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Lugano

Il Ginevra viola la Resega battendo un Lugano fragile e confuso

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LUGANO – GINEVRA

2-5

(1-2, 0-2, 1-1)

Reti: 11’17 Bürgler (Brunner, Klasen) 1-0, 14’54 Almond (Spaling, Traber) 1-1, 15’03 Slater (Wick, Vukovic) 1-2, 21’24 Wick (Romy, Rod) 1-3, 30’10 Romy (Spaling, Loeffel) 1-4, 44’05 Bürgler (Sondell, Klasen) 2-4, 44’35 Spaling (Traber, Jacquemet) 2-5

Note: Resega, 5’450 spettatori. Arbitri Fischer, Kurmann; Abegglen, Kovacs
Penalità: Lugano 4×2′, Ginevra 4×2′

LUGANO – Ecco, forse ora ci si può anche preoccupare almeno un po’, ma non tanto per la classifica, ma bensì per ciò che il Lugano (non) mostra sul ghiaccio. Contro il Ginevra – privo fra gli altri anche di Santorelli – i bianconeri avrebbero potuto e dovuto cercare una di quelle vittorie di forza, di carattere, per cercare di darsi una scrollata dirsi “sì, ricominciamo da qua”.

Invece di tutto questo il nulla, anzi, se possibile i dubbi sono aumentati dopo questa prestazione contro un Ginevra fino ad oggi altrettanto in difficoltà come la squadra di Shedden. L’allenatore canadese per l’occasione ha ritrovato Sondell, schierandolo subito in contemporanea di Wilson, formando un inedito 2+2 nel quartetto stranieri che dire non abbia convinto è assolutamente un eufemismo.

Difficile però pensare di dare un giudizio sullo schieramento dei bianconeri, in quanto solo pochissimi si sono salvati da una partita disastrosa su quasi tutta la linea. Del match infatti salviamo i primi dieci minuti, giocati con convinzione e azioni dirette su Mayer, sublimati dalla rete del solito Bürgler dopo una gran discesa di Brunner, ma poi inizia la discesa in una pozza di acqua fangosa.

Le prime reti del Ginevra hanno fatto pensare a vecchi fantasmi, a causa di quei soli 9 secondi che hanno intervallato il pareggio e il vantaggio definitivo, con la seconda ad opera di Slater caduta su una colossale dormita del Lugano appena dopo l’ingaggio a centropista.

Alla fine del primo tempo, nonostante il Lugano stesse già andando in difficoltà, c’era però la speranza che le cose potessero cambiare, come in quei primi convincenti 10 minuti di partita. Speranza vana, perché al Servette sono bastati un paio di minuti per sfruttare un altro svarione difensivo e far sì che Wick insaccasse il 3-1 e game winning gol tutto solo davanti a Manzato.

Da lì in avanti il Lugano ha perso qualsiasi idea, la coordinazione, sbagliando cambi e tempistiche degli stessi – l’errore di Wilson sul 4-1 deriva da questo, con il canadese ormai “cotto” che per un errore suo non è riuscito ad andare in panchina – e perdendo una marea di dischi nello slot difensivo, roba da mani nei capelli.

Il terzo periodo avrebbe anche potuto regalare qualche speranza dopo la seconda rete di Bürgler, se non fosse che Ulmer si è fatto scappare Spaling soli 30 secondi dopo, 5-2 e tutti a casa.

Molte cose non funzionano in casa bianconera, ma a preoccupare, oltre alla mancanza di gioco per il 90% degli incontri, è la fragilità con cui Brunner e compagni crollano dopo aver subito reti in rapida successione, tra l’altro spesso per loro distrazione.

Mancanza di carattere? Un vuoto lasciato da un paio di leader ormai partiti che avevano cambiato il gruppo grazie alla mentalità vincente? Possibile, ma questa squadra ha i mezzi per reagire da sola, anche se non può farlo del tutto con un portiere che infonde insicurezza e timori a quasi ogni tiro, e vien da chiedersi anche per Manzato come sia possibile una regressione “mentale” di questa portata, lui che faceva della concentrazione il suo punto di forza.

Tanti dubbi, tante domande, ma per fortuna anche un po’ di certezze, come il power play che perlomeno da frutti e un Bürgler che conferma la bontà del suo ingaggio con una media reti a dir poco invidiabile. Per il resto, comincia a fare un po’ buio.

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I CROLLI DOPO LE RETI: 
Come succedeva in un passato non troppo remoto, il Lugano denota ancora dei grossi passaggi a vuoto nei quali subisce più reti in pochi secondi o subito dopo essere riuscito a battere il portiere avversario.

Anche contro il Ginevra sono successi due di questi episodi, mostrando la mancanza di concentrazione nelle fila bianconere e una certa fragilità dopo aver incassato un gol.

Non par vero per una squadra che ha disputato la fonale per il titolo solo pochi mesi fa, ma questa è la realtà attuale, e ancora una volta ha fatto male ai ragazzi di Shedden, confusi e distratti.

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