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I nuovi volti della NLA 2018/19: coach Dan Tangnes

Giovane e ambizioso, il coach norvegese è una grande scommessa che ha il difficile compito di portare a Zugo una mentalità nuova

I nuovi volti della NLA 2018/19: coach Dan Tangnes

DAN TANGNES


Età: 39
Nazionalità: 🇳🇴

Provenienza: Linköping HC (SHL)
Contratto: 2 anni

Una nuova direzione

A Zugo il cambio di rotta stavolta è stato deciso, fermo e pure coraggioso con il nome del sostituto. Basta con Harold Kreis, avanti con Dan Tangnes.

Il coach tedesco-canadese ha sostanzialmente pagato i tre grossi fallimenti nei playoff sulle quattro stagioni alla Bossard Arena, salvandosi solo nella stagione 2016/17 con la finale persa contro il Berna, raggiunta per altro camminando sulle macerie di squadre appagate come il Losanna e in via di ricostruzione come il Davos.

Non sono bastati i quattro piazzamenti nelle top-4 della regular season e nemmeno il bel gioco proposto dai tori, ciò che contava di più è stato mancato clamorosamente anche alla luce dei grossi investimenti fatti di stagione in stagione (Diaz, Bouchard, Immonen, Stalberg) ed era giunto quindi il momento di cambiare

© Peter Holgersson

Promessa non mantenuta

Quello del norvegese Dan Tangnes è un nome nuovo e una scommessa tutta da scoprire alle nostre latitudini e, vista anche la poca esperienza ad alti livelli del 39enne, la scelta della dirigenza dello Zugo appare ancora più coraggiosa.

Tangnes è un allenatore che si è fatto strada in Svezia dopo una carriera da giocatore mediocre, passata più che altro nelle divisioni minori, avendo giocato (come attaccante) soprattutto nella Division 1, quella che è la terza lega in Svezia, oltre a una stagione al Lillehammer in Norvegia.

Promettente a livello giovanile nel suo paese natale, ha partecipato anche ai mondiali di categoria con la Nazionale U20, ma la sua carriera non è più decollata, con il termine messo nel 2005 a soli 26 anni.

Generazione di fenomeni

Il nome di Tangnes è comunque uno di quelli che in Svezia negli ultimi anni è salito alla ribalta nel gruppetto di giovani allenatori che a partire dal 2010 ha cominciato una piccola rivoluzione.

Questa generazione, formata dallo stesso Tangnes, dai vari Robert Ohlsson, Roger Rönnberg, Sam Hallam e altri ancora, ha preso sempre più spazio ai vecchi “dinosauri” che nella SHL ancora predicavano un hockey ormai obsoleto e poco utile per lo sviluppo dei giovani giocatori oltre che poco attrattivo per il pubblico, soprannominato da alcuni il “Tråkigt hockey” (L’hockey della noia).

Dan Tangnes il suo credo ha cominciato a predicarlo nella squadra con cui aveva appeso i pattini al chiodo, lo Jonstorps, tenendo pure la funzione di assistente e formatore al Rögle.

Dopo una sola stagione da head coach allo Jonstorps, nella stagione 2008/09 Tangnes rimane come assistente al Rögle dopo la promozione in Allsvenskan, ma viene sostituito con tutto lo staff in inverno inoltrato, anche se rimane come allenatore della U16 e della U20.

© Björn Lindgren

L’occasione di una vita

Per Tangnes le porte si aprono nella stagione 2011/12, quando è chiamato a sostituire Roger Hansson alla guida del Rögle e termina la stagione con la promozione in SHL dopo aver preso in mano la squadra al sesto posto della classifica di Allsvenskan.

Purtroppo per lui, Tangnes subisce lo stesso trattamento un anno dopo, quando viene sollevato dall’incarico dal Rögle, sostituito da Janne Karlsson. Rimasto come assistente dello stesso Karlsson e con il Rögle relegato di nuovo, viene ancora promosso all’inizio della stagione in Allsvenskan, ma anche qui le cose non vanno come dovrebbero ed è il momento dell’ennesimo avvicendamento da parte di una dirigenza molto contestata dai tifosi e nel pieno del caos.

Magnus Bogren prende definitivamente il posto di Tangnes, il quale poi trova un accordo per la stagione 2014/15 come assistente di Roger Melin al Linköping per prenderne il posto l’anno successivo.

Con i leoni raggiunge due volte la top-4 della classifica di regular season (con in squadra i vari Broc Little, Garret Roe e Jonas Junland) ma non riesce mai a passare lo scoglio dei quarti di finale, una storia fin troppo simile a quella dello Zugo di Harold Kreis.

Alla Bossard Arena si scommette su cavalli sconosciuti, ma gli scongiuri già si sprecano. A Dan Tangnes il compito di stupire tutti.



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