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Lugano

Il Ginevra piazza il colpo e batte il Lugano in gara 1 alla Resega

LUGANO – GINEVRA

2-3

(0-1, 2-1, 0-1)

Reti: 19’27 Taylor Pyatt (Antonietti) 0-1, 25’51 Loeffel (D’Agostini, Taylor Pyatt) 0-2, 35’05 Kostner (Reuille, Kienzle) 1-2, 36’23 Hirschi (Steinmann, Klasen) 2-2, 51’44 Taylor Pyatt (D’Agostini, Loeffel) 2-3

Note: Resega, 6’285 spettatori. Arbitri Stricker, Wehrli, Espinoza, Tscherrig
Penalità: Lugano 4×2′, Ginevra 3×2′

LUGANO – E aquile siano, di nuovo. Un anno dopo aver disputato e perso la serie di quarti di finale contro il Ginevra Servette, i bianconeri di Fischer si sono trovati di fronte di nuovo Lombardi e co. Stavolta il Lugano poteva però partire con ben altre prospettive, visti i valori del campionato e soprattutto grazie all’iniezione di fiducia acquisita nelle ultime sfide a Berna e Zurigo.

Per gara 1 Fischer si è affidato al medesimo line up delle ultime uscite, lasciando però fuori Filppula a favore di Paakkolanvaara. Mossa che può sorprendere questa, ma che vista la prevedibile cattiveria agonistica della sfida, può risuonare come mossa precauzionale per uno appena rientrato dall’infortunio e come ideale per un compagno invece sano e propenso alla fisicità.

Fisicità che effettivamente non è mancata sin da subito nella sfida, che però è partita su binari agonistici corretti. Un Lugano forse inizialmente un po’ contratto, contro un Ginevra come sempre ben messo in pista, ha cominciato a macinare più gioco, soprattutto in contropiede verso la fine del tempo, creando un paio di ottime occasioni oltre al palo di Brunner.

Il Servette ha però approfittato di un errore di Pettersson in power play, per carpirgli il disco, partire in 3 contro 1 e segnare con Taylor Pyatt la prima rete di questa sfida.

Che il Lugano fosse un po’ sorpreso dall’impostazione del Servette lo si era capito, con i granata meno duri ma capaci pure di disegnare trame veloci. Ma è stato il secondo gol ospite ad opera di Loeffel a mandare all’aria i piani bianconeri. Pettersson e compagni sono andati completamente in confusione, non riuscendo più a uscire dal terzo con lucidità e sbalgiando anche le cose più elementari.

Ci è voluto un time out di Fischer per rimettere le cose perlomeno su una via più ordinata, ma solo la rete di Kostner ha veramente riacceso il Lugano. Non che sia stato il miglior Lugano possibile, ma il pareggio di Hirschi dopo pochi secondi dalla rete del compagno ha rassicurato tutti.

Rassicurazioni troppo ottimiste, evidentemente. Il Lugano non ha mai dato l’impressione di riuscire a imporre il proprio gioco come nelle ultime uscite, mentre McSorley ha dato prova di saperne sempre una più del diavolo, impostando tatticamente la gara da maestro.

In un terzo tempo iniziato con qualche patema per i bianconeri, ancora un power play ha fatto la differenza, stavolta definitiva, grazie di nuovo a Taylor Pyatt, castigatore di una squadra bianconera andata troppo a folate e poco continua.

Lo sforzo finale, anche senza Manzato, è stato encomiabile e anche sfortunato, ma se i bianconeri si fossero espressi con più semplicità e convinzione, la partita sarebbe potuta essere ben diversa.

A emergere tra le fila bianconere sono stati quindi i blocchi “operai”, con il quarto di Reuille, Sannitz e Kostner instancabile e l’unico a proporsi a tutta pista con continuità e un Walker impressionante per l’uso della forza fisica e la presenza in ogni angolo del ghiaccio.

Forse sorpreso dall’impostazione data da McSorley, fatto sta che il Lugano non si è espresso come sarebbe capace, ed è un peccato che si sia fatto annullare il vantaggio casalingo in una Resega che era inviolata da 10 partite consecutive.

Che non fosse facile lo si sapeva, ma ora il Lugano dovrà fare un reset e prepararsi ad un’altra battaglia, dimenticare e cominciare da zero. Più facile a dirsi, ma necessario.

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