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Ambrì Piotta

I nuovi volti della NLA 2018/19: lo statunitense Bryan Lerg

L’Ambrì ha completato la rosa con il 32enne statunitense, considerato un vero leader. In Leventina dovrà giocare al centro, ruolo che non riveste da alcuni anni

I nuovi volti della NLA 2018/19: lo statunitense Bryan Lerg

BRYAN LERG


Età: 32
Posizione: LW/C
Altezza: 178 cm
Peso: 79kg
Tiro: left

Nazionalità:

Provenienza: Rögle (SHL)
Draft:
Contratto: un anno + opzione

La pedina più importante

L’Ambrì Piotta è arrivato al mese di luglio con il compito di riempire un vuoto fondamentale del proprio lineup, ovvero quello del primo centro, ruolo che sarà cruciale per una squadra che ha deciso di giocare al centro con una sola pedina straniera.

In questo senso il profilo di Bryan Lerg ha convinto il DS Paolo Duca, che per guidare la sua squadra cercava innanzitutto un leader ed un giocatore capace di trascinare il gruppo dentro e fuori dal ghiaccio.

Queste caratteristiche hanno fatto andare in secondo piano il fatto di aver optato per un giocatore che da diverse stagioni non gioca al centro, anche se in questo senso lo stesso Lerg non sembra avere molti dubbi sul fatto di poter velocemente tornare nella posizione occupata anni fa.

La sfida è dunque di quelle intriganti, dopo che il giocatore ha passato due anni al Rögle in un lineup infarcito di centri e che ha portato lo statunitense ad essere schierato sistematicamente all’ala. In Leventina la situazione sarà ben diversa, con una profondità limitata nel mezzo del lineup e una qualità che avrà bisogno di Lerg per alzare il proprio livello.

“I’m more of a shooter”

Nonostante la sua statura – 178cm per 79 kg – Bryan Lerg non sarà il classico centro playmaker. Il suo profilo è quello di un finalizzatore capace di portare tantissima energia in pista, il che gli permette di compensare una limitata presenza fisica sul ghiaccio. Proprio questo “limite” gli ha però permesso di sviluppare un gioco particolarmente grintoso, che lo rende una vera e propria spina nel fianco degli avversari.

Le sue caratteristiche promettono inoltre di ben adattarsi al gioco veloce – e meno difensivo rispetto alla SHL – che si applica in Svizzera, questo anche nell’ambito di un powerplay biancoblù che dovrebbe beneficiare dal suo innesto.

Con la maglia del Rögle il 32enne si è infatti distinto per essere particolarmente pericoloso in superiorità numerica, fattore questo che ha rappresentato un importante tassello del suo gioco.

Oh capitano, mio capitano

Bryan Lerg ha da sempre evidenziato la naturale preposizione ad essere un leader, questo sin dai primi anni della carriera. Undrafted, l’attaccante ha dovuto farsi strada già al College, spiccando per la sua forte personalità in quei quattro anni giocati alla Michigan State University.

Disputa infatti la stagione 2006/07 con la “A” cucita sul petto, lettera che diventa velocemente una “C” dopo che Lerg riesce a guidare la squadra al titolo NCAA. La sua leadership ed un decisivo bottino di 36 punti (con ben 8 game winning goal!) in 41 partite portano infatti i suoi compagni di squadra a votarlo all’unanimità come capitano per il campionato 2007/08.

Il ruolo – che nel frattempo ad Ambrì è ancora vacante – gli calza a pennello, e negli anni onora le lettere che porterà sulla maglia con tante attività in favore delle comunità in cui vive stagione dopo stagione. Per i suoi compagni di squadra rappresenta inoltre la spalla ideale, sempre pronta a condividere la propria esperienza e dare una mano ai più giovani.

La sua attitudine, unita all’imperterrita volontà di dare tutto ad ogni cambio, si rivela inoltre contagiosa, ed in questo senso il suo profilo appare più che azzeccato se si pensa al contesto in cui vuole lavorare coach Luca Cereda.

La NHL, un sogno ora riposto nel cassetto

La media di 0.76 punti a partita sull’arco di 169 sfide NCAA permettono a Lerg di guadagnarsi un primo contratto NHL. Nell’aprile 2008 firma infatti un accordo di due anni con gli Edmonton Oilers, squadra in cui non riesce però mai a ritagliarsi un ruolo anche a causa di un infortunio che lo porta addirittura a giocare parte dell’annata 2008/09 in ECHL.

La stagione successiva non gli riserva miglior sorte, visto che un secondo infortunio gli impedisce di trovare il giusto ritmo. Ne risulta un campionato estremamente modesto, con soli sette punti messi a referto in 36 partite.

Dopo due anni al di sotto delle aspettative gli Edmonton Oilers non gli rinnovano il contratto, ed anche nel resto della NHL l’interesse nei suoi confronti è decisamente limitato. Lerg decide così di rilanciarsi in Europa firmando un tryout con il Ginevra Servette ma, dopo una decina di partite di preseason ed una di campionato, coach McSorley gli preferisce il futuro biancoblù Richard Park.

Il periodo gli è però sufficiente per sviluppare il desiderio di arrivare un giorno a giocare in NLA, anche se per vivere quel momento dovrà attendere altri otto anni.

Quando torna in Nordamerica – grazie ad un contratto con i Wilkes-Barre/Scranton Penguins – riesce finalmente ad imporsi in AHL. Nelle stagioni successive trova una buona produttività, ed il suo profilo battagliero lo rende uno degli elementi prototipo del gioco applicato in AHL.

Un infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio fa finire anticipatamente la sua stagione 2012/13 con i Lake Erie Monsters, ma questo non gli impedisce di continuare a progredire ed arrivare finalmente al debutto in NHL, che avviene il 9 aprile 2015, quando la perseveranza evidenziata per un’intera carriera viene finalmente ricompensata dai San Jose Sharks.

In quell’occasione segna anche la sua prima ed unica rete nel miglior campionato al mondo, infilando il gol decisivo al termine di un raro cambio al fianco di Couture e Marleau.

Recentemente Lerg ha giocato due buoni stagioni in SHL con il Rögle, e la sua decisione di partire dalla Svezia sembrava da ricondursi ad una nuova speranza di arrivare alla NHL. A 32 anni l’attaccante ha però optato per tornare ad uno dei suoi desideri di inizio carriera, firmando per un anno più opzione all’Ambrì Piotta. La NLA non sarà la NHL, ma per Lerg rimane un sogno che si realizza.




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