovi giocatori, ad immagine di Steinmann, Filppula e Klasen sono sempre più inseriti e decisivi per la propria squadra. Il lavoro produce questi ottimi risultati, ma non per questo c’è da rilassarsi e sedersi sui classici allori, perché Fischer di sicuro non avrà digerito quel terzo periodo, ma fin che si vince e ci si diverte tutto risulta più facile.


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