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I Kings voglio tornare protagonisti, con qualche peso e lacuna in rosa

A partire dal 12 ottobre ricomincerà lo spettacolo della NHL, con quattro partite che daranno il via ufficialmente al campionato più bello del mondo.

Dopo la sconfitta in finale, i San Jose Sharks torneranno in pista ospitando i rivali dei Los Angeles Kings, mentre i Chicago Blackhawks ospiteranno i St. Louis Blues in una sfida subito dagli altissimi contenuti. Per vedere in pista i campioni dei Pittsburgh Penguins bisognerà invece aspettare il giorno successivo, quando sul loro ghiaccio ospiteranno i Washington Capitals.

Anche quest’anno HSHS vi proporrà la presentazione di tutte e 30 le franchigie della NHL, con degli articoli riassuntivi che ci accompagneranno sino ad inizio ottobre.

Dopo aver vinto due Stanley Cup nel giro di tre anni, i Los Angeles Kings hanno vinto una sola partita di playoff negli ultimi due anni, di conseguenza l’imminente stagione sarà importante per capire quanto solide sono le fondamenta su cui sono costruiti i californiani.

Il nucleo della squadra che ha saputo avere tanto successo è ancora tutto lì, e comprende il centro Anze Kopitar, il difensore Drew Doughty, il portiere Jonathan Quick ed elementi di chiaro valore come Marian Gaborik e Jeff Carter. Los Angeles è però anche chiamata ad adattarsi allo sviluppo del gioco, che richiede ora di avere una rosa più veloce e capace di giocare ad alti ritmi, ed in questo senso pedine come Tyler Toffoli e Tanner Pearson saranno fondamentali.

Nella rosa dei Kings ci sono però anche alcune ombre, rappresentate da un Dustin Brown in declino e sotto contratto sino al 2022, mentre il peso del cap hit di Mike Richards resterà nei bilanci dei californiani addirittura sino al 2032. Nonostante una rosa altamente competitiva allo stato attuale, ci sono dunque anche motivi di preoccupazione per il GM Dean Lombardi, che nel corso dell’estate non è riuscito a trattenere Milan Lucic, finito ad Edmonton.

Sotto la guida di coach Darryl Sutter, Los Angeles rimane una franchigia basata interamente sul possesso, ed in questo senso i californiani erano nuovamente al vertice della classifica Corsi, pur con un reparto offensivo non eccelso. Il miglior realizzatore dei Kings è stato Toffoli con 31 gol, mentre Kopitar ha guidato la classifica interna per punti con un bottino di 74.

Le novità in avanti non sono molte, ma oggettivamente sarà difficile che l’innesto di Teddy Purcell possa sopperire ai 20 gol e 55 punti fatti registrare lo scorso anno da Lucic. I Kings avranno di conseguenza bisogno di un Gaborik in ottima forma ed in salute, anche se gli acciacchi figli della World Cup of Hockey fanno già fare gli scongiuri agli addetti ai lavori dello Staples Center.

La fase difensiva rimarrà un punto di forza di Los Angeles, dopo che la franchigia è sempre riuscita a finire tra le dieci squadre meno perforate della lega dal 2008 a questa parte. Doughty è naturalmente la punta di diamante del reparto, ma una certa mancanza di profondità rimane un motivo di preoccupazione.

Certo, si potrà contare sul ritorno a pieno regime di Alec Martinez dopo l’infortunio, giocatore che in aggiunta a Doughty e Muzzin dà a LA una buona top three. Tom Gilbert e Zach Trotman sono arrivati proprio per aggiungere sostanza alla retrovia, che vedrà anche il rientro di Matt Greene dopo i guai alla spalla. La difesa rimane però poco profonda ed un paio di infortuni potrebbero presto far venire a galla delle difficoltà.

Tra i pali il titolare incontrastato sarà naturalmente Jonathan Quick, anche se a Los Angeles c’è sempre lo spauracchio di aver scambiato troppo alla leggera Martin Jones nel 2015, quando lo si lasciò partire per arrivare a Milan Lucic. Il backup quest’anno sarà Jeff Zatkoff, arrivato da Pittsburgh e che era stato draftato proprio da Los Angeles nel 2006.

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