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I nuovi volti della NLA 2018/19: lo statunitense Tommy Wingels

L’attaccante può giocare al centro oppure all’ala. A Ginevra ritroverà Lance Bouma, un rivale diventato compagno di squadra ai tempi dei Blackhawks

I nuovi volti della NLA 2018/19: lo statunitense Tommy Wingels

TOMMY WINGELS


Età: 30
Posizione: C/W
Altezza: 183 cm
Peso: 91kg
Tiro: right

Nazionalità:

Provenienza: Boston Bruins (NHL)
Draft: 2008, round 6, #177 overall, San Jose Sharks
Contratto: un anno + opzione

La pedina versatile che voleva McSorley

Il Ginevra Servette è stata l’ultima squadra di NLA a completare il proprio quartetto di stranieri, ma l’attesa ha portato a Les Vernets una coppia di attaccanti sicuramente intrigante formata dallo statunitense Tommy Wingels ed il canadese Lance Bouma.

Dal punto di vista prettamente incentrato sulla produzione offensiva, Wingels offre probabilmente il profilo più promettente, dopo una carriera passata nel bottom six di Sharks, Senators, Blackhawks e Bruins, con il ruolo di ala – e poi centro – a cui veniva affidato il compito di portare energia e determinazione sul ghiaccio.

Wingels può infatti giocare in tutte le tre posizioni d’attacco, anche se il ruolo di centro lo ha riscoperto solamente nel corso delle ultime stagioni. Il suo è uno stile di gioco che sta diventando familiare in Svizzera, ovvero quello di un attaccante discretamente dotato a livello tecnico, e che compensa le sue lacune con un buon pattinaggio e la volontà di combattere su ogni disco, questo nonostante una statura non propriamente imponente.

Wingels riscopre il ruolo di centro

Draftato nel 2008 dai San Jose Sharks, Wingels ha passato il periodo universitario e buona parte della sua carriera NHL giocando all’ala, sino agli ultimi scampoli della stagione 2016/17. In quel periodo all’attaccante è stato chiesto di spostarsi al centro per la prima volta da parecchi anni.

“Non mi ricordo nemmeno l’ultima volta che ho giocato in quella posizione… Sarà stato otto, nove o addirittura dieci anni fa”, aveva commentato Wingels. Inizialmente si vedeva il tutto come un esperimento di breve corso, ma il neo-ginevrino ha continuato a venire schierato nel mezzo sino al trade ai Senators, ed ha poi rivestito la stessa posizione una volta finito ai Chicago Blackhawks.

Il ruolo di centro è così tornato a far parte del suo curriculum, ed anche dopo il passaggio ai Boston Bruins all’ultima deadline, Wingels ha continuato a fare da perno ai compagni di linea. Per il suo debutto nel Massachusetts ha infatti trovato spazio come centro della terza linea, approfittando di un infortunio a Patrice Bergeron e del conseguente spostamento di Riley Nash nel primo blocco.

Il decennio – o giù di lì… – di inattività agli ingaggi si è tradotto in percentuali non proprio esaltanti ai faceoffs, che negli ultimi anni si sono aggirate tra il 40 ed il 45%.

“If you can play, you can play”

Tommy Wingels si è distinto nel corso della sua carriera per varie attività lontano dal ghiaccio e al servizio della comunità. Su tutte spicca la sua partecipazione all’iniziativa “You Can Play”, associazione di cui fa parte a livello di comitato consultivo.

“You Can Play” è un movimento che vuole combattere la presenza di omofobia nel mondo dello sport. L’associazione basa le sue attività sul motto “If you can play, you can play”, ed è stata lanciata nel 2012, dopo la morte all’età di soli 21 anni di Brendan Burke, figlio dell’attuale presidente dei Calgary Flames, Brian Burke.

Brendan, che lavorava per la squadra di hockey della Miami University, aveva rivelato la sua omosessualità nel 2009 attraverso un articolo pubblicato da ESPN.com, ed aveva poi discusso cosa significasse essere gay nel mondo dello sport in vari appuntamenti televisivi. Tommy e Brendan erano molto amici e, dopo la sua morte in un incidente stradale nel 2010, l’attaccante non ci ha pensato due volte nel dare il suo contributo all’organizzazione.

Tommy Wingels e Lance Bouma, da nemici a compagni di squadra… Due volte!

Quando si incontreranno a Les Vernets, i due nuovi stranieri del Ginevra non si ritroveranno faccia a faccia per la prima volta. La loro rivalità, che si è poi trasformata in amicizia, è stata infatti una delle storie più interessanti quando i giocatori sono stati ingaggiati dai Chicago Blackhawks.

Giocatori fisici e noti anche per il loro trash talk, Wingels e Bouma si sono spesso affrontati da avversari con le maglie di Sharks e Flames, e sull’arco di sette anni si sono scambiati diverse “cortesie” sul ghiaccio.

Nel luglio 2017 il loro rapporto è però cambiato radicalmente. Da rivali si sono ritrovati ad essere compagni di squadra, ed il loro modo simile di interpretare il gioco ha permesso ai due di diventare subito ottimi amici.

Per un certo periodo i nuovi attaccanti del Ginevra hanno formato una solida quarta linea per i Blackhawks, completata dal giovane John Hayden. L’intesa sviluppata sarà dunque interessante da vedere nel contesto svizzero, dove potrebbero trovare grande efficacia.



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