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Il Davos mette a nudo tutte le difficoltà del Lugano

I bianconeri vengono battuti anche dai grigionesi e chiudono la settimana con tre sconfitte. Si interrompe la serie positiva contro Ambühl e compagni

© Photobrusca & Luckyvideo

Il Davos mette a nudo tutte le difficoltà del Lugano

LUGANO – DAVOS

2-4

(0-2, 1-1, 1-1)

Reti: 7’41 Ambühl (Turunen, Corvi) 0-1, 10’12 Herzog (Egli, Zgraggen) 0-2, 24’08 Bürgler (Herburger, Suri) 1-2, 28’59 Herzog (Ambühl, Marc Wieser) 1-3, 47’53 Fazzini 2-3, 58’09 Turunen (Corvi) 2-4

Note: Corner Arena, porte chiuse. Arbitri Müller, Dipietro; Progin, Kehrli
Penalità: Lugano 5×2′, Davos 4×2′ + 1×10′ + 1 x rigore

Assenti: Sandro ZurkirchenElia RivaTim HeedBernd Wolf (infortunati), Timo HaussenerLoic Vedova (Rockets), Dominic Lammer (sovrannumero)

LUGANO – Quando nemmeno contro il tuo avversario preferito – fin qui in stagione il Lugano aveva portato a casa 11 dei possibili 12 punti contro il Davos – riesci a vincere, sembra evidente che qualcosa non va.

È questo il caso dei bianconeri, reduci da una settimana da incubo, in cui non sono stati capaci a portare a casa punti in nessuna delle tre partite disputate. I risultati parlano quindi chiaro – ancora di più se si considerano pure le tre partite precedenti, per un bilancio di una sola gara vinta su sei – ma anche analizzando la qualità delle prestazioni il quadro della situazione non è molto più positivo per i bianconeri.

© PhotoBrusca & LuckyVideo

Se nella trasferta di Zurigo la squadra di Pelletier aveva comunque mostrato cose positive, il peggio lo si è visto proprio nelle due sfide casalinghe, in quella Cornèr Arena che fin qui era stata un vero e proprio fortino, con otto vittorie in dieci partite.

Il risultato più tirato rispetto alla partita contro lo Zugo non deve illudere sulla prestazione offerta dai bianconeri, anche perché la differenza di qualità tra i due avversari è netta. La sconfitta del Lugano non fa una grinza, in particolare per quanto visto nei primi due periodi. Quaranta minuti che hanno palesato con molta chiarezza le difficoltà a livello di gioco che attualmente attanagliano i bianconeri.

Da una parte a livello offensivo, con i padroni di casa completamente incapaci di creare prolungate fasi di pressioni nel terzo difensivo del Davos. E non sorprende quindi se il Lugano non ha potuto beneficiare nemmeno di un powerplay nei primi due tempi, semplicemente perché non hanno mai provocato situazioni in cui i grigionesi si sono visti costretti a ricorre ad una penalità. Una sterilità offensiva che ormai si prolunga da diverso tempo, basti pensare che in solo una delle ultime 15 partite disputate Arcobello e compagni hanno realizzato più di tre reti.

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E se la fase offensiva piange, quella difensiva non ride. Nel primo tempo il Davos con transizioni veloci, come in occasioni delle due reti, ha scoperchiato tutti i problemi di organizzazione difensiva del Lugano, con marcature approssimative o addirittura saltate del tutto. Ma anche un atteggiamento più attendista non è la soluzione dei problemi del Lugano, con gli stambecchi che nel periodo centrale – con l’aiuto della panchina vicina al proprio terzo offensivo – ne hanno approfittato per lunghe fasi di pressione, che i bianconeri spesso hanno potuto interrompere solo con una penalità.

Solo nel terzo tempo la dinamica della partita è leggermente cambiata. Sulla scia di un powerplay “regalato” dal Davos con un ingenuo fallo in zona offensiva, il Lugano è finalmente riuscito ad aumentare la sua pressione sulla retroguardia grigionese, arrivando infine anche a provocare una penalità nel terzo offensivo.

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Proprio durante questo powerplay è arrivato il secondo gol bianconero, anche se su rigore (ottimamente trasformato da Fazzini). Bianconeri che in seguito hanno avuto anche qualche occasione per un insperato pareggio, ma non sono andati oltre alla traversa colpita da Arcobello (ormai a secco di gol da addirittura 16 partite).

Proprio il rendimento dei suoi uomini chiave è un altro problema dei bianconeri. Sarebbe infatti fin troppo facile addossare la responsabilità per questo momento negativo sulle assenze e sui giovani chiamati a sopperirle. La verità è invece che i giovani il loro apporto lo stanno dando, giocando in maniera pulita nei minuti che gli vengono concessi.

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Le assenze e i giovani possono al massimo essere una conseguenza indiretta sul rendimento di quelli che dovrebbero essere i leader della squadra di Pelletier. Non è infatti da escludere che diversi giocatori stiano iniziando ad accusare un po’ di stanchezza, d’altronde quella contro il Davos era l’ottava partita in 16 giorni per i bianconeri, che sono la squadra che ha giocato più volte nel 2021.

L’eventuale stanchezza è in parte però anche un problema creato in casa. Lo staff tecnico fin qui si è infatti mostrato molto riluttante a far rifiatare Schlegel e anche i minutaggi in difesa hanno a volte lasciato perplessi (l’ultimo esempio in ordine di tempo sono i quasi 26 minuti di Wellinger contro lo Zugo, in una partita che al più tardi dopo il primo tempo non aveva più nulla da dire, a fronte dei 4 di Antonietti). E proprio i due nomi menzionati, tra i giocatori più solidi e costanti del Lugano, nelle ultime due partite non sono più sembrati irreprensibili.


IL PROTAGONISTA

Teemu Turunen: Il colpo da sogno di Raffainer fin qui non ha vissuto una stagione memorabile, ma domenica si è reso protagonista di una prova ispirata. Dopo cinque minuti di gioco ha intercettato un rilancio di Wellinger, creando così la prima buona occasione del Davos. Situazione che è sembrata coincidere con la fine del discreto inizio di partita del Lugano. Poco dopo il finlandese ha servito un assist perfetto ad Ambühl, che ne ha approfittato per sbloccare il risultato. Turunen – autore di ben 10 tiri totali, nessuno come lui nel Davos – ha poi chiuso la contesa con il gol a porta vuota.


HIGHLIGHTS

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